(Hartsfield e Mattingly, equipaggio del
Columbia 4)I
<< Cape Canaveral – Alle 11 in punto
di oggi 27 giugno, (le 17 ora italiana), all’istante
esatto stabilito dal programma, è partita da Cape Canaveral la navetta spaziale Columbia per il suo quarto ed
ultimo volo sperimentale di collaudo. All’istante zero, (al termine di un conto
alla rovescia che si era svolto con molta regolarità dopo che una violenta
grandinata ieri aveva provocato qualche danno e aveva fatto temere il peggio),
la navetta si è staccata dalla rampa di lancio con la consueta spettacolare
voragine di fiamme, di vapori e di tuoni. Due minuti e dodici secondi dopo, il Columbia era già altissimo nel cielo al di sopra
dell’Atlantico. Si sono staccati in quel momento gli involucri ormai vuoti dei
due razzi ausiliari a propellente solido e sono ricaduti nell’Oceano
attaccati ai loro paracadute; avrebbero dovuto, come solito, essere recuperati per un riutilizzo in un
prossimo lancio, ma per la prima volta sono affondati, evidentemente per un
cattivo funzionamento dei paracadute. Ancora nove minuti e 17 secondi ed anche
il grande serbatoio dei propellenti liquidi, idrogeno
e ossigeno, esaurito il suo compito, si è staccato ed è precipitato nell’Oceano
Indiano. Poco dopo la navetta spaziale è entrata in orbita. Il
Columbia inizialmente, si è immesso secondo il previsto piano di volo in
un’orbita ellittica con un apogeo di duecentoquaranta chilometri e un perigeo
di centosessantuno. Successivamente con l’accensione
dei razzi ausiliari, il comandante dello Shuttle Thomas
Mattingly, sotto il vigile controllo dei calcolatori
elettronici di bordo, ha provveduto alle manovre di correzione orbitale: la
navetta che viaggia a ventottomila chilometri orari si trova ora lungo una
traiettoria circolare a circa trecentocinque chilometri di quota. Alle 18 e quindici ora italiana, sono stati aperti poi i portelloni
dorsali della stiva che permettono di smaltire il calore sviluppato a bordo
dello Shuttle, ma soprattutto consentono agli strumenti trasportati a bordo di
compiere il loro lavoro. Cinque minuti più tardi sono entrate in funzione le
prime apparecchiature degli esperimenti. Al momento in cui scriviamo gli
astronauti Thomas Mattingly
e Henry Hartsfield sono già
alla loro terza orbita a bordo del Columbia e tutto
funziona alla perfezione. Quello a cui abbiamo
assistito oggi è stato un lancio da manuale ed altro non poteva essere dal
momento che da ora in avanti lo Shuttle Columbia sarà dichiarato operativo e
dovrà partire quasi come un normale aereo di linea. I due protagonisti del 35° volo spaziale della
NASA, Thomas Mattingly,46
anni comandante, ed Henry Hartsfield,
48 anni recluta, si erano sistemati al posto di guida della navetta alle 14.50
ora italiana … >>. E’ lunedì 28 giugno 1982, i lettori del quotidiano “Il
Giornale” possono così leggere il reportage dell’inviato speciale Giancarlo Masini da Cape Canaveral: il Columbia è nello
spazio per la quarta volta!
Nei sette giorni programmati di volo, il
lavoro in orbita per Mattingly e Hartsfield
si preannuncia ricco e impegnativo. Come spiega sempre Masini
dalle colonne de “Il Giornale” : << … per i prossimi
sette giorni della missione sono in programma una serie di manovre ed una
quantità di operazioni tecnico-scientifiche senza precedenti. Si dovranno cioè fare tutti i collaudi che nei voli precedenti non erano
stati fatti o erano stati eseguiti solo parzialmente. Dopo questo quarto
viaggio nel cosmo, infatti, la navetta Columbia dovrà
ricevere il “certificato di volo”, in altre parole tutte le prove tecniche
dovranno essere dichiarate perfette. Ma il lavoro di Mattingly
e del suo compagno di avventura Hartsfield
non si esaurirà così. Ad essi sono affidati numerosi
esperimenti scientifici di biologia spaziale, di geofisica e nuove prove del
“braccio meccanico” di costruzione canadese.
Fra l’altro il Columbia reca a bordo, per la prima volta nella storia
dei voli spaziali americani, speciali equipaggiamenti di carattere militare
segreti. Nonostante il “top secret”, si sa che alcuni di questi esperimenti
riguardano l’impiego di uno speciale telescopio all’infrarosso, un apparecchio cioè che consente di vedere al buio completo ed anche
attraverso le nuvole … >>. (continua)
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