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Interrogazione sul progetto per la costruzione di un grande deposito di stoccaggio di gas metano nella bassa modenese

BONELLI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
nella bassa modenese è in via di realizzazione un progetto per la costruzione di un grande deposito di stoccaggio di gas metano che occuperà nel sottosuolo un'area di circa 120 chilometri quadrati, in un territorio che va da Finale a Massa, San Felice, Medolla, Camposanto e Mirandola, con un bacino di circa 50.000 abitanti;
l'impianto comporterebbe un investimento di 200 milioni di euro, dovrebbe essere operativo nel 2010, e permetterebbe di stoccare ad una profondità di 2.500 metri ben 3,2 miliardi di metri cubi di gas metano;
lo stabilimento per spingere il gas nel sottosuolo sarà realizzato a Rivara, da una srl di Roma che appartiene ad una società inglese, che ha avviato contatti commerciali con una multinazionale francese;
il 16 novembre 2006 è stata ufficializzata presso il Comune di San Felice sul Panaro, l'iscrizione all'albo delle Libere Forme Associative del "Comitato Ambiente e Salute", nato con lo scopo di fare chiarezza sul suddetto progetto di stoccaggio di gas con annessa centrale elettrica, che coinvolge da vicino non solo il paese di Rivara ed i suoi abitanti, ma buona parte dell'Unione dei Comuni modenesi dell'Area Nord;
secondo il Comitato Ambiente e salute, vi sono tra l'altro, preoccupazioni relativamente alla sicurezza geologica (è una zona sismica, che presenta "crepe" documentate e certificate dalle quali il gas potrebbe fuoriuscire) e alla sicurezza di superficie per l'impatto ambientale: il gas sarà spinto da turbine paragonabili a quelle dei motori a reazione, con conseguente impatto acustico sul territorio, oltre alle probabili emissioni di gas inquinanti, per la combustione di gas residui e l'eventualità di sfoghi del metano. Ricordiamo che ogni anno da impianti analoghi in Italia sfuggono ottomila tonnellate di gas metano (dati stogit);
inoltre l'impianto, per raffreddare le turbine, produrrà l'emissione in piena estate di quantità preoccupanti di calore, tali da comportare modifiche significative al microclima;
la comunità locale sta manifestando forte contrarietà e disagio per non essere mai stata informata e coinvolta nel progetto di realizzazione dell'impianto, e viva preoccupazione per quanto concerne le condizioni di sicurezza dell'impianto stesso, gli effetti sulla salute e gli impatti ambientali conseguenti alla sua realizzazione;
a seguito di ciò vi sono state diverse assemblee pubbliche al fine di sensibilizzare le istituzioni, secondo l'interrogante finora troppo silenziose su questo progetto, e ottenere la necessaria chiarezza e risposte concrete ai più che legittimi dubbi dei residenti;
l'Assessore all'Ambiente della Provincia di Modena, Alberto Caldana, nel corso dell'incontro sul suddetto progetto di deposito sotterraneo di metano, che si è svolto il 6 dicembre nella sede della Provincia di Modena, ha chiesto "al Governo la riapertura dei termini per presentare osservazioni al progetto, ulteriori rilievi tecnici e un confronto con il ministero dell'ambiente il quale deve mettere a disposizione degli enti locali e dei cittadini un referente tecnico in grado di fornire chiarimenti e risposte";
il 10 dicembre 2006, il presidente della Provincia di Modena Emilio Sabattini, con una lettera inviata al presidente del Consiglio Romano Prodi, ai ministri all'ambiente Pecoraro Scanio e allo sviluppo economico Bersani, ha tra l'altro chiesto formalmente una proroga rispetto alla scadenza fissata dalla normativa vigente per quanto riguarda la pronuncia sulla compatibilità ambientale dell'impianto di stoccaggio sotterraneo di gas a San Felice sul Panaro -:
se siano stati fatti accurati studi relativamente alla sicurezza dell'impianto esposto in premessa, e ai suoi effetti sul territorio e sulla salute della popolazione circostante;
se non si ritenga di procedere alla sospensione del progetto esposto in premessa, anche al fine di permettere il completo coinvolgimento delle comunità locali al processo di valutazione e decisione circa la realizzazione del progetto;
se non sia indispensabile la riapertura dei termini per le osservazioni, al fine di avere il tempo adeguato per incaricare esperti di fiducia che possano studiare il progetto e i rischi ambientali e di sicurezza, ripristinando peraltro i necessari termini di trasparenza e informazione che finora sono mancati.
(4-01965)