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(Il laboratorio Spacelab all'interno della stiva dello Shuttle)I
SPACE FLIGHT NEWS 115 ( history
)
Nelle ore successive
all’entrata definitiva in orbita, situata a circa 300 chilometri di altezza, a bordo dello Space Shuttle Columbia si da
inizio alla vera e propria attività scientifica. Protagonista a questo punto
diventa il laboratorio spaziale europeo SPACELAB. Nella corrispondenza per il
quotidiano “La Repubblica”
del 30 novembre 1983, così l’inviato speciale da Houston descrive la vita a
bordo del rivoluzionario laboratorio europeo: << La vita a bordo del
laboratorio spaziale europeo SPACELAB, in orbita nel vano di carico della
navetta americana Columbia dalle 17 ora italiana di ieri, ha già assunto un
ritmo frenetico di attività. Entrati nell’ampio
ambiente di lavoro del modulo pressurizzato dello
SPACELAB attraverso il tunnel di trasferimento, gli astronauti si sono subito
dedicati ai numerosi esperimenti scientifici in programma. Si lavora a turni,
ventiquattrore su ventiquattro. Ricordiamo, infatti, che in questa prima
“storica” missione del laboratorio costruito dall’ESA, con una buona partecipazione
dell’Italia, gli esperimenti da portare a termine sono ben 72. L’ambiente di
lavoro dello SPACELAB consente agli astronauti-scienziati a bordo di muoversi e
lavorare con molta libertà e scioltezza. Lo Shuttle Columbia, al suo sesto volo
nello spazio, si trova in un orbita circolare a circa
trecento chilometri dalla superficie della Terra ed ha un’inclinazione
sull’equatore di 57 gradi, il che vuol dire che sorvola la maggior parte delle
aree del nostro pianeta. I sei astronauti a bordo, che ricordiamo sono John Young, Brewster
Shaw, Owen Garriott, Robert Parker, Byron Lichtenberg
e il tedesco Ulf Merbold,
stanno bene ed hanno dichiarato attraverso un collegamento radio con la Terra, che lo SPACELAB è un
ambiente sicuro e confortevole.
Se la prima missione
del laboratorio spaziale europeo si svolge dunque in piena tranquillità, lo si deve senza dubbio alla tecnologia italiana. Dell’Aeritalia è infatti il guscio
saldato, sette metri per quattro, dello SPACELAB nel quale lavorano gli
astronauti-scienziati i quali per parte loro, se non soffocano per il caldo o
non muoiono per il freddo è grazie ai sistemi, sempre italiani, che smaltiscono
il calore dei numerosi macchinari per gli esperimenti, delle persone e dei
materassini o cuscinetti che avvolgono per intero il laboratorio >>.
… (continua)
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