regia: Fernando Di Leo (Italia,
1979, col., 107')
con Vincenzo Crocitti, Vittorio Caprioli, Licinia Lentini, Daniele
Vargas, Giorgio Bracardi, Leopoldo Mastelloni, Olga Karlatos,
Roberto Reale, Serena Bennato, Daniela Doria, Raul Lovecchio,
Fernando Cerulli, Camillo Chiara, Flora Carosello
Musiche di Franco Campanino,
Montaggio di Amedeo Giomini, Direzione artistica Francesco Cuppini,
Scenografia Roberto Alberghini, Costumi Elisabetta Lo Cascio
Tina (Gloria
Guida) e Lia (lilli Carati), due belle ragazze poco più
che adolescenti, decidono di intraprendere un viaggio "in
autostop" attraverso l'Italia sull'onda di una forse tardiva
(vista l'epoca) vocazione hippy
(quanto era in voga alla fine degli anni
'70 l'autostop ora che ci penso! Era cosa più che normale
"farlo" e ancor più normale, quasi un dovere
civico, era concedere un passaggio a chi lo chiedeva).
Prima di giungere nella capitale le ragazze decidono di fermarsi
in una "comune" credendo di trovare il luogo dei loro
sogni. Le loro speranze vengono ben presto deluse; anche in
quel "paradiso" tutto ha un prezzo e per poter rimanere
nella comune le ragazze si trovano costrette a dover scegliere
tra pagare una retta oppure lavorare. Il lavoro non fa certo
per due ragazze così libere e le avvenenti protagoniste
decidono di mantenersi con prestazioni "in natura".
Le favole, anche quelle non proprio belle, non durano molto.
La polizia (tenuta al corrente di ciò che avviene all'interno
della comune da un "informatore") compie una retata
e arresta tutti. Dopo interrogatori durissimi, la comune viene
chiusa e così Tina e Lia riprendono il viaggio. Il destino
vuole però che si fermino in uno squallido bar a cercare
un po' di ristoro. Qui le due ragazze commettono l'errore di
mettersi a ballare, complice un juke
box, in maniera troppo audace
attirando l'attenzione di una compagnia di balordi. La banda
inizia a fare avance pesanti, troppo pesanti. Le ragazze fanno
finta di nulla ma quando è il momento di uscire vengono
circondate. Seguono alcune delle scene più crude del
cinema italiano
.(in una recensione in lingua inglese si
legge: "What follows is one
of the most brutal scenes in Italian cinema. After 90 minutes
of sexual comedy, director Fernando Di Leo smashes us in the
face with cold reality as the girls we have grown to love are
debased in a manner you will never forget"
Il film, già difficilmente reperibile di per sé,
è stato tagliato in vari punti e del finale originale
rimangono ben poche tracce
.. (si legge nel "Dizionario
dei film" di Paolo Merenghetti: "Piuttosto
spinto e massacrato dai censori e dai distributori, a partire
dal finale, che venne tagliato da quasi tutte le copie e sostituito
con uno meno crudo.").
Il film, come accennato non è certo
un capolavoro, anzi. La critica l'ha sempre (a ragione) stroncato
(in una recensione si legge: "Fernando
Di Leo è riuscito in un impresa a dir poco impossibile,
girare un film erotico appena decente, pur avendo a disposizione
due delle attrici più belle del cinema italiano, Gloria
Guida e Lilli Carati. Tutta la prima parte del film non è
disprezzabile, peccato però che nella seconda parte più
che un film sembra di assistere ad un documentario,sul 'emancipazione,
il proletariato ecc .Una giovanissima Gloria Guida e una Lilli
Carati in splendida forma, da sole sono un motivo più
che plausibile per vedere questo film") Tuttavia
il film merita di essere visto e non soltanto per la presenza
delle due splendide attrici, che nel film danno il meglio di
loro stesse ma anche per la geniale crudezza delle scene frutto
di Fernando di Leo, e perché rappresenta un'istantanea,
uno spaccato di una certa Italia degli anni '70, certo caricaturata
(forse nemmeno troppo) ma comunque sociologicamente interessante.
Nemorino'z
Homepage | Gloria e LIlli...
Nemorino © 2001
|
|