interventi
10 novembre 2003

Tra le direttive in materia ambientale in attesa di essere recepite dal nostro Paese c'è ne una molto importante, la 2000/76/CEE sull'incenerimento dei rifiuti. Tra i "considerata" che costituiscono le premesse alla direttiva meritano di essere citate le seguenti: << (22) Un testo unico sull'incenerimento dei rifiuti avrà l'effetto di chiarire la normativa e di facilitarne l'osservanza. Occorre rifondere in un'unica direttiva le norme in materia d'incenerimento e coincenerimento di rifiuti pericolosi e non pericolosi tenendo pienamente conto della forma e della sostanza della direttiva 94/67/CE del Consiglio, del 16 dicembre 1994, sull'incenerimento dei rifiuti pericolosi. Occorre pertanto abrogare la direttiva 94/67/CE>>.<< (27) Non si dovrebbe consentire che il coincenerimento dei rifiuti effettuato in impianti non destinati in primo luogo a tale scopo provochi emissioni più elevate di sostanze inquinanti nel volume dei gas derivanti dal suddetto coincenerimento rispetto a quelle consentite per impianti specificamente destinati all'incenerimento e che esso dovrebbe pertanto essere opportunamente limitato.>>

La Comunità Europea ritiene quindi di intervenire sulla complessa materia tenendo conto che nelle diverse realtà dei Paese Membri le disposizioni regolamentari sull'incenerimento di rifiuti non sono uniformi e che, tantomeno lo sono, quando a bruciare non è il rifiuto solido urbano in impianti ad esso dedicati, ma una eterogeneità di miscele più o meno costanti che sono il risultato di una trasformazione del rifiuto iniziale in un prodotto diverso avente caratteristiche più idonee alla combustione, come per es. il maggiore potere calorifico, così da essere considerato un valido sostituto di combustibili tradizionali. Questo nuovo combustibile tratto dai rifiuti, in Italia noto con la denominazione di CDR, è conosciuto in Europa come RDF refuse derived fuel.

La Direttiva affronta quindi l'argomento dell'inecenerimento sotto due profili, quello dell'utilizzo degli impianti tradizionali, progettati e condotti a questo fine, e quello del coincenerimento in impianti di tipo diverso, originariamente realizzati per fini di produzione beni, e quindi adattati tecnicamente e incentivati economicamente a bruciare RDF in luogo di combustibili fossili. E' evidente che l'attenzione della Comunità è incentrata su questo secondo aspetto per il rischio che le necessità delle politiche locali di riduzione dei rifiuti e la difficoltà di installare nuovi inceneritori a causa dell'ostilità dei cittadini comporti scelte azzardate verso soluzioni impiantisticamente e intrinsecamente meno sicure. Il pericolo cioè è che, con la trasformazione industriale di RSU in un combustibile, cioè in una materia prima, non sia più assoggettato alle severe norme stabilite per le emissioni in atmosfera derivanti dal trattamento termico dei rifiuti.

In effetti anche la definizione di RDF non ha lo stesso significato negli Stati Membri.

Refuse è il termine genericamente accettato nei paesi anglosassoni per indicare i rifiuti urbani e commerciali, mentre RDF si riferisce ad una frazione di di RSU (MSW) oppure di rifiuti commerciali o industriali avente maggiore potere calorico. Altri termini per denominare l'RDF sono Recovered Fuel (REF), Packaging Derived Fuels (PDF), Paper and Plastic Fraction (PPF) e Process Engineered Fuel (PEF). REF, PDF, PPF e PEF rappresentano una frazione di RSU separata alla fonte, sottoposta ad un trattamento e quindi essiccata. Questa frazione si differenzia dal normale combustibile derivato da rifiuti perché è caratterizzata da un alto potere calorico, da un basso contenuto in umidità, da un basso contenuto in ceneri. I termini "combustibile secondario, combustibile alternativo e combustibile liquido alternativo (Secondary Fuel, Substitute Fuel and Substitute Liquid Fuel SLF) sono invece utilizzati per rappresentare rifiuti industriali di composizione omogenea o miscelati secondo una precisa specifica. Esempi sono i pneumatici usati, oli esausti, solventi esausti, ossa e grassi animali, fanghi urbani e industriali (come le morchie di verniciatura o i fanghi di cartiera). Queste definizioni possono inoltre riferirsi agli imballaggi non pericolosi o altri residui di origine commerciale (come la carta, la plastica, i tessuti), alle biomasse (come gli scarti di falegnameria), ai rifiuti da demolizione, al fluff dei veicoli a fine vita.

In Italia il termine RDF è stato introdotto con DM 16 gennaio 1995 e poi sostituito con la nuova definizione di CDR dall'art. 6, lettera p), D.Lgs. n. 22/1997 e succ. modd.: "il combustibile ricavato dai rifiuti urbani mediante trattamento finalizzato all'eliminazione delle sostanze pericolose per la combustione ed a garantire un adeguato potere calorico, e che possieda caratteristiche specificate con apposite norme tecniche". Le norme tecniche citate sono state poi emanate con DM 5 febbraio 1998 riguardante il recupero di rifiuti non pericolosi. Queste le relative caratteristiche fissate nei due decreti.

.

Caratteristiche RDF

Caratteristiche CDR

.

(DM 16.01.1995)

(DM 5.02.1998)

. . .

Umidità

max 25 %

max 25 %

Potere calorifico

12.500 kJ/Kg (t.q.)

15.000 kJ/Kg (t.q.)

Ceneri

max 20 % (t.q.)

20 % (s.s.)

Cloro

0,7 % (t.q)

0,9 % (in massa)

Zolfo

0,5 % (t.q.)

0,6 % (in massa)

Piombo

200 mg/kg (s.s.)

200 mg/kg (s.s.)

Cromo

50 mg/kg (s.s.)

100 mg/kg (s.s.)

Rame

150 mg/kg (s.s.)

300 mg/kg (s.s.)

Manganese

150 mg/kg (s.s.)

400 mg/kg (s.s.)

Zinco

500 mg/kg (s.s.)

n.p.

Metalli pesanti (**)

900 mg/kg (s.s.)

n.p.

Nichel

20 mg/kg (s.s.)

40 mg/kg (s.s.)

Arsenico

10 mg/kg (s.s.)

9 mg/kg (s.s.)

Cadmio+Mercurio

10 mg/kg (s.s.)

7 mg/kg (s.s.)

In Olanda il termine RDF è utilizzato per differenziare la biomassa dagli altri rifiuti aventi alto potere calorico. In Gran Bretagna la denominazione Cemfuel è utilizzata per indicare il combustibile liquido alternativo ricavato dai rifiuti e trattato secondo precise specifiche per l'industria cementifera. Profuel è un'altra denominazione che indica un combustibile derivante da carta, plastica e ritagli di tappezzeria. In Austria e Germania il ‘Brennstoff aus Müll – BRAM’ può essere assimilato all'inglese ‘RDF’. In Finlandia il termine ‘REF’ è più comunemente utilizzato per un prodotto di qualità superiore derivante dalla raccolta differenziata domiciliare. In Svezia i termini di ‘Specialbränsle A’ e ‘Lattbränsle’ indicano il combustibile ricavato da rifiuti specificatamente prodotto per i cementifici. In Spagna il COMBSU equivale all'SLF, il GDF all'RDF e il TDF è il combustibile ricavato dai pneumatici usati.

Caratteristiche del CDR per cementifici in Svezia

.

Parametri

.
.

"Specialbränsle A"

"Lattbränsle"

Potere calorifico

23.9 – 31.4 MJ/kg

25.1 – 31.4 MJ/kg

Flash point

< 21°C

< 21°C

Densità specifica a 15°C

0.9 – 1.1 kg/dm3

0.80 – 0.95 kg/dm3

Viscosità

Pompabile

1 – 5 cst at 50°C

Ceneri

5 – 10 %

0.6 – 0.8 %

Umidità

< 30 %

< 10 %

Cl

< 1 %

< 1 %

S

N/A

< 0.5 %

Cr

< 300 ppm

< 30 ppm

V

N/A

< 50 ppm

Z

N/A

< 300 ppm

Zn

< 2000 ppm

N/A

Cd

< 10 ppm

< 5 ppm

Pb

< 350 ppm

< 100 ppm

Ni

N/A

< 10 ppm

Hg

N/A

< 5 ppm

PCB

N/A

< 5 ppm

Vi è poi appunto il problema di come considerare l'RDF in relazione alle norme di tutela ambientale.

In Gran Bretagna si discute se considerare il Cemfuel ancora un rifiuto o un combustibile alternativo. La Corte Suprema inglese concorda con la classificazione dell'Agenzia di Protezione Ambientale portata a ritenere che si tratti ancora di un rifiuto. Anche in Belgio e in Francia si è deciso di mantenere la definizione di rifiuto al CDR in quanto questa scelta garantisce una maggior controllo sulla movimentazione del combustibile, sul collaudo degli impianti e sui limiti alle emissioni. Questa strategia peraltro contribuisce ad abbassare il prezzo del carburante a tal punto che le compagnie per bruciarlo non pagano, ma ne vengono ricompensate.

In Italia il CDR è stato dapprima considerato un rifiuto urbano in virtù del fatto che " il rifiuto in uscita da un impianto di smaltimento che tratta rifiuti urbani non può essere ritenuto rifiuto speciale agli effetti dell'articolo 7, comma 3, lettera g) del d.lg. n. 22 del 1997, poiché l'ipotesi normativa ora richiamata deve riferirsi al rifiuto finale derivante dall'attività di recupero, ovvero alla frazione non ulteriormente recuperabile, per la quale è cessato il processo di recupero e che pertanto abbisogna di smaltimento. Nel caso di specie, il rifiuto "semilavorato", in uscita dall'impianto di prima selezione del tal quale, in quanto destinato a (e suscettibile di) una successiva gestione volta al recupero (mediante produzione e utilizzo di CDR), non ha mutato la sua natura giuridica di rifiuto urbano, per il quale è in corso il processo di recupero. Il risultato del primo trattamento costituisce solo una fase intermedia della gestione, insuscettibile di mutare la provenienza del rifiuto, agli effetti del suo regime giuridico. "(Ministro dell'Ambiente, risposta n. prot. 41728/XIII.B.1 del 19 maggio 1999 alla Amministrazione Provinciale di Lucca, avente ad oggetto l’art. 33 d.lg. n. 22 del 1997 e punto 14 dell'allegato 1 al Dm Ambiente 5 febbraio 1998 - attività di recupero di rifiuti per produzione di CDR)

Poi c'è stato un capovolgimento di fronte e il CDR con legge n. 179/2002 (c.d. "collegato ambientale") è diventato rifiuto speciale a tutti gli effetti, senza ulteriori specificazioni, tramite un opportuno inserimento tra le definizioni di cui all’art. 7 comma 3 del D.lgs n. 22/1997 (la lettera l-bis). Il passaggio del CDR da rifiuto urbano a rifiuto speciale ne ha comportato la definitiva uscita dal contesto della pianificazione regionale, consentendone l’utilizzo anche al di fuori del territorio regionale di produzione.

La Decisione della Commissione UE 2000/532, che ha modificato l'elenco dei codici europei attribuibili ai rifiuti, ha confermato anche quello relativo al CER: è il 19 12 10 e corrisponde a "rifiuti combustibili (CDR: combustibile derivato da rifiuti)". Il capitolo 19 corrisponde a rifiuti prodotti da impianti di trattamento dei rifiuti, impianti di trattamento delle acque reflue fuori sito, nonché dalla potabilizzazione dell'acqua e dalla sua preparazione per uso industriale.

E' comunque già pronto un ennesimo emendamento di modifica all’articolo 8, comma 1, del D.Lvo 22/97 secondo uno stile ormai collaudato di esclusione dei combustibili alternativi dal campo di applicazione dei rifiuti (vedere alla voce pet-coke). Nel Disegno di Legge Delega per la redazione dei testi unici in materia ambientale è infatti presente il seguente capoverso:

dopo la lettera f-quater) è aggiunta la seguente:

<<f-quinquies) il combustibile ottenuto dai rifiuti urbani e speciali non pericolosi, come descritto dalle norme tecniche UNI 9903-1 (RDF di qualità elevata), utilizzato in co-combustione, come definita dall’articolo 2, comma 1, lettera g), del decreto del Ministro dell’industria, del commercio e dell’artigianato 11 novembre 1999, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 202 del 14 dicembre 1999, come sostituita dall’articolo 1 del decreto del Ministro delle attività produttive 18 marzo 2002, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 71 del 25 marzo 2002, in impianti di produzione di energia elettrica e in cementifici, come specificato nel decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 8 marzo 2002, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 60 del 12 marzo 2002>>;

L'Italia si prepara quindi a far uscire il CDR di qualità dal controllo preventivo esercitato in materia di rifiuti, incorrendo di nuovo nelle procedure di infrazione aperte dalla Commissione Europea, e non è difficile prevedere che una di queste possa riguardare anche la direttiva 2000/76/CEE sull'incenerimento. Di fatto per il CDR di qualità verrà meno l'applicazione delle più severe norme stabilite per il co-incenerimento in impianti non dedicati come i cementifici.

Oltre alla regolamentazione dei conferimenti di CDR secondo le disposizioni in materia di rifiuti, che verrebbe disapplicata, l'altra disciplina che subirebbe il maggiore ridimensionamento è quella delle emissioni in atmosfera emanata con D.P.R 24 maggio 1988 n°203 e successive modifiche e integrazioni. Sempre che non vengano stabiliti nuovi parametri ai camini intervendo con una disposizione ad hoc sull'uso del CDR come combustibile non convenzionale da inserirsi nel D.P.C.M 8 marzo 2002 si dovrebbero mantenere i limiti attualmente fissati dal DM 12 luglio 1990. Sui limiti di questo decreto molte cose si potrebbero dire: basta in questa sede sottolineare come questi riguardino solo gli impianti esistenti alla data di entrata in vigore del D.P.R. citato, poiché da allora nessun Governo ha mai più mostrato la volontà di emanare un testo valido anche per le nuove emissioni, sicuramente perché avrebbe comportato fissare valori più restrittivi di quelli previsti per gli impianti esistenti, come del resto sarebbe logico aspettarsi. Quindi da un lato si deve fare riferimento a limiti più permissivi, dall'altro sono già passati 13 anni dalla fissazione degli unici limiti alle emissioni di impianti industriali, le tecnologie di abbattimento si evolvono in tutta Europa, mentre il nostro Paese rimane a guardare in attesa che qualche direttiva ci metta alle strette a causa dell'arretratezza delle poche norme tecniche emanate.

Quindi quello che ci si deve attendere nell'escludere il CDR dal novero dei rifiuti è che i cementifici che ne faranno uso non dovranno per questo sottoporsi a nuovi più restrittivi limiti alle emissioni.

LIMITI DI EMISSIONE A CONFRONTO

Emissioni

Unità

D.M. 12.7.90

Inceneritori esistenti

D.M. 12.7.90

Cementifici esistenti

D.M.503/97

Inceneritori rifiuti pericolosi

D.M. 05.02.98

CdR

Direttiva CEE/2000/76

CO (1)

mg/Nm3

100

-

50

50

50

Polveri (1)

"

30

50

10

10

10

TOC (1)

"

20

-

10

10

10

HCl (1)

"

50

30

20

10

10

HF (1)

"

2

-

1

1

1

SO2 (1)

"

300

600

100

50

50

NOx (1)

"

500

1800

200

200

200

NH3 (1)

"

250

-

250

250

-

Cd+Tl (2)

"

0,2

-

0,05

0,05 (5)

0,05

Hg (2)

"

-

0,05

0,05

0,05

As+Cr+Co+Ni

"

1 (4)

-

. . .

Metalli pesanti (2)(3)

"

5 (4) (6)

-

0,5

0,5

0,5

IPA (7)

"

0,1

-

0,01

0,01

-

PCDD+PCDF (7)

ng/Nmc (8)

4000

-

0,1

0,1

0,1

Il segno "-" indica che non sono previsti limiti.

(1) Valori medi giornalieri

(2) (2) valori medi rilevati su un priodo di campionamento di un ora

(3) Sb+As+Pb+Cr+Co+Cu+Mn+Ni+V+Sn

(4) (4) Valori medi rilevati su un periodo di campionamento da 0,5 a 8 ore

(5) (5) inclusi Pd+Se+Te+CN

(6) (6) Sb+Pb+Cr+Cu+Mn+V+Sn+Pt+SiO2+Rh

(7) (7) Valori medi rilevati su un periodo di campionamento di 8 ore

(8) 1 ng = 10 –6 mg.

E' interessante citare come esempio il protocollo di intesa che è stato firmato nel novembre 2002 tra il Comune di Broni (PV) e l'impianto della Italcementi, nel quale si utilizza combustibile costituito da coke di petrolio, per l'abbassamento dei limiti di emissione già fissati dalla Regione Lombardia (delibera n. 45275 del 24.09.99) per lo stesso impianto.

.

inquinante

Limite giornaliero mg/Nmc

Soglia fissata dal protocollo

. . . .

Pts

polveri totali sospese

50

20

SO2

biossido di zolfo

600

500 (*)

NOx

ossidi di azoto

1800

1200

CO

ossido di carbonio

1000 (2)

700

TOC

carbonio organico totale

100 (2)

40

HCl

acido cloridrico

30

20

. . . .

(*) riducibile a 400 mg/Nm 3 in caso di utilizzo di rifiuti combustibili non pericolosi a basso contenuto di zolfo.

(2) il limite non è fissato in delibera ma è desunto da quello che emerge dalle migliori tecnologie disponibili BAT

Questi sarebbero quindi gli stessi limiti che dovrebbero essere rispettati qualora alla Italcementi si decidesse di voler utilizzare "CDR di qualità", nell'ipotesi che il disegno di legge passasse con l'emendamento soprariportato. Nonostante l'encomiabile sforzo del Comune di Broni si tratterebbe ancora di limiti molto più alti di quelli fissati nella Direttiva CEE/2000/76, ma, in particolare, non verrebbero ricercati, perché non previsti nelle delibere autorizzative regionali, molti dei parametri fissati nella direttiva stessa.

La fissazione di limite alle emissioni non dovrebbe peraltro essere disgiunta da un severo esame delle caratteristiche del CDR, considerato che i sistemi per produrlo sono diversi, come diversi sono anche le percentuali dei relativi componenti.

Sul sito della Commissione Ambiente della Comunità Europea è stato recentemente pubblicato un rapporto dal titolo Refuse derived fuel, current practice and perspectives (b4- 3040/2000/306517/mar/e3). Da questa pubblicazione si traggono le seguenti interessanti informazioni.(http://europa.eu.int/comm/environment/whatsnew.htm)

L'RDF viene prodotto dai rifiuti solidi urbani (municipal solid waste - MSW) attraverso un certo numero di processi consistenti in:

Generalmente il rifiuto è sottoposto ad una selezione della frazione metallica e inerte come il vetro da quella organica come i residui di cibo e le potature. L'organico va verso il compostaggio o la digestione anaerobica. La frazione costituita da carta, legno, plastica e tessuti può essere bruciata direttamente come combustibile comune (cRDF) oppure essere pellettizzata in un RDF più denso (d-RDF). La decisione se procedere o no alla pellettizzazione dipende dalla ubicazione dell'impianto di trattamento rispetto a quello di incenerimento e dalle relative agevolazioni. Ci sono due tecnologie che sono state sviluppate e dalle quali si produce un rifiuto urbano ad elevato potere calorifico utilizzabile come RDF:

Da un impianto MTB esce la frazione metallica e gli inerti verso il recupero, la frazione organica verso il compostaggio, con o senza una fase di pre digestione anaerobica, la frazione residua ad elevato potere calorico costituita da carta, tessili e plastiche.

Da un impianto DSP la frazione residua, separata da inerti e metalli, viene effettivamente essiccata e stabilizzata attraverso un processo di compostaggio che lascia la massa finale con un elevato potere calorico appropiato per la combustione. Questo processo sviluppato in Germania è stato brevettato con il nome di ‘Trockenstabilat’.

Produzione di RDF nella Comunità europea, 2001

.
.

Tipo e numero impianti (a)

Ingresso rifiuti (a)

Uscita combustibile (a)

Paese

.

Capacità

Quantità trattata

Quantità prodotta

. .

(x103 tpa)

(x103 tpa)

(x103 tpa)

. . . . .

Austria

10 MBT (+2)

340 (+60)

340 d)

70

Belgium (e)

1+ (4 MBT)

NI + (600)

-

NI+(240-300)

Denmark

- c)

-

-

-

Finland

12 + (8)

200-300

140 - 300 f)

40 - 90 b)

France

- c)

-

-

-

Germany

14 MBT

1,100

NI

330 b)

Greece

-

-

-

-

Ireland

-

-

-

-

Italy

16 MBT + 6 + (3)

1,500 + NI

1,000 + NI

300 b)

Luxembourg

-

-

-

-

Netherlands

13 (+12)

2,000 (+1,300)

2,000

700

Portugal

-

-

-

-

Spain

NI

NI

NI

NI

Sweden c)

NI

NI

NI

1,350 g)

United Kingdom

3

250

250

90

Total EU

> 50

> 5,500

>3,700

˜ 3,000

  1. la parentesi individua gli impianti di RDF progettati o in costruzione
  2. si assume un rateo di produzione di RDF pari al 30%
  3. la produzione di RDF è discontinua per ragioni economiche
  4. inclusi i rifiuti solidi urbani, i fanghi di depurazione, i rifiuti legnosi e quelli provenienti dal commercio
  5. solo per la regione fiamminga
  6. inclusi i rifiuti domestici, dal commercio e gli inerti da demolizione
  7. non è chiaro quale tipo di trattamento si sia applicato

MBT impianto di trattamento bio-meccanico

Le opzioni attualmente disponibili o che si renderanno tali nel prossimo futuro riguardo l'utilizzo di RDF da rifiuti urbani sono le seguenti:

L'utilizzo di RDF in inceneritori dedicati a letto fluido è molto esteso in quanto offre alcuni vantaggi in termini di controllo delle emissioni prodotte dalla fase di combustione della massa. Sono poi meno sensibili alle variazioni di potere calorico del combustibile in arrivo. I pre-trattamenti come la selezione e lo sminuzzamento incrementano il livello e la consistenza del potere calorico. Il recupero energetico e le operazioni in generale possono essere molto più efficienti. Inoltre più la taglia del rifiuto è piccola, minore è la spesa per l'attrezzatura.

Molti cementifici non bruciano direttamente i rifiuti solidi urbani a causa della loro natura eterogenea. Questi sono utilizzati come balle di RDF solo dopo selezione e impacchettamento. Le balle sono generalmente introdotte nella fase di calcinazione. Si stima che circa 115 t/anno di rifiuti siano stati così coinceneriti nei cementifici europei nell'anno 1997 (RDC and Kema 1999). In Belgio e Danimarca l'RDF da coincenerire nei cementifici viene prodotto dopo un trattamento meccanico di selezione da rifiuti domestici.

Come RDF si considerano anche rifiuti di natura industriale. Questi includono plastiche e carta dalle attività imprenditoriali, pneumatici usati, rifiuti da biomassa, tessili, fluff dalla demolizione dei veicoli fine vita (ASR - automative shredder residues) e rifiuti pericolosi dall'elevato potere calorico come i solventi, gli oli esausti, i fanghi industriali, la segatura inquinata. Alcuni di questi per essere utilizzati devono possedere alcune caratteristiche di composizione dettate dalle stesse industrie come per es. una concentrazione limite di cloro e fosforo nei cementifici oppure una certa dimensione.

Tra gli inconvenienti nell'uso di questi rifiuti è la presenza di sostanze pericolose. I pneumatici fuori uso hanno un elevato potere calorico da 28,5 a 35 Mj/kg, ma contengono alte concentrazioni di ferro, solfuri e zinco. Gli oli usati sono prima sottoposti ad una separazione dell'acqua e dei sedimenti. Per le plastiche il principale fattore limitante è il contenuto di cloro dovuto al PVC. Anche il legno non è esente da problemi a causa della presenza di metalli pesanti (As, Cr, Cu), composti clorurati e altre sostanze tossiche.

Una accurata analisi della composizione dell'RDF in Europa si trova sulla pubblicazione CEN 2001, di cui alla tabella seguente.

Comparative analysis of waste recovered fuel quality across Europe

Parameter

Mixed MSW (a)

Source- separated MSW (b)

Source- separated ind. and com. waste (c)

Monostreams of ind. and com. waste (d)

Demolition and commercial waste (e)

Range

limits

EURITS

. . . . . . . . . . .
.

median

80%-ile

mean

mean

median

80%-ile

median

80%-ile

. .

Net Calorific Value (MJ/kg)

13.3

16.1

22.3

20.1

22.9

25.3

20.6

25.1

13-22

15

Moisture content (%)

24.7

22.0

33.6

16.6

11.5

17.2

13.4

18.8

11-34

.

Ash content (%)

16.0

17.7

10.2

6.7

9.6

11.6

13.8

20.6

7-18

5

Chlorine total (%)

0.6

0.8

0.4

0.3

0.4

0.7

0.7

1.1

0.3-0.7

0.5

Fluorine total (%)

0.01

0.02

nd

nd

0.01

0.04

0.01

0.04

0.01

0.1

Sulphur total (%)

0.2

0.3

0.2

0.1

0.1

0.1

0.1

0.4

0.1-0.2

0.4

Cadmium (mg/kg dm)

0.6

1.6

1.2

Nd

0.8

3.2

2.2

4.9

0.6-2.2

10

Mercury (mg/kg dm)

0.4

0.5

0.3

0.1

0.2

0.4

0.2

0.3

0.1-0.4

2

Thallium (mg/kg dm)

<0.8

<0.8

Nd

Nd

0.5

1.5

0.4

0.5

0.4-0.5

2

Arsenic (mg/kg dm)

3.0

4.9

8.8

Nd

1.5

1.7

1.0

2.0

1.0-8.8

10

Cobalt (mg/kg dm)

3.7

5.8

nd

Nd

2.0

3.8

2.9

4.7

2-4

200

Nickel (mg/kg dm)

21.5

33.3

20

Nd

6.2

16.0

13.1

26.3

6-21

200

Selenium (mg/kg dm)

<2

<2

nd

nd

1.0

2.5

0.4

1.7

0.4-1

10

Tellurium (mg/kg dm)

<1

<1

nd

nd

1.0

5.0

0.4

1.0

0.4-1

10

Antimony (mg/kg dm)

10.1

20.3

nd

nd

9.4

33.9

10.8

42.4

9-10

10

Beryllium (mg/kg dm)

0.2

0.3

nd

Nd

0.2

0.3

0.2

0.3

0.2

1

Lead (mg/kg dm)

121

189

52.4

nd

25.0

64.4

89.0

160.0

25-121

200

Chromium (mg/kg dm)

70.0

103

140

Nd

20.0

43.9

48.0

82.9

20-140

200

Copper (mg/kg dm)

59.5

88

80

Nd

48.0

118

97.5

560.0

48-98

200

Manganese (mg/kg dm)

nd

Nd

210

Nd

28.0

47.0

61.0

94.0

28-210

200

Vanadium (mg/kg dm)

6.6

10.2

nd

Nd

3.3

10.0

3.6

5.3

3-7

200

Tin (mg/kg dm)

10.5

27.6

nd

Nd

7.0

12.4

4.0

12.2

4-10

200

Zn (mg/kg dm)

225

307

340

nd

nd

nd

.

225-340

500

PCB (Sum DIN 51527)

nd

Nd

nd

Nd

0.2

0.5

0.2

0.5

0.2

0.2-0.5

I valori trovati sono stati messi a confronto con i limti fissati da EURITS, European Association of Waste Thermal Treatment Companies for Specialised Waste. L'industria del cemento si è tuttavia espressa negativamente sui limiti considerati troppo restrittivi, specialmente per quanto riguarda il potere calorico minimo.

Nello studio citato è inoltre riportata una valutazione di impatto ambientale riguardante l'utilizzo di RDF in alternativa ai combustibili tradizionali. Sono state quindi messe a confronto le caratteristiche dei rifiuti ottenuti daprocessi diversi con la composizione di due combustibili convenzionali come l'antracite e la lignite.

Content

Unit

ASR (1)

Demolition wood

Paper Reject Pellets

Trocken- stabilat®

MBT Nehlsen

Antracite

Lignite

. . . . . . .

coal

coal

CV

MJ/kg

18.3

17

25

16.5

13

28

9.1

N

%

2.0

2.93

0.14

1.7

1.5

1.4

1.0

S

%

0.32

0.17

0.10

0.2

not specified

0.88

1.5

Cl

%

0.56

0.118

0.67

0.44

0.4

0.14

0.11

As

mg/kg

10.6

4

<0.06

0.8

4

6.9

2.1

Pb

mg/kg

2710

762

60

230

200

33

2.1

Cd

mg/kg

31.9

4.1

3.12

2.2

0.35

0.35

0.07

Cr

mg/kg

489

48

25.9

60

100

30

5.3

Cu

mg/kg

5320

1,390

207

200

not specified

21

2.1

Ni

mg/kg

366

15.8

9.3

25

40

24

3.4

Hg

mg/kg

not specified

1.5

< 0.01

0.75

1.5

0.4

0.1

Zn

mg/kg

8510

500

309

400

not specified

42

5.8

  1. ASR - fluff da veicoli a fine vita

L'effetto ambientale nell'uso dei diversi combustiibili è stato esaminato attraverso diversi approcci. La VIA per quanto riguarda gli impatti locali, la LCA (analisi del ciclo di vita) per quanto riguarda il bilanciamento tra inputs e outupts espressi come materia ed energia, l'analisi di rischio per quanto riguarda gli aspetti tossicologici.

In questa valutazione i calcoli sono stati basatu su alcuni assunti come:

La principale conclusione dell'analisi LCA sulla produzione ed utilizzo di RDF è che nessuna dlle opzioni risulta globalmente vantaggiosa. Da una parte la sostituzione dei combustibili fossili mostra molti vantaggi se confrontata con l'alternativa della combustione in un inceneritore per rifiuti urbani. Dall'altra parte è nozione consolidata che gli impianti di co-incenerimento producono maggiori emissioni (in particolare di mercurio) rispetto ad un moderno inceneritore. Il beneficio nell'utilizzo di RDF nell'industria dovrebbe quindi essere seguito da un adeguato trattamento delle emissioni e da un loro controllo, compresa la qualità dei materiali in entrata.

Anche la VIA porta a conclusioni sovrapponibili. L'adozione della medesima migliore tecnologia in Europa sugli impianti di incenerimento, le centrali termoelettriche e i cementifici non comporta impatti significativi sulle condizioni locali. Tuttavia il mercurio nei cementifici e il cadmio nelle centrali a lignite sono i punti deboli per l'uso di RDF, sebbene questi valori stiano ancora al di sotto del 2% rispetto agli standard di qualità dell'aria. Deve essere data quindi priorità alla ricerca di questi parametri nel combustibile da rifiuti e al loro controllo alle emissioni.

La parte più difficile nella valutazione degli impatti dovuti all'uso di RDF riguarda il pericolo potenziale derivante dalla contaminazione dei prodotti finali. Sono stati esaminati alcuni prodotti finali come cemento, gesso e ceneri volanti. Una stima preliminare mostra che l'uso di RDF, specialmente di ASR, provoca un incremento di contaminanti, con implicazioni ambientali che è problematico prevedere. E' importante tuttavia ricordare che il confronto tra "con e senza RDF" dipende dalla concentrazione di metalli pesanti nel combustibile fossile che viene considerato come riferimento ed è sulla base di questa composizione che si possono dettare standard specifici per i prodotti finali. Questo standard potrebbe per es. stabilire che l'arricchimento di metalli pesanti nel prodotto finito non deve superare un fattore pari a 2.

.

Stima dei metalli pesanti nel cemento; co-incineration ratio: 50%

.
. . . . . . . . .

Elemento

Unità

Senza RDF

ASR

Paper-

Demo-

Trocken-

Nehlsen,

Buwal1

. . . .

Reject

lition

stabilat®

MBT

.
. . . .

Pellets

wood

. . .

Cl

mg/kg

134

1180

606

205

606

692

.

As

mg/kg

13

14.9

12.7

13.2

12.9

13.4

40

Pb

mg/kg

16.2

554

20.3

105

43.7

46.8

100

Cd

mg/kg

0.3

6.6

0.52

0.75

0.54

0.33

1.5

Cr

mg/kg

34.6

129

33.8

37.6

39.3

47.6

150

Cu

mg/kg

17.9

1070

33.5

180

41.4

(16.9)*

100

Ni

mg/kg

27.3

98.5

26.4

27.8

29

32.2

100

Hg

mg/kg

0.12

(0.08)*

0.09

0.19

0.14

0.22

.

Zn

mg/kg

59.6

1750

83.3

117

108

(58.8)*

350

( )* no concentration in secondary fuel specified

1 Swiss product specifications for clinker

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COMBUSTIBILE DA RIFIUTI: PRO E CONTRO LA PRODUZIONE E L'USO DI CDR