SPAZIOULTIMA FRONTIERA

                                                                                                                 A cura del prof. A.Gianluca

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(Lo spettacolare lancio notturno del Challenger)I

SPACE FLIGHT  NEWS 112 ( history )

 

Anche la terza missione del Challenger, l’ottava del programma Space Shuttle, programmata per la fine di agosto 1983, ha come la precedente un risvolto umano da esibire: dopo la prima astronauta americana in orbita Sally Ride, nell’equipaggio che sale a bordo della navetta spaziale fa parte questa volta il primo astronauta nero della storia dei voli cosmici: lo “specialista di missione” Guion Bluford. Nato il 22 novembre 1942 a Philadelphia, in Pennsylvania, Bluford affianca altri quattro astronauti: il comandante e veterano dello spazio Richard Truly, il pilota Daniel Brandenstein e altri due “specialisti di missione” Dale Gardner e William Thornton. Anche il dettaglio tecnico della terza missione del Challenger nello spazio è alquanto interessante: oltre alla collocazione in orbita di un satellite di costruzione indiana, l’INSAT 1-B, e alla verifica operativa del grande satellite per telecomunicazioni TDRS-A, è stabilito che il lancio ed il ritorno a terra dello Shuttle avverranno per la prima volta di notte. Domenica 28 agosto, a quarantotto ore dal lancio, il quotidiano nazionale “Il Giorno”, sulle sue pagine, così presenta la prossima missione del traghetto spaziale ed un breve profilo biografico del primo astronauta di colore della storia: << Ha 40 anni, una laurea in ingegneria aerospaziale e uno smagliante sorriso. Ma non è tutto: il colonnello Guion, detto Guy, Bluford sarà il primo astronauta americano di pelle nera. Partirà infatti alle 2.15 del mattino, ora di Cape Canaveral, del 30 agosto, (le 8.15 in Italia), salvo imprevisti dell’ultima ora, con l’ottavo volo del programma Shuttle, a bordo della navicella spaziale battezzata Challenger. Solo due mesi fa, lo stesso veicolo ha conquistato un altro primato, trasportando nello spazio la prima astronauta donna americana. Ma non è finita, perché questo ottavo volo Shuttle in partenza dal Centro spaziale Kennedy in Florida, vanterà altre due “prime” assolute spettacolari: il lancio notturno e l’atterraggio anch’esso notturno. Tornando al protagonista della missione, il colonnello Bluford viene descritto dai colleghi come un uomo simpatico, ma piuttosto riservato. Sposato e padre di due figli già adolescenti, il primo astronauta nero è nato e cresciuto a Philadelphia, dove ha imparato a pilotare aerei. Il Challenger, dicevamo, oltre a questo primato ne avrà un altro: la partenza notturna. Infatti solo un’altra missione spaziale, quella di Apollo 17 l’ultimo volo umano verso la Luna, partì di notte nel dicembre del 1972. L’obiettivo principale della navetta spaziale e dei suoi cinque membri di equipaggio, sarà però collegato all’atterraggio notturno. Si potrà così sperimentare il rientro nell’atmosfera in condizioni più difficili del solito. Il Challenger dovrebbe posarsi, secondo i piani, con dolcezza, sulla pista del deserto di Mojave, in California, lunedì 5 settembre prossimo alle 8.45, ora italiana, dopo 145 ore di volo >>.

Alle 2.32 del 30 agosto, ora della Florida, con diciassette minuti di ritardo sul previsto piano di volo e sfruttando uno spazio di pochi minuti utili al lancio nel mezzo di un temporale, la navetta spaziale Challenger si stacca dalla rampa di lancio 39- A di Cape Canaveral. In Italia le lancette dell’orologio segnano le ore 8.32. Il bagliore che si sprigiona dai motori della navetta e dai due booster laterali illumina a giorno il cielo della Florida e per alcuni minuti un enorme e suggestivo fascio di luce arancione e gialla risulta visibile sino a parecchi chilometri di distanza. A due minuti dal “lift-off”, quando lo Shuttle si trova a cinquanta chilometri di altezza, i due razzi laterali si separano regolarmente ricadendo nell’Oceano Atlantico dove saranno poi recuperati da apposite navi. Altri sei minuti e 44 secondi e anche il grande serbatoio centrale viene staccato; poco dopo dallo spazio arrivano le prime parole degli astronauti: << Tutto va bene qui Houston, abbiamo raggiunto l’orbita prevista. Possiamo vedere le stelle e sono molto belle …>>.

 (continua)

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