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(Il lancio del
satellite SBS- Shuttle 5)I
SPACE FLIGHT NEWS 105 ( history
)
Una stazione
spaziale da mantenere in orbita per mesi, anni: ecco, da sempre, il sogno degli
scienziati e tecnici sia americani che sovietici. Un sogno che, si può dire,
cominciò a diventare sempre più realtà fin dal giorno in cui Yuri Gagarin, era il 12 aprile
1961, dimostrò che l’uomo poteva vivere nello spazio. Gli Stati Uniti per primi
negli anni sessanta, cominciarono a pensare allo sviluppo di un progetto per la
costruzione di una stazione spaziale, ma fu soltanto
dopo la felice conclusione dell’ultima missione lunare Apollo, quella col numero
17, che la NASA
decise di inviare in orbita il primo laboratorio “targato” USA, abitato da un
equipaggio di tre astronauti: lo Skylab. E’ l’anno
1973. E’ proprio a bordo di quest’ultimo che i tre
uomini della missione “Skylab 3”, Gerald
Carr, Edward Gibson e William Pogue, nel 1974
conquistano il record di permanenza umana nello spazio: 84 giorni. Negli anni
successivi questo primato viene ampiamente battuto dai
cosmonauti sovietici nel corso delle numerose missioni a bordo della Salyut 6, ultimo in ordine di tempo i 185 giorni nel 1980
di Popov e Ryumin. Il 10
dicembre 1982 una nuova barriera nella storia della conoscenza e
dell’esplorazione cosmica viene superata: dopo 211
giorni trascorsi nello spazio a bordo del nuovo laboratorio Salyut
7, rientrano a terra i cosmonauti sovietici Anatoly Berezovoy e Valentin Lebedev. E’
il nuovo record di permanenza umana nello spazio! Lanciati il 13 maggio dal Cosmodromo di Baikonur a bordo della Soyuz T 5,
Berezovoy e Lebedev hanno
vissuto tutto questo tempo al di fuori del loro pianeta natio, legati ad esso solo dai quotidiani collegamenti televisivi con il
centro di controllo del volo; hanno assistito dal cielo all’alternarsi di tre
stagioni e ricevuto la visita di due equipaggi “storici”: il primo con a bordo
il primo astronauta francese Jean Loup
Chretien, il secondo con Svetlana
Savitskaya, la seconda donna dello spazio. Per la verità la conclusione della più lunga “maratona nella storia
spaziale” non è delle più facili. La sera del 10 dicembre durante l’ultima fase
del rientro, sul luogo dell’atterraggio, situato a circa 190 chilometri
dalla città di Sezkazkan, i due cosmonauti si
ritrovano nel bel mezzo di una violentissima tempesta di neve che mette in
serio pericolo l’incolumità della piccola capsula spaziale e dei suoi due
occupanti. Una volta toccata terra sulla soffice neve della steppa sovietica, la Soyuz
inizia paurosamente a rotolare lungo un pendio prima
di fermarsi fortunosamente. Solamente dopo qualche ora dall’atterraggio, le
squadre con i mezzi di soccorso ritrovano sani e salvi Berezovoy
e Lebedev, i due recordmen
dello spazio. Le prime parole dei due cosmonauti agli uomini addetti al
recupero sono: << Abbiamo voglia di cibi freschi e di un bagno caldo!
>>.
E mentre l’Unione
Sovietica aggiunge così un’altra pietra miliare nella storia dell’esplorazione
umana del cosmo, dall’altro capo del mondo in Florida, e precisamente a Cape Canaveral, ci si prepara a
vivere una nuova emozionante impresa: messo temporaneamente a riposo il Columbia, la NASA si appresta ora a lanciare in orbita il
secondo veicolo riutilizzabile Shuttle, il Challenger. Dopo vari rinvii,
finalmente quella del 4 aprile 1983 sembra essere la data giusta per il lancio.
A bordo prenderanno posto quattro astronauti: il comandante e veterano dello
spazio Paul Weitz, il
pilota Karol Bobko e gli
specialisti di missione Story Musgrave e Donald Peterson.
Una nuova avventura
va ad iniziare…
… (continua)
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