Il Policlinico Umberto I, a Roma, vive attualmente uno stato di crisi a causa della sua concezione meccanicistica del tardo 800 che lo ha rilegato in un caotico isolamento. La proposta progettuale dunque si esplica su due livelli: il primo riguarda l'eliminazione delle barriere fisiche tra l'isolato-ospedale e il tessuto urbano che la circorda. Il secondo livello si rivolge all'interno del complesso e prevede la ricucitura dei diversi padiglioni, di cui è composto, attraverso il completamento dei percorsi esistenti, aerei, di superficie e sotterranei. Ciò avviene attraverso l'istallazione di cellule architettonico-neuronali, al fine di creare spazi per l'organizzazione e il supporto del mondo-policlinico all'interno e, al contempo, per la comunicazione con il mondo esterno.