SPAZIOULTIMA FRONTIERA

                                                                                                                 A cura del prof. A.Gianluca

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(Shuttle Columbia)

Anniversari

 

LO SHUTTLE HA …TRENT’ANNI !

 

Il  5 gennaio  1972, mentre sta per concludersi il programma lunare Apollo, il presidente americano  Richard Nixon annuncia che la Nasa svilupperà un nuovo, rivoluzionario sistema di trasporto spaziale, chiamato appunto Space Transportation System (STS), il quale contribuirà  << a trasformare la frontiera spaziale degli anni settanta in un territorio familiare, agevolmente accessibile alle imprese dell’uomo negli anni ottanta e novanta >>. Un mezzo di trasporto che potrà essere lanciato come un razzo convenzionale e che sarà in grado di restare nello spazio come un’astronave per un periodo variante da pochi giorni a un mese e di rientrare quindi sulla Terra come un normale aereo di linea, risultando così un veicolo non a perdere, ma riutilizzabile parecchie volte con un notevole risparmio di costi e materiali.

Ad appena due mesi dall’annuncio, il 17 marzo, la Nasa indice le gare d’appalto per la realizzazione delle varie parti che costituiranno << l’aereo spaziale >>. All’appello risponde il meglio dell’industria aerospaziale americana: McDonnell Douglas, Martin Marietta, Grumman Boeing, Rockwell, eccetera: l’aliante spaziale sognato dai pionieri dell’astronautica sta per diventare realtà!

Lo Space Shuttle, pesante alla partenza 2000 tonnellate, sarà formato da tre elementi principali: un orbiter, ossia la navetta vera e propria, suddiviso in tre sezioni, ( cabina per un equipaggio fino a 7 astronauti; stiva con portelloni apribili per il carico utile; sezione propulsiva con tre motori principali e due secondari di manovra ), e ricoperto da migliaia di speciali piastrelle antitermiche; un grande serbatoio esterno con 700 000 chilogrammi di propellente liquido, che sarà sganciato in mare 8 minuti dopo il lancio dalla base di Cape  Canaveral e non verrà recuperato; due booster laterali a propellente solido, che si staccheranno 2 minuti dopo la partenza e verranno recuperati per essere riutilizzati in successive missioni.

Il compito che lo Shuttle sarà chiamato a svolgere è vasto e ambizioso: dal trasporto, messa in orbita, manutenzione, controllo e recupero di satelliti artificiali, ( la navetta potrà spingersi fino ad una altezza di 1100 chilometri ), alla fabbricazione nello spazio di materiali, ( farmaci, leghe metalliche, ecc.), con un grado di qualità e purezza altrimenti non ottenibile sulla Terra, alla realizzazione di stazioni orbitanti modulari, all’osservazione scientifica del nostro pianeta e dell’Universo con vari strumenti ospitati di volta in volta nella stiva, a missioni di ricognizione militare e, eventualmente, di neutralizzazione di satelliti nemici. Il progetto contempla la costruzione, inizialmente, di una flotta formata da cinque orbiter: il prototipo Enterprise, da adibire ai test di portanza aerodinamica e ai collaudi di compatibilità tra i vari componenti dell’STS; Columbia che effettuerà i primi voli orbitali; Challenger; Discovery, le cui missioni saranno riservate quasi interamente al dipartimento della Difesa statunitense e Atlantis.

Completati i test di volo planato e le prove di compatibilità nel 1979, lo Space Shuttle non riuscirà comunque a volare, come sperato, entro la fine degli anni settanta: problemi tecnici, riguardanti soprattutto la messa a punto dei motori e l’affidabilità delle piastrelle antitermiche, ne ritarderanno l’esordio operativo di due anni. Ma il 12 Aprile 1981, a vent’anni esatti di distanza dallo storico volo di Yuri Gagarin, << l’aereo spaziale >> diventa realtà. Quando in Italia sono scoccate da poco le ore 14, le sette del mattino in Florida,  la navetta Columbia si innalza nel cielo di Cape Canaveral lasciandosi dietro un’enorme scia di fuoco; a bordo due astronauti il veterano John Young e la matricola Robert Crippen. Dopo due giorni trascorsi in orbita, a quasi 300 chilometri di altezza, il primo Shuttle rientra trionfalmente a terra planando come un normale aereo sulla sabbia del deserto californiano di Mojave. Una nuova frontiera spaziale si è aperta per l’uomo.

 

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