SPAZIOULTIMA FRONTIERA

                                                                                                                 A cura del prof. A.Gianluca

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(lo Shuttle Columbia prossimo all'atterraggio)I

SPACE FLIGHT  NEWS 99 ( history )

 

I due astronauti del Columbia nei sette giorni di missione programmati in orbita, effettuano vari e numerosi esperimenti scientifici che comprendono lo studio sulla fisica del plasma spaziale, osservazioni astronomiche, ricerche medico e biologiche. Non mancano anche in questo terzo volo della navetta i problemi: il distacco di alcune tegole per la protezione termica dello scafo del Columbia, disturbi nelle comunicazioni radio con la terra, cattivo funzionamento della “toilette” di bordo e infine il guasto di una delle due telecamere poste sul “braccio” meccanico. Ma tutto ciò non pregiudica il regolare proseguimento della missione.

Il 29 marzo, giorno previsto per il rientro, un’improvvisa e violenta tempesta di sabbia si abbatte sulla pista di White Sands in Nuovo Messico, luogo dell’atterraggio. Dopo un rapido consulto, i responsabili della missione decidono di posticipare il “ritorno a casa” di Lousma e Fullerton di ventiquattrore.

Finalmente, il 30 marzo 1982 alle 18.07 ora italiana, i numerosi americani accorsi nella sperduta base statunitense, possono applaudire il felice e spettacolare rientro del Columbia, non senza qualche attimo di “suspense”. Ecco come l’inviato del quotidiano “La Repubblica”, descrive la conclusione del terzo volo Shuttle: << Il traghetto spaziale Columbia, con a bordo gli astronauti Jack Lousma e Gordon Fullerton, è atterrato sulla pista della base di White Sands, nel Nuovo Messico, ieri pomeriggio alle 18.07 italiane. La cerchia delle montagne del Nuovo Messico, quasi incombenti sulla pista grazie alla ripresa televisiva, e una improvvisa manovra del pilota comandante Jack Lousma hanno fatto del terzo atterraggio dello Shuttle quello più spettacolare. Nel vuoto del deserto californiano di Mojave, zona dei primi due atterraggi, non si avevano riferimenti precisi sulla notevolissima velocità di discesa di questo “gigante d’acciaio” dal peso di 105 tonnellate, che si comporta come una piuma “giocando” con l’aria e atterrando poi come un aliante, prima poggiando il carrello posteriore e poi quello anteriore. Questa volta il muso della navetta non è stato mantenuto a lungo verso l’alto, in linea quasi obliqua per smaltire velocità. Il comandante Lousma probabilmente doveva avere fretta e ha incominciato ad abbassare il carrello anteriore quando la velocità era ancora troppo alta. Se ne è accorto e ha ripreso la navetta riportando in alto il muso per opporre maggiore resistenza all’aria e quindi lo ha riportato con calma a toccare la pista. Un entusiastico applauso della sala di controllo del volo di Houston nel Texas, e dei 50 000 spettatori ammassatisi nel deserto del Nuovo Messico, ha accompagnato la spettacolare planata senza motori del Columbia che gli astronauti Lousma e Fullerton hanno pilotato manualmente fino al “quasi” impeccabile atterraggio. I tecnici sono subito intervenuti per le complicate operazioni post-atterraggio, in particolare la dispersione dei pericolosi residui gassosi del combustibile, prima di aprire il portello e far uscire i due astronauti.

Missione riuscita, dunque, ma i problemi di crescita dello Shuttle rimangono, e non potrebbe essere diversamente in un sistema estremamente complesso e diverso, perché riutilizzabile, dalle tradizionali navicelle spaziali. La terza missione, finora la più lunga e impegnativa, è stata ad ogni modo piena di risultati positivi e di inconvenienti non insormontabili… >>.

Con le sue 128 orbite intorno alla Terra in 192 ore e 5 minuti, la navetta spaziale Columbia ha compiuto un notevole passo avanti nello studio dello spazio extra-atmosferico e del comportamento umano in orbita. Ora non manca che un solo, ultimo, viaggio di prova; poi lo Space Shuttle diventerà, dal quinto volo, a tutti gli effetti un vero e proprio veicolo commerciale. (continua)

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