Il mistero delle luci  di Hessdalen

 

 

 

 

Resta un mistero sulle luci di Hessdalen fin dal 1980 nella valle norvegese di soli 150 abitanti circa a 80 chilometri a sud di Trondheim, dove da anni si vedono grandi luci inspiegate sospese a mezz'aria o nelle colline. Nell'agosto 2000 dopo molte altre missioni ha avuto luogo la prima missione italiana a Hessdalen insieme ai ricercatori norvegesi. La missione EMBLA 2000, era prevalentemente dedicata all'acquisizione di dati nelle onde radio lunghe (VLF) utilizzando un sofisticato spettrometro messo a punto dai tecnici del CNR del Radiotelescopio di Medicina (BO). L'analisi dei dati, acquisiti in grande quantità, mostrava la presenza nella valle di segnali altamente anomali.

L'anno dopo nel posto si è recata una spedizione Italiana per fare degli studi nel 2001.

Sono dei fenomeni luminosi dalla forma sferica e di colori intorno al bianco e al rosso. Sono caratterizzate da pulsazioni anche di lunga durata. Sono  apparsi in cielo che nel terreno. Quste luci appaiono in un punto, poi si spengono e riappaiono in un altro punto, questo fenomeno è collegato alle perturbazioni di campo magnetico. Nel 2001 per un mese intero sono state effettuati studi sul campo usando un telescopio riflettore, una camera CCD, una sofisticata videocamera CCD, uno spettrografo a bassa dispersione, varie macchnie fotografiche e tutta una serie di detector portatili messi a disposizione dal CNR. Con le osservazioni fatte si ha più comprensione del fenomeno dei globi luminosi, dal quale è emerso che:
- il fenomeno è formato da molti sferoidi secondari che sembrano vibrare attorno ad un punto. Qualche sferoide sembra essere espulsi dal corpo centrale.
- il fenomeno può cambiare la forma e il colore in brevi tempi, manifestando in continuazione delle pulsazioni irregolari.

Molti degli oggetti avvistati non avevano una forma definita come quelli ovoidali. Dei testimoni sostengono di aver visto oggetti sigariformi od oblunghi con luminosità e silenziosi in volo. In ogni avvistamento era stato visto un solo oggetto per volta. Gli avvistamenti venivano fatti attorno alle 19.30, ma anche tra le  22.30 e le 23.00. Le condizioni di osservazione durante gli avvistamenti erano varie: pioggia, nevischio, neve, nuvoloso senza precipitazioni, oppure cielo sereno. La temperatura variava tra -30 e +5 gradi centigradi.

La maggior parte degli avvistamenti descriveva luci notturne,  ma qualche avvistamento è stato fatto anche di giorno. Su molti oggetti osservati erano state viste potenti luci intermittenti bianche simili alla luce di un flash elettronico. L'osservazione di queste luci intermittenti aveva funzionato come indicazione della distanza: molti testimoni affermavano che l'UFO in quel momento era molto vicino. Sono state  viste di frequente luci rosse pulsanti, e in qualche caso erano ferme. In connessione con qualche osservazione è stata riportata l'interferenza con la ricezione TV, mentre in un altro caso un cane ebbe una reazione anomala al passaggio di un UFO nelle vicinanze, restando accucciato senza muoversì, quando l'ufo sparì il cane si tranquillizzò. Tornando indietro nel tempo quando l'ondata UFO raggiunse il culmine nei primi mesi del 1982 e il pubblico norvegese seppe del fenomeno, centinaia di persone interessate si recarono a Hessdalen per osservare il fenomeno, e si appostarono lungo l'arteria principale della valle, sperando di poter vedere qualcosa.

 Dal 17 al 21 marzo 1982 ci fù una  grossa spedizione. Poi in aggiunta ne furono organizzate altre il 24 settembre, l'8, il 16 e il 24 ottobre dello stesso anno. Furono presenti molte persone equipaggiate con macchine fotografiche e teleobiettivi, anche l'ingegnere Arne Pross Thomassen, il giornalista Arne Wisth (che ha poi pubblicato un libro sui fenomeni di Hessdalen), e il responsabile della sezione della Norvegia centrale, Leif Havik.

I dati acquisiti dal gruppo norvegese Project Hessdalen che si riunì nel 1984 furono rianalizzati subito dopo il congresso. Nell'ambito di questa analisi a posteriori si rilevò anche che esisteva una non correlazione tra alcuni parametri del fenomeno e l'attività solare giornaliera. Ciò portò a ritenere che l'attività solare con le sue particelle ad alta energia che collidono con l'atmosfera terrestre potesse essere una possibile causa di innesco del fenomeno,  si rilevò anche che molte altre caratteristiche del fenomeno non potevano essere agevolmente spiegate in questa maniera.

Recentemente fu esclusa una possibile correlazione tra il fenomeno e l'attività solare mensile e annuale,  tenendo anche in considerazione il numero di macchie solari come parametro.

Tornando alle ultime analisi effettuate utilizzando un apposito software per l'analisi spettroscopica,  la luminosità prodotta dal fenomeno è probabilmente di natura termica, quindi causata da una sostanza riscaldata. Non sembra che si trattì di un plasma in senso classico (ioni ed elettroni liberi), ma di una sostanza che simula un corpo solido uniformemente illuminato.