(Il lancio del
Challenger (aprile 1983))I
Mentre la prima
navetta spaziale riutilizzabile della storia, il Columbia,
viene sottoposto a lavori di manutenzione e di ammodernamento per i prossimi
voli in orbita, nell’aprile 1983 un nuovo Shuttle spicca maestoso sulla rampa
di lancio 39A di Cape Canaveral:
è il Challenger. La seconda “spoletta cosmica” della NASA, meno pesante di una
tonnellata del Columbia, è dotata di motori più
potenti ed offre un maggiore spazio a disposizione all’equipaggio nella cabina
di comando. Il programma di volo affidato ai quattro astronauti protagonisti
della missione, il comandante Paul Weitz, il pilota Karol Bobko e gli “specialisti” Story Musgrave
e Donald Peterson, prevede
la messa in orbita di un gigantesco satellite pesante due tonnellate e mezzo,
il TDRS-1, che consentirà una quasi copertura totale delle comunicazioni tra
stazioni di terra e veicoli in orbita nello spazio, l’effettuazione di alcuni esperimenti scientifici e il collaudo delle nuove
tute per le “attività extraveicolari”. Finalmente alle 20.30 ora italiana del 4
aprile, giorno di pasquetta, dopo che il lancio era
stato rinviato per circa tre mesi, tra lingue di fuoco e fumo, il Challenger si
innalza nel cielo azzurro della Florida aprendo una nuova era nella storia del
programma Shuttle. Il quotidiano nazionale “
Alle 21.15 ora
italiana, 45 minuti dopo l’inizio della missione, il Challenger è entrato nella
sua orbita definitiva a circa trecento chilometri da terra. << Il
Challenger va come previsto, Houston! >>, ha
comunicato soddisfatto il comandante Weitz. Da quest’orbita lo Shuttle e il suo equipaggio condurranno le
delicate operazioni previste dal piano di volo. Tra queste, a circa dieci ore
dal lancio, l’emissione in orbita intorno alla Terra direttamente dallo spazio
di un grande satellite della NASA per
telecomunicazioni tra veicoli nello spazio e le basi di controllo a terra, il
TDRS-A, (Tracking and Data Relay
Satellite).
Una
volta aperti i portelloni della
stiva del Challenger, il satellite sarà fiondato
nello spazio da potenti molle. Raggiunta una distanza di sicurezza dallo
Shuttle, grazie ad un comando da terra si accenderà uno speciale vettore a due
stadi che spingerà il grosso satellite in un’orbita geostazionaria,
a 36 mila chilometri di quota. Giovedì è poi prevista, per la prima volta dalla
fine del programma Apollo dieci anni fa, una passeggiata spaziale di tre ore e
mezza per esperimenti di movimento e lavoro nel vuoto >>…
… (continua)
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