Basta usarlo per pochi minuti ed ecco apparire i primi danni
da La Repubblica - 31/8/00

Le ricerche del professor Colletti, il chirurgo che ha impiantato l'orecchio bionico

MILANO - Il professor Vittorio Colletti, direttore della clinica otorinolaringoiatrica di Verona, e' il chirurgo che lo scorso mese di febbraio ha impiantato con successo un orecchio bionico su un bambino di quattro anni privo del nervo uditivo, un'impresa mai tentata prima. Colletti ora sta studiando - senza sponsor o finanziamenti - le conseguenze sull'apparato uditivo dei telefonini, e i primi risultati sono tutt'altro che rassicuranti: "Ce ne sono alcuni molto dannosi. Occorre grande prudenza, e che si facciano al piu' presto ricerche specifiche". In cosa consiste il suo studio, professore? "Come chirurgo - spiega Vittorio Colletti - ho spesso l'esigenza di aprire la scatola cranica ai miei pazienti esponendo il nervo uditivo, osservando cosi' eventuali variazioni con una tecnica elettrofisiologica. Lo si fa correntemente per vedere se l'atto chirurgico da' un danno dell'udito. Ho chiesto allora ai pazienti che dovevano essere operati di permettermi di simulare una telefonata mentre si trovavano a cranio aperto, poggiando un cellulare sul loro orecchio, fatte salve evidentemente le regole igieniche. Cosi' ho potuto osservare in diretta gli effetti sul nervo". E cosa ha scoperto? "Con mia grande sorpresa, con l'attivazione del cellulare si verificavano variazioni importanti dell'attivita' del nervo. Modificazioni talmente consistenti che dopo due minuti di conversazione simulata ho dovuto interrompere l'esperimento, perche' le variazioni nei potenziali bioelettrici del nervo uditivo raggiungevano un valore critico che di solito noi riteniamo di non dover superare quando facciamo chirurgia, pena un danno permanente. Una volta sospesa la telefonata, ho visto che i parametri di sofferenza del nervo rientravano a valori normali dopo 7-8 minuti, un periodo lungo. Mi sono chiesto se stavo incappando in un errore metodologico. Ma ho risimulato il tutto in altre condizioni, e ho visto che il fenomeno era costante e sistematico". Cosa significa tutto questo? "Sicuramente le radiofrequenze realizzano un effetto biologico sul nervo dell'udito. Non sono effetti acuti, ma comunque esistono. Quello che dobbiamo scoprire ora e' come questi effetti evolvano. Ho gia' alcuni pazienti, che usano il cellulare con frequenza, che lamentano dolori, per esempio una signora che dopo una conversazione di 25 minuti ha accusato una sordita' improvvisa. Non voglio fare allarmismi, ma invitare a un uso intelligente del cellulare: telefonate brevissime con intervalli tra una chiamata e l'altra, evitare l'esposizione di neonati alle onde elettromagnetiche, per esempio. Quanto alla cosiddetta coccinella, secondo me non serve a niente". Le sue ricerche pero' non sono finite. "Sono andato avanti e ho visto che l'uso dell'auricolare riduce, ma non completamente, l'esposizione alle radiofrequenze. Meglio, comunque, impiegarlo sempre. Ora sto cercando di verificare quale tipo di telefonino sia meno dannoso e quale sia la distanza a cui tenere il cellulare per ricevere il messaggio sonoro con il minimo danno. L'antenna all'interno del telefonino mi sembra sia foriera di danni piu' dell'antenna esterna di vecchia concezione". Lei sta compiendo anche analisi comparative tra i vari modelli di cellulari per stabilire quali siano i meno dannosi? "Si', e ho fatto delle brutte scoperte: in giro ce ne sono alcuni molto lesivi, con emissioni davvero impressionanti. Devo pero' procedere con i piedi di piombo, fare riscontri, seguire una metodologia inattaccabile. Scatenero' un putiferio quando avro' finito, ma non mi interessa. Abbiamo il dovere, noi ricercatori, di fare il possibile per proteggere la gente, e soprattutto le giovani generazioni, di fronte a rischi che al momento in troppi sembrano prendere sotto gamba".

 

Cellulari: un nuovo studio denuncia i rischi per i bambini
di Carlino Acaulis - tratto da AAMterranuova

Una ricerca, effettuata da un gruppo di ricercatori spagnoli dell'Istituto di Ricerca Neuro-diagnostica di Marbella, pubblicato lo scorso dicembre sul Sunday Mirror; ha rilanciato i timori sulla nocività dei cellulari.
La novità dello studio è che per la prima volta sono state utilizzate "cavie" umane per misurare gli effetti delle radiazioni dei cellulari sui bambini.

Gli esperimenti sono stati condotti su un ragazzo di 11 anni e una ragazza di 13 anni, usando uno scanner Cateen collegato a un dispositivo in grado di misurare l'attività delle onde cerebrali.
Grazie allo scanner è stato possibile visionare come le radiazioni emanate dal cellulare disturbino l'attività delle onde cerebrali fino ad un'ora dopo la fine della telefonata.
Il dottor Gerald Hyland, consulente del Governo inglese proprio in materia di telefonia cellulare, ha definito i risultati "estremamente preoccupanti", ed ha aggiunto che "c'è da chiedersi se è il caso che i bambini, il cui cervello è in fase di sviluppo, continuino ad utilizzare i cellulari".
I risultati dei ricercatori spagnoli, dimostrerebbero che una telefonata di soli due minuti può alterare la naturale attività del cervello di un bambino fino ad un'ora dopo la fine della conversazione telefonica, scoprendo per la prima volta come le onde radio penetrano in profondità all'interno del cervello.

Un'anomalia che potrebbe influire negativamente sull'umore o sulla capacità di apprendimento dei bambini a scuola, quando per esempio usano il cellulare durante la ricreazione. 
Ancora non conosciamo tutte le conseguenze legate all'uso dei cellulari, ma l'alterazione delle onde cerebrali potrebbe portare a una perdita di concentrazione e di memoria, ridurre la capacità d'apprendimento e aumentare l'aggressività.
I risultati della ricerca spagnola, coincidono con la pubblicazione di un sondaggio condotto in Inghilterra, da cui emerge che l'87% dei ragazzi tra gli 11 e i 16 anni possiedono un cellulare e che il 40% di essi lo usano per 15 o più minuti al giorno.
Il dottor Hyland, che intende pubblicare i risultati della ricerca in un prossimo numero dell'autorevole giornale medico inglese The Lancet, ha affermato: "I risultati della ricerca inglese mostrano che non esiste un limite di sicurezza nell'uso dei cellulari. Non sappiamo se e quali danni permanenti sono prodotti da questa esposizione. Se fossi un genitore, starei molto attento a lasciare usare il cellulare a mio figlio, anche solo per un breve periodo. Il mio consiglio è di evitarne l'uso".

Il dottor Michael Klieeisen, che ha condotto lo studio, ha affermato: "Abbiamo potuto osservare nei minimi dettagli, ciò che accade nel cervello. Non ci aspettavamo di vedere le alterazioni delle onde cerebrali protrarsi per così lungo tempo. Siamo preoccupati che i delicati equilibri esistenti, come quello dell'immunità a infezioni e malattie, possano essere alterati da interferenze con gli equilibri chimici del cervello".
Un portavoce del Ministero della Sanità inglese ha aggiunto che: "L'uso del telefono cellulare per i bambini dovrebbe essere limitato a brevissimi periodi".

E' invece di qualche mese, la ricerca dell'Università di Zurigo che ha rivelato alterazioni nell'attività sottocorticale del cervello umano e disturbi del sonno in chi usa il telefonino.
Analoghe risultanze erano già emerse da ricerche analoghe svolte in Gran Bretagna

Carlino Acaulis 

Link: http://www.verdinrete.it/ondakiller/cellular.htm

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