Pellicola dello smalto


 


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Pellicola dello smalto: funzione e struttura

 

La pellicola salivare acquisita rappresenta il risultato di un adsorbimento selettivo di componenti salivari di varia natura (soprattutto glicoproteine, ma anche lipidi, proteine) sulla superficie dello smalto. Si forma così, un sottile strato (ca. 10 μm) che separa il compartimento salivare dalla superficie del dente. La formazione di questa struttura sembra seguire modalità ben precise, piuttosto che un modello di deposizione casuale (ma ancora pochi studi sono stati effettuati). Il meccanismo di deposizione delle glicoproteine sul dente sembra essere la precipitazione selettiva di queste macromolecole (a carica negativa) ad opera di ioni Ca  (quindi carica positiva; probabilmente sono coinvolti anche altri ioni come Na  e K ), presenti sulla superficie della fase solida dello smalto (carica negativa), e dotati di alta affinità per i gruppi carbossilici delle proteine solubili. Quindi si deve considerare una struttura simile ad un “sandwich”: cariche negative delle macromolecole/cariche positive degli ioni/carica negativa sulla sup. dello smalto.

La formazione della pellicola acquisita dello smalto rappresenta la prima tappa della formazione della placca. La pellicola acquisita può essere rimossa con lo spazzolamento, ma si forma nuovamente in un tempo compreso tra pochi minuti ed alcune ore, in rapporto a numerosi fattori (in genere dopo un’ora circa dall’ultima detersione).

Funzioni della pellicola acquisita:

  • La pellicola costituisce una base per la successiva adesione batterica. Nella pellicola si possono evidenziare piccole quantità di destrani originate dai batteri nella saliva: questo potrebbe in parte spiegare l’adesione dei batteri su di essa; è importante sottolineare come i destrani vengano elaborati particolarmente da saccarosio ingerito. Il meccanismo di aggregazione dei batteri “pionieri” sulla pellicola sembra legato all’idrolisi dell’acido sialico da parte di una neuroaminidasi e conseguente precipitazione delle proteine residue (è stata rilevata una correlazione tra l’azione di questo enzima e il consumo di saccarosio nella dieta).
  • Ruolo di substrato di crescita per la placca batterica.
  • Protegge lo smalto da abrasione e erosione. La pellicola salivare sembrerebbe rivestire una funzione importante nel rallentare la demineralizzazione dei tessuti duri del dente e nella protezione degli stessi dagli insulti meccanici dovuti all’attrito durante l’attività funzionale.
  • Barriera di diffusione nei confronti dei metabolici acidi metabolici acidi, prodotti dai microrganismi (della placca batterica) e nei confronti degli ioni Ca   della demineralizzazione dello smalto.
  • È ormai dimostrato come la pellicola sia in grado di inibire i processi di demineralizzazione dei tessuti duri del dente. È stato suggerito che sia la componente proteica che quella lipidica, potrebbero essere responsabili dell’azione protettiva della saliva nei confronti dei tessuti duri del dente. L’effetto protettivo della pellicola salivare acquisita sembra aumentare con il trascorrere del tempo, soprattutto quando la sua età si aggira intorno ai 3-7 gg.

Struttura

La pellicola deriva dalle glicoproteine salivari, che sono almeno una ventina, e la cui frazione glucidica è rappresentata, tra le altre, da ac. sialico, fucoso, galattosio, glucosio, mannoso ed esosamine. Sembra ormai accertato che le mucine e le PRPs vi svolgano un ruolo di primo piano.

Le mucine sono molecole asimmetriche, dotate di struttura aperta, organizzata secondo un criterio random, costituita da una catena centrale polipeptidica ramificata in catene laterali glucidiche. Le catene laterali terminano con gruppi carichi negativamente, quali residui di acido sialico e ponti di zolfo, che rivestono fondamentale importanza nel determinare i legami tra le diverse molecole di mucina o tra esse e i batteri o ancora tra esse e lo smalto. Si tratta di molecole idrofile, in grado di trattenere ingenti quantità di acqua. Svolgono, infatti un’azione di lubrificazione.

Le PRPs (proteine ricche in prolina) sono strutture proteiche altamente simmetriche che, come altre macromolecole salivari (istatine, staterine), sono in grado di legare il Calcio libero ed inibire la precipitazione dei fosfati di Ca. le molecole delle PRPs, sono in grado, con la loro estremità amino-terminale, di adsorbirsi sulla superficie dentale. L’etremità carbossi-terminale viene così a sporgere libera nella cavità orale, disponibile all’interazione con i microrganismi orali. Le PRPs rappresentano un importante costituente della pellicola acquisita dello smalto e il substrato di adesione per molti microrganismi orali.

Le PRPs mostrano due funzioni principali:

·  Controllo delle reazioni biochimiche del fosfato di Ca (inibiscono la precipitazione dei Fosfati di Ca).

·   Mediazione dell’adesione di alcune specie batteriche alle superfici dentali.

 

Nonostante la presenza di macromolecole salivari (come le PRPs, le istatine e le staterine), in grado di inibire la precipitazione dei Fosfati di Ca, la formazione del tartaro, nel contesto della placca dentale, avviene comunque. Ci sono due teorie per spiegare questo fenomeno: una delle teorie parte dal presupposto che enzimi proteolitici batterici presenti nella placca interferiscano con l’azione di queste macromolecole ad azione inibente, degradandole. Si verrebbero a creare dei fori nell’ambito della pellicola dove si potrebbe avere precipitazione. Secondo un’altra teoria, lo sviluppo del tartaro potrebbe essere spiegato dalla difficoltà che la staterina e le PRPs incontrerebbero nella diffusione attraverso la placca in via di calcificazione. Costituitosi il primo nucleo di calcificazione, viene difficile, a queste macromolecole inibenti salivari, impedire che altri Sali possano precipitare.