SPAZIOULTIMA FRONTIERA

                                                                                                                 A cura del prof. A.Gianluca

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[Deep Space]

Anniversari

 

Soyuz 11: ricordo di tre eroi

Giugno 1971, trenta anni fa, in questi giorni, avveniva una delle più grandi tragedie nella storia dell’esplorazione umana nello spazio: al termine di una missione fino ad allora perfetta a bordo del laboratorio orbitale Salyut, perivano al loro rientro sulla Terra i tre cosmonauti della Soyuz 11, Georgyi Dobrovolsky, Victor Patsayev e Vladislav Volkov.

Ripercorriamo questa storica e sfortunata missione che comunque aprì    le porte alle attuali lunghe permanenze dell’uomo nello spazio.

6 GIUGNO: l’agenzia sovietica TASS annuncia che… ” Alle 6,55 ora di Mosca, è stata lanciata in orbita la Soyuz 11 con tre uomini a bordo. Obiettivo è quello di raggiungere la stazione Salyut in volo dal 19 aprile, e perfezionare il sistema di aggancio in orbita”

I giornali di  tutto il mondo escono con titoli di testa, per questa nuova impresa sovietica: “ Tre russi insieme in orbita. “  “ Gira intorno alla Terra  la prima stazione orbitale. ”

A bordo della Soyuz 11 vi sono i cosmonauti: Georgyi Dobrovolsky, che è il comandante; Vladislav Volkov, e Victor Patsayev. Dei tre solo Volkov è un veterano dello spazio, avendo partecipato alla missione della Soyuz  7 nell’ottobre 1969. La televisione sovietica riprende le fasi del lancio trasmettendole poi nei telegiornali nazionali. Le notizie date sono poche. La Soyuz è entrata in orbita alle  7,04, nove minuti dopo la partenza. Il laboratorio orbitante Salyut alla quale la navicella si dovrà agganciare, era stata messa in orbita il  19 aprile: cinque giorni dopo era stata raggiunta dalla Soyuz  10, con tre cosmonauti a bordo. L’aggancio fu molto difficoltoso, tanto che la capsula rientrò subito dopo a Terra. La Salyut, intanto, continuava il suo volo intorno al pianeta, la TASS aveva dato sue notizie il 7  e il 15 maggio per annunciare due modifiche in orbita. Dopo la seconda modifica l’apogeo del laboratorio era di Km 260; il perigeo di Km 242. Fino al lancio della Soyuz 11, la Salyut aveva compiuto  779 rivoluzioni intorno alla Terra.

Il  7  giugno  la TASS comunica che la Soyuz ha fatto centro, che la Salyut è stata raggiunta, e l’aggancio è stato perfetto. Riporta il Corriere della Sera: “ … la corsa nello spazio per arrivare alla base spaziale è stata di  24 ore. L’aggancio è iniziato alle  7,50 e al momento dell’attracco non vi sono state oscillazioni, ma un aggancio meccanico rigido, che ha consentito di approdare alla Salyut con morbidezza, senza scosse. Poi gli astronauti hanno comunicato che tutto era pronto, e che si apprestavano a trasbordare. Hanno aperto il portello di una stanza ermetica, e sono entrati nella stazione. Alle  10,45  ora di Mosca, ha messo per primo piede sulla Salyut Patsayev, seguito subito dopo da Volkov. Il terzo, Dobrovolsky, è restato a bordo della Soyuz 11, e ha trasmesso le notizie a Terra: da qui gli hanno risposto con messaggi del Soviet supremo e personali di Kossighin, Breznev e Potgorni. Poco dopo l’interno della stazione viene ripreso dalle telecamere di bordo: si tratta di un grande salone con un tavolo che costituisce la centrale comandi, poi sono visibili apparecchiature scientifiche, poltrone e cuccette. Il sistema cosmico Soyuz-Salyut supera le  25 tonnellate di peso, il suo volume è di circa 100 metri cubi ”.  

I commenti della stampa mondiale sono molto favorevoli e la stessa stampa sovietica inneggia giustamente a questa nuova conquista. Una stazione come la Salyut è in grado di permettere agli astronauti di studiare a fondo le caratteristiche del cosmo e del nostro pianeta dallo spazio.

I sovietici hanno posto, con questa impresa, una pietra miliare nell’esplorazione umana del cosmo.

Il  29 giugno 1971 gli astronauti completano il programma di volo. Sono restati in orbita per 24 giorni, un record che supera ogni altra permanenza umana nello spazio. La TASS e Radio Mosca comunicano che i tre astronauti, che si trovano in perfette condizioni fisiche, hanno ricevuto l’ordine di rientrare a Terra. I cosmonauti hanno trasferito i materiali di ricerca scientifica e i libri di bordo sulla Soyuz, che è servita da trasporto, hanno controllato i sistemi automatici della Salyut e si sono apprestati a levare la cosmonave dalla base spaziale. Alle  21,28 (ora di Mosca) le due parti si sono divise, e l’equipaggio ha potuto segnalare che tutto si era svolto in perfetta regola. << Tutti i sistemi funzionano normalmente >> è la frase trasmessa dalla Soyuz. Trentacinque minuti dopo la mezzanotte di Mosca, che corrisponde alle 23,35 italiane, sono stati azionati i motori frenanti, e al termine della operazione le comunicazioni sono state interrotte. Poco dopo i paracadute sono entrati in azione, e i motori frenanti hanno funzionato normalmente per l’atterraggio. Tutto pare che proceda regolarmente, quando una notizia agghiacciante sconvolge il mondo intero: la squadra di recupero che con gli elicotteri si è posata presso la Soyuz  11, ha aperto il portello della cosmonave, e al posto di comando ha trovato tre cadaveri !

Poche ore dopo la tragedia Radio Mosca interrompe ogni trasmissione per trasmettere l’annuncio che getta nel lutto l’intera nazione sovietica, e il mondo intero. Le autorità sovietiche aprono immediatamente un’inchiesta per sapere cosa è accaduto. Il dramma è scoppiato dopo il distacco della Soyuz dal laboratorio Salyut: una valvola per la regolazione della pressione interna del modulo di comando va in avaria provocando la fuoriuscita di tutta l’aria e, di conseguenza, la morte per asfissia dei tre cosmonauti, che indossano soltanto una leggera tuta priva di autorespiratore.

Il sacrificio di Dobrovolsky, Volkov e Patsayev non sarà vano: i sovietici fanno tesoro della tremenda lezione e dal volo successivo, quello della Soyuz  12, i cosmonauti voleranno indossando tute ermetiche pressurizzate, al pari degli astronauti americani. Soyuz e Salyut, a loro volta, saranno modificate per garantire maggior sicurezza e comfort agli equipaggi.

I tre sfortunati cosmonauti della missione Soyuz  11, saranno ricordati sempre come i pionieri che hanno dato un formidabile contributo allo sviluppo dei voli umani nello spazio.

 

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