poesie

 

1) Se tu fossi qui

 

Se tu fossi qui  con me,

chiuderei gli occhi

per mantenere impressa nella memoria l’immagine

di beltà che, aprendoli,  il tuo bel viso,

col palmo della mano,  mi incollerebbe sulla fronte.

 

Se tu fossi qui con me,  con la mia gioia

solcherei il mare più blu con la più bianca delle spume,

e col respiro, lievemente soffiando,

dipingerei  piccole nuvole nell’aria.

 

Mani sudate che vibrano sulla tua pelle, che non c’è.

Freddo che riscalda, col sangue alle tempie.

Ti penso, ti bramo,

Ti sfioro, ti tocco.

Vaga la mente mia, nel vicino eppur lontano ricordo:

realtà fosti,  o finzione?

Se davvero fossi esistita

nella mente mia, vivido sarebbe ora il mio sentire, di te.

 

Arduo ed improvvido il monte da scalare

per giungere là, al solare pensiero.

La punta del diamante conficcata nella pelle,

rallenta ogni passo,  ciascuna determinazione:

blocca il respiro. 

Sangue nell’esofago,  cilicio  nella carne,

 se nitido è il ricordo.

Ma se tu fossi qui …

Forte  scandirebbe il tempo il cuore mio.

Forte l’emozione salirebbe, nel pensiero di sfiorarti;

 bloccandolo, per non farti fuggire.

 

Marco

20.10.2006  (N.B.: protetta da copyright nabuk@iol.it)

 

 

 

2) Angolo

 

Angolo, angolo, ti dicono che sei un angolo.

Certo, non sei tondo, né sei quadro;

non hai un area facile,

non ti si esplora con la semplicità con cui

allunghi una mano a versarti la cristallina

acqua, no!  ( Certo che no!)

Spesso in te ci si chiude, ci perde  o ci si incaglia;

Angolo.

Ci si urta, maledicendoti,  o ci si cerca la memoria perduta,

nel tuo angolo.

Angolo.  A perdita di terreno vaga il pensiero,

cercando di uscire dall’anfratto, che ha creato, un angolo!

Eh, tu ridi, selvaggio, sorridi nel guardare tra le tue ciglia

tonde.. ma come tu, un angolo, tondeggi?

No, certo che no.. angolo sei, angolo resterai, nei secoli latini.

Angolari le tue ciglia, a ben guardarle,

 angolare la tua testa, semmai l’avessi avuta.

Spigolosa nel pensiero, nella alchemica formula che

qualche birichino o baldanzoso prestigiatore volle creare.

Oh, angolo, a volte ti odio ma a volte  ti adoro!

Addiviene angolare anche il pensiero mio, nel rimirarti.

Sì, perché è un angolo il paradiso sul quale ti affacci,

angolo dove il sole batte le sue stelle,

dove il più raro dei fiori trova il suo riparo.

 

Marco

20.10.2006  (N.B.: protetta da copyright nabuk@iol.it)

 

 

 

3) Bilie Colorate

“Idea  fanciulletta,

in quei colori nel vetro.

Bello apparir,

armonia  e vapore.

Immagine prediletta che scaccia via il tetro,

vorrei toccare e brandir quel colore.

 

 

Le bilie rotolano

Nei ferrosi interstizi,

col ditino le spingi, fugace.

Mentre volano gioiose nei guizzi,

spensierato ti accingi. Felice.

 

 

Tu, che doni poesia e calore,

col tuo modo di esser presente.

Forse m’hai creato, fantasia ed amore,

non nel cuore, ma nella tua mente….

 

Desiderio sommerso che esplode,

che ha trovato il suo punto ad Oriente,

nelle Terre del Giovane Sole.

Velieri, Galee e Pagode,

su tuo mare che attende sapiente,

per portarti tra fiori ed aiuole. “

 

 

Marco

 25 settembre 2001  (N.B: protetta da copyright nabuk@iol.it)

 

 

 

4) Quattordici Maggio

 

 Giovane follia.

Soffio d’aria.

Impetuoso incessare.

Lunga è la via, mi dicesti un dì;

Riflessione amara del vigore sommerso,

Scapitante, Maldestro, che m’accompagna

Senza passare.

 

Ascoltare la voce del vento,

Mentre la tempesta solca il mare.

 

L’Ara è pronta, dal Pulpito il verbo implora,

scegliere la  gioia  ed il dolore,

perché non c’è il Bene senza il Male.

 

Questo tu m’hai insegnato,

Messaggio forte di vita.

Ma averti al fianco,

Elsa, Guardia e Lama,

e’ un dolce Pensiero, Certezza e Guida.

 

Marco 

14.05.1991 – 2001 (N.B: protetta da copyright nabuk@iol.it)

 

 

5) Pesce d’Aprile

 

 

Guance rotonde, occhi di cielo

Soffermati a guardare lontano.

Mano calda al sorriso fugace,

vigoroso l’amabile aspetto.

 

Ad ogni nota, toglievi il tuo velo,

nel tuo lesto intercedere, piano.

Ma l’arguzia correva veloce,

pari battiti del cuore nel petto.

 

Connubio perfetto,

a scandire con calma i pensieri,

a trasmettere amore ai tuoi pari.

 

L’Amore er la tua Divisa,

corrisposto da chi può capire,

o che faceva il tuo stesso mestiere.

 

Uniti nella mente in tal guisa,

vigoroso scorreva l’ardire,

nel tuo cuore di Carabiniere.

 

Era bella la tua compagnia,

nel tuo modo di esser gioioso,

sempre allegro, testardo e focoso,

davanti ad una birra o alla Via.

 

E mi piace pensare ai tuoi occhi

Fermi ed impressi nella memoria,

col sorriso beffardo e giocondo,

contemplar talvolta gli sciocchi.

 

Ora attonito scorre il destino,

che talvolta ferma il percorso,

di una vita proiettata nel mondo.

 

Ma il pensiero resterà sempre primo,

e la mano vista dal dorso,

di te conterrà il ricordo profondo”

 

 

Marco

 

1 aprile 2004 (N.B: protetta da copyright nabuk@iol.it)