(lo Shuttle
Columbia prossimo all'atterraggio)I
I due astronauti del Columbia nei sette giorni di missione programmati in
orbita, effettuano vari e numerosi esperimenti scientifici che comprendono lo
studio sulla fisica del plasma spaziale, osservazioni astronomiche, ricerche
medico e biologiche. Non mancano anche in questo terzo volo della navetta i
problemi: il distacco di alcune tegole per la
protezione termica dello scafo del Columbia, disturbi nelle comunicazioni radio
con la terra, cattivo funzionamento della “toilette” di bordo e infine il
guasto di una delle due telecamere poste sul “braccio” meccanico. Ma tutto ciò non pregiudica il regolare proseguimento della
missione.
Il 29 marzo, giorno
previsto per il rientro, un’improvvisa e violenta tempesta di sabbia si abbatte
sulla pista di White Sands
in Nuovo Messico, luogo dell’atterraggio. Dopo un rapido consulto, i
responsabili della missione decidono di posticipare il “ritorno a casa” di Lousma e Fullerton di
ventiquattrore.
Finalmente, il 30
marzo 1982 alle 18.07 ora italiana, i numerosi americani accorsi nella sperduta
base statunitense, possono applaudire il felice e spettacolare rientro del Columbia, non senza qualche attimo di “suspense”. Ecco
come l’inviato del quotidiano “
Missione riuscita,
dunque, ma i problemi di crescita dello Shuttle rimangono, e non potrebbe
essere diversamente in un sistema estremamente
complesso e diverso, perché riutilizzabile, dalle tradizionali navicelle
spaziali. La terza missione, finora la più lunga e impegnativa, è stata ad ogni modo piena di risultati positivi e di inconvenienti
non insormontabili… >>.
Con le sue 128
orbite intorno alla Terra in 192 ore e 5 minuti, la navetta spaziale Columbia
ha compiuto un notevole passo avanti nello studio dello spazio extra-atmosferico e del comportamento umano in orbita. Ora
non manca che un solo, ultimo, viaggio di prova; poi lo Space Shuttle
diventerà, dal quinto volo, a tutti gli effetti un vero e proprio veicolo
commerciale. (continua)
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