SPAZIOULTIMA FRONTIERA

                                                                                                                 A cura del prof. A.Gianluca

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(L'equipaggio del quinto volo Shuttle)I

SPACE FLIGHT  NEWS 104 ( history )

 

Giovedì 11 novembre 1982: alla base americana di Cape Canaveral, stanno scorrendo gli ultimi palpitanti minuti del conto alla rovescia per il quinto lancio nello spazio dello Shuttle Columbia. Dopo i primi trionfali viaggi di collaudo di aprile e novembre 1981 e di marzo e giugno 1982, il primo veicolo spaziale riutilizzabile della storia è pronto per la sua prima missione operativa. Sono le 7 e 16 ora della Florida, da più di due ore quattro astronauti si trovano a bordo del Columbia attendendo il “go”, il via. Si tratta del comandante e veterano dello spazio Vance Brand, del pilota Robert Overmyer e dei due “specialisti di missione”, Joseph Allen e William Lenoir. E’ questa, “specialista di missione”, una nuova figura nell’ambito dei voli cosmici a cui partecipa l’uomo: il compito di Allen e Lenoir, come di tutti i “mission specialist” che seguiranno, è quello di occuparsi delle varie operazioni riguardo il “carico utile”, satelliti o piattaforme, sistemati all’interno della capiente stiva dello Shuttle. In questo volo sul Columbia si trovano due satelliti appartenenti a due compagnie private di telecomunicazione: l’SBS, americano della Satellite Business System, e l’ANIK 3 della Telesat Canada. Il programma di volo prevede che a otto ore dal lancio e dalla successiva entrata in orbita a circa 300 chilometri di altezza, dalla navetta venga sparato, grazie ad un sofisticato sistema a molle, il primo dei due satelliti, l’SBS, verso un’orbita cosiddetta geostazionaria, cioè a 36 000 chilometri dalla superficie terrestre, seguito qualche ora dopo dal secondo satellite, l’ANIK. Il tutto sotto gli occhi attenti dei due “mission specialist”, pronti ad intervenire in caso di problemi. Il lavoro in orbita di Allen e Lenoir non si esaurisce però qui, hanno infatti tra i loro compiti quello di effettuare una “passeggiata” di circa due ore al di fuori del Columbia, in cui dovranno esercitarsi nell’uso di utensili vari, (cacciaviti, chiavi inglesi, trapani, ecc.) e sperimentare soprattutto una nuova costosissima tuta spaziale per le future attività extraveicolari nello spazio.

E’ questa dunque, quella del Columbia, la missione delle grandi “prime”: la prima commerciale nella storia dell’astronautica, la prima in cui a bordo di un veicolo spaziale si trovano contemporaneamente quattro astronauti e infine, la prima che vedrà passeggiare nello spazio, a otto anni di distanza dall’ultima effettuata dall’equipaggio di Skylab 3, astronauti americani.

Alle 7.19 ora della Florida, le 13.19 in Italia, ecco finalmente il “lift off”, la partenza! Puntuale con la sua spettacolare fiammata la navetta Columbia prende la strada verso il cielo, dapprima azzurro, poi sempre più nero come la pece, rischiarato solamente dalla debole luce di stelle lontane. Viaggiando alla fantastica velocità di 28 mila chilometri orari i quattro astronauti dello Shuttle, una volta entrati in orbita, possono ammirare ogni quarantacinque minuti, la spettacolare visione del sorgere del Sole.  

A otto ore dal lancio sul Columbia avviene la prima delicata operazione della missione: il rilascio in orbita del primo dei due satelliti, l’americano SBS seguito dopo qualche ora dal canadese ANIK. Se il lancio dei due satelliti avviene regolarmente e con pieno successo, con grande soddisfazione dei tecnici della NASA, altrettanto non si può dire per quanto riguarda la prevista attività extraveicolare dei due “mission specialist”. Programmata nel piano di volo per il terzo giorno di missione, domenica 14 novembre, viene dapprima rimandata per un’ improvviso “mal di spazio” che colpisce l’astronauta Lenoir, nausea e giramento di testa, poi il giorno successivo, lunedì, sono le costosissime nuove tute a fare i capricci: in quella di Allen non funziona una ventola per la circolazione dell’aria, mentre in quella di Lenoir c’è un difetto nel dispositivo di pressurizzazione. A questo punto dal Centro di Controllo di Houston si decide di annullare definitivamente “l’operazione EVA”, ( Extra Vehicular Activity), predisponendo lo Shuttle e il suo equipaggio per il prossimo rientro a terra.

Il 16 novembre 1982 alle 15.34 ora italiana, dopo cinque giorni, due ore, 14 minuti e ventisei secondi di volo, lo Shuttle Columbia compie un perfetto atterraggio alla Base di Edwards, nel deserto di Mojave in California, concludendo con successo, nonostante la mancata “passeggiata” di Allen e Lenoir, la prima storica missione “commerciale” di una navetta spaziale.

Ora per il Columbia dopo cinque fantastici viaggi è tempo di “riposo”, una nuova navetta, la seconda della storia, è già posizionata sulla rampa di lancio di Cape Canaveral pronta per il suo primo volo nel cosmo: si chiama Challenger… (continua)

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