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(La scia di una
navetta Shuttle verso il cielo)I
SPACE FLIGHT NEWS.. ( edizione speciale )
(RICORDO DEGLI EROI CADUTI NELLE MISSIONI SPAZIALI)
(31 gennaio
2005). Sono questi, giorni di tristezza e
di dolore per la NASA,
l’ente spaziale americano, e per tutti gli uomini che guardano all’esplorazione
pacifica del Cosmo come a una nuova frontiera. E’
iniziata infatti, una settimana di ricordo per i
caduti nel nome dell’esplorazione spaziale. Lo scorso 27 gennaio cadeva il 38°
anniversario dell’incidente dell’Apollo 1, nel quale persero la vita i tre
astronauti Virgil Grissom, Edward White e Roger Chaffee. Ma per una triste
ironia della sorte il giorno successivo, 28 gennaio, è stato anche il 19°
anniversario della tragedia della navetta spaziale Shuttle Challenger nella
quale perirono i sette astronauti Francis
Scobee, Michael Smith, Ronald McNair,
Gregory Jarvis, Ellison Onizuka, Judith Resnick e Christa McAuliffe. E per concludere si
ricorderà il doloroso anniversario del 1° febbraio di due anni fa, quando altri
sette astronauti, Rick Husband,
William McCool, David Brown,
Laurel Clark, Kalpana Chawla, Michael Anderson e Ilan Ramon morirono nella distruzione della navetta
Columbia durante il suo rientro sulla Terra al termine della 113a missione del
programma Shuttle. Un periodo quindi nel quale, nel giro di soli sei giorni
sono avvenute tutte e tre le principali tragedie spaziali americane. Ma ovviamente l’America e la NASA non ricorderà solo i suoi astronauti ma
anche quegli eroi dell’ex Unione Sovietica caduti in missione, come Vladimir Komarov, Gheorgy Dobrovolsky, Vladislav Volkov e Viktor Patsayev. Insieme a loro tutto il
personale, dai tecnici agli scienziati ai piloti collaudatori che sono periti
in questi anni che hanno visto importanti conquiste scientifiche nello spazio.
E’ proprio per onorare questi caduti, che si deve
continuare nell’esplorare il Cosmo, nonostante tutte le difficoltà che
incontreremo. Preghiamo intanto affinché queste terribili tragedie non
avvengano più. Naturalmente il pericolo è insito in ogni missione spaziale, ma
dobbiamo fare tutto ciò che è necessario, e umanamente possibile, per portare
il rischio “catastrofe” vicino allo zero.
(Fine)
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