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Interpellanza sullo smaltimento dei residui della lavorazione della pietra nel Comune di Grezzana in provincia di Verona


Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere - premesso che:
l'industria del marmo rappresenta in alcune parti del territorio, e in particolare, nel Comune di Grezzana, in provincia di Verona, l'attività economica di gran lunga più importante, con circa 70 aziende produttive ed un consistente numero di addetti, che traina anche un rilevante "indotto" nel campo del commercio, dell'artigianato e dei servizi;
lo smaltimento dei residui della lavorazione della pietra (marmo e affini) ha sempre rappresentato un grave problema per lo sviluppo di detta attività, problema derivante soprattutto dalla qualificazione come rifiuti dei predetti residui, con conseguenti gravi difficoltà di carattere burocratico per il reperimento e l'allestimento di siti idonei, con alti costi a carico delle imprese;
tale normativa era del tutto ingiustificata dal momento che i residui della lavorazione della pietra costituiscono "inerti", senza alcun potere inquinante;
finalmente, il decreto legislativo 3 aprile 2006 (cosiddetto Codice dell'Ambiente), approvato dal precedente Governo, ha previsto all'articolo 186 che i residui della lavorazione della pietra erano assimilati alle "terre e rocce di scavo" e possano pertanto essere utilizzati anche per rinterri, riempimenti, rilevati, macinati e per il riempimento delle cave coltivate e che non costituiscono rifiuti, sempre che sia accertato dall'Autorità competente il carattere non inquinante del materiale;
la Regione Veneto ha adottato la deliberazione n. 1749 del 6 giugno 2006, con la quale ha dato indicazioni ed istruzioni operative per applicare l'articolo 186 del decreto legislativo 152/2006, ed è ora finalmente possibile intravedere una soluzione all'annoso problema dello smaltimento dei residui della lavorazione della pietra con lo snellimento degli adempimenti burocratici, il recupero produttivo del medesimo materiale, la riduzione dei costi, garantendo comunque la prioritaria tutela della natura e dell'ambiente;
assurdamente, il nuovo Governo ha approvato in Consiglio dei Ministri uno schema di modifica del decreto legislativo in oggetto, e in particolare all'articolo 186 si prevede di togliere i residui della lavorazione della pietra dall'assimilazione alle "terre e rocce di scavo", per cui gli stessi residui tornano ad essere considerati rifiuti ad ogni effetto, con conseguente ritorno alle gravi difficoltà di reperire siti idonei a realizzare "discariche" dove collocare gli "inerti", aggravio di tempi e procedure burocratiche, alti costi e, in alcuni casi, rischio di arresto delle attività delle aziende produttive;
tale problema riguarda la generalità dell'industria del marmo -:
se non ritenga, alla luce delle considerazioni svolte, che sia opportuno un attento ripensamento dei cambiamenti contenuti nello schema di modifica al decreto legislativo 152/2006 in relazione all'articolo 186, lasciando immutata l'attuale previsione che assimila i residui della lavorazione della pietra alle "terre e rocce di scavo" e non ai rifiuti come prevede invece la nuova formulazione.
(2-00295)"Volontè, Peretti".
FRATTA PASINI, BRANCHER, BRICOLO, ALBERTO GIORGETTI, FILIPPI, CAPARINI, CARLUCCI, PALMIERI, FUGATTI, GARAVAGLIA, MONTANI, SANZA, POTTINO, LAZZARI, FEDELE, GRIMOLDI, GIUSEPPE FINI, ROSSO, CAMPA, ALESSANDRI, TORTOLI, DI CAGNO ABBRESCIA, OSVALDO NAPOLI, ZANETTA, PAROLI, ALLASIA, PONZO e FERRIGNO.

Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
l'industria dell'escavazione e della lavorazione del marmo rappresenta, per antica tradizione, in diverse Regioni del nostro Paese, un comparto produttivo di notevole importanza anche in considerazione dell'elevato numero di lavoratori addetti e dell'ampiezza dell'indotto;
un significativo esempio di forte concentrazione di tale attività è rappresentato dal Comune di Grezzana, in provincia di Verona, dove tale settore produttivo costituisce l'attività economica più rilevante, con circa 70 aziende produttive, ed un consistente numero di addetti, ed include anche un significativo indotto nei settori del commercio, dell'artigianato e dei servizi;
lo smaltimento dei residui della lavorazione della pietra, del marmo e del granito che rappresenta da sempre un problema per lo sviluppo della predetta attività, a giudizio degli interroganti, è stato recentemente aggravato dal Governo in carica con la identificazione come "rifiuti" dei predetti residui, con conseguenti gravi difficoltà di carattere burocratico per il reperimento e l'allestimento di siti idonei allo smaltimento, il che comporterà oneri elevati a carico delle imprese;
quanto predetto risulta agli interroganti ingiustificato in quanto i residui dell'estrazione e della lavorazione della pietra, come risulta evidente, costituiscono materiale "inerte" e senza alcun effetto inquinante;
l'articolo 186 del decreto legislativo 3 aprile 2006 n. 152 recante "Norme in materia ambientale" aveva correttamente previsto che i residui della lavorazione della pietra siano assimilati alle "terre e rocce di scavo" e potessero essere pertanto utilizzati anche per rinterri, riempimenti, rilevati, nonché per il riempimento delle cave coltivate;
recentemente il Governo ha approvato uno schema di decreto di modifica per il suddetto articolo, tuttora in itinere, prevedendo di non considerare più i residui della lavorazione della pietra, come "terre e rocce di scavo", con la conseguenza che gli stessi residui verranno considerati come "rifiuti" a tutti gli effetti, con gravi difficoltà nel reperimento dei siti idonei alla realizzazione delle discariche di rifiuti in cui collocare materiale che è invece del tutto inerte;
tale decisione ingiustificata del Governo, renderà più gravosi i tempi e i costi per le imprese con seri danni per la loro competitività -:
quali siano le motivazioni che hanno indotto il Ministro interpellato ad adottare iniziative volte a modificare l'articolo 186 del decreto legislativo del 3 aprile 2006 n. 152 per escludere i residui della lavorazione della pietra dalla possibilità di essere assimilati alle "terre e rocce di scavo" anche se non comportano alcun pericolo inquinante;
se il Ministro dell'Ambiente non ritenga assolutamente indispensabile e urgente rivedere tale decisione onde evitare di apportare un danno ingiusto ed inutile all'importante comparto produttivo dell'estrazione e lavorazione del marmo.
(4-02044)