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L'ISOLA D'ISCHIA

di Sirabella Antonio

Il Castello Aragonese

 

Il Castello Aragonese

 

La prima fortezza fu costruita nel 474 a.C. dal Greco Siracusano Gerone I, venuto in aiuto dei Cumani nella guerra contro i Tirreni.
In seguito alla vittoriosa battaglia, svoltasi nelle acque antistanti l'odierno comune di Lacco Ameno, Gerone I ottenne come ricompensa l'isola d'Ischia ed il Castello. Nel 315 a.C. i Romani fondarono ad Ischia la città di Aenaria e, molto probabilmente, utilizzarono il Castello come fortino difensivo e vi edificarono alcune abitazioni.

Nei secoli successivi i saccheggi e le lunghe dominazioni dei Visigoti, Vandali, Ostrogoti, Arabi, Normanni, Svevi e Angioini trasformarono completamente la fortezza di Gerone.
L'eruzione del Monte Trippodi, avvenuta nel 1301, costituì una spinta notevole allo sviluppo dell'insediamento sul Castello: gli Ischitani si rifugiarono sulla rocca che garantiva maggiore tranquillità e sicurezza e diedero vita ad una vera e propria cittadina.

Nel 1441 Alfonso d'Aragona ricostruì il vecchio maschio d'età angioina, congiunse l'isolotto all'isola maggiore con un ponte artificiale e fece costruire poderose mura e fortificazioni, dentro le quali quasi tutto il popolo d'Ischia trovò rifugio e protezione contro le incursioni dei pirati.
Il periodo di massimo splendore per il Castello si ebbe alla fine del XVI secolo quando la rocca ospitava 1892 famiglie, oltre il Convento delle Clarisse, l'Abbazia dei Basiliani di Grecia, il Vescovo col Capitolo ed il Seminario, il Principe con la guarnigione. Vi erano 13 chiese, di cui 7 parrocchie.

Verso il 1750, cessato il pericolo dei pirati, la gente cercò più comoda dimora nei vari comuni dell'isola d'Ischia alla ricerca di nuova terra da coltivare e per curare meglio l'attività della pesca. Nel 1809 gli Inglesi assediarono la rocca, tenuta dai Francesi, e la cannoneggiarono fino a distruggerla quasi completamente.

Nel 1823 Ferdinando I, re di Napoli, mandò via gli ultimi 30 abitanti e ridusse il Castello a luogo di pena per gli ergastolani. Nel 1851 lo adibì a prigione politica per quegli uomini che si erano opposti al potere dei Borboni.
Nel 1860, con l'arrivo di Garibaldi a Napoli, il carcere politico fu soppresso e Ischia si unì al Regno d'Italia. L'8 Giugno 1912 l'Amministrazione del Demanio, con trattativa privata, mise in vendita all'asta il Castello Aragonese: da quel momento la rocca è nelle mani di privati che ne curano i restauri e la gestione.

da Ischia on line

 

Ho cominciato la realizzazione di questo sito come un gioco, ma poi ho pensato che questo mio passatempo potesse essere utile per far conoscere ed apprezzare la mia amata Isola D’Ischia.
Il mio sito va preso in maniera molto leggera anche se credo possa far riflettere un tantino tutti noi.
Non ho nessuna pretesa ne’ politica ne’ affaristica, ma il mio vuole essere soltanto un mezzo per cercare di migliorare, sollevare o far conoscere il nome della nostra isola, che purtroppo ahime’ , spesso per l’esatta ubicazione bisogna accostare a Capri o dire un’isola vicino Napoli.
E questo non me ne’ vogliano i Capresi ed i Napoletani, con tutto il rispetto, Ischia con tutte le sue bellezze naturali non deve e non puo’ permettere.


Spesso noi isolani amiamo disprezzare ( spesso a ragione) la nostra isola e i nostri politici o politicanti, dimenticando che non sono altro che lo specchio della nostra cultura e societa’.
Quindi lo dico con un senso di autocritica bisogna iniziare singolarmente e personalmente a cambiare atteggiamento con la nostra isola:
• Usare di piu’ i mezzi pubblici …….
• Rispettare di piu’ l’ambiente ( tra un po’ mangeremo il cemento delle nostre case);
• Rispettare di piu’ i clienti che scelgono Ischia e farli sentire a loro agio…..
• Recuperare quel senso di Isola che ormai abbiamo perso ( purtroppo anche nel nome CITTA’ DI ISCHIA E NON PIU’ ISOLA D’ISCHIA).
• Usare bene la scheda elettorale ecc. ecc.

Vi assicuro che girando un po’ per l’Italia, ci si accorge che paesi che non hanno niente a che vedere con le nostre bellezze naturali, riescono con inventiva ed abnegazione a sopperire a queste mancanze e far arrivare migliaia di turisti sulle loro coste.
Il difficile non è farli arrivare, ma farli tornare…. E questo a noi ultimamente non riesce piu’.

Forse il primo o unico passo indispensabile per rinascere è il “COMUNE UNICO “ per l’intera isola, dimenticando forme di campanilismo e clientelismo.

Dai Ischitani, riscattiamoci e
Forza Ischia………………………………

Antonio Sirabella

 

Sant'Angelo

 

Sant’Angelo d'Ischia, antico borgo di pescatori percorribile solo a piedi, oasi di pace sfuggita ancora in parte all’amplesso dell’isola d'Ischia, è
oggi un rinomato centro turistico internazionale.
Con una superficie di circa 150 ettari ed una popolazione di 600 abitanti Sant’Angelo è situata sulla costa meridionale dell’isola in un trionfo di vegetazione ricca di frutteti, viti e piante di ogni tipo ed offre al visitatore panorami stupendi con case attaccate come ostriche alla piccola
collina che sovrasta il porto e stradine che si arrampicano e si affacciano
come balconi fioriti tra moderni alberghi e case colorate.
Boutiques con griffes esclusive, raffinate gioiellerie, studi d'arte, prodotti artigiana-
li fra cui le famose ceramiche, consentono uno shopping a cui sarà difficile resistere.
Pesce freschissimo, coniglio all’ischitana ed altre specialità gastronomiche locali si possono gustare nei rustici ristoranti che si specchiano nel mare e nel contempo trascorrere notti romantiche al chiaro di luna allietate dalle orchestrine dei
piano-bar o delle caratteristiche taverne.
Indimenticabile un drink nello scenario naturale e pittoresco della piazzetta sul
porto
.
Caratteristico ed unico al mondo il "pollo alla fumarola" cotto sotto la sabbia bollente dell' omonima spiaggetta.
Ma, ciò che rende unica Sant'Angelo, è un promontorio-isolotto con numerosi
terrazzi a semicerchio.Tale dosso sinattico di origine vulcanica, è alto m. 105 e
nella sua parte superiore un tempo sorgeva una chiesetta dove si instaurò il culto
dell'Arcangelo San Michele, l'Angelo da identificare nel nome del paesino.
I suoi bagni, le sue terme e le sue spiagge, sono famosi oggi come un tempo;
fra quest'ultime troviamo ad occidente le spiaggette di Chiaia di Rose, Cava
Ruffano e Cava Grado, mentre ad est, oltrepassata la chiesa parrocchiale di San
Michele Arc., si distende la grandissima spiaggia dei Maronti con i bagni di
Cavascura, Cava Petrelle e le famose Fumarole, i cui caldissimi vapori (sino a 90° C.) si levano turbinando dalla sottostante spiaggia, quasi fischiando, sulla scarpata tufacea.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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