L'Italia repubblicana

1. Quale fu la sorte dell’Italia alla Conferenza della pace di Parigi?

POSSIBILE RISPOSTA:   
De Gasperi firmò il lO febbraio 1947 il trattato di pace imposto all’Italia, che fu piuttosto pesante in quanto gli Alleati tennero in scarsa considerazione la cobelligeranza italiana seguita all’armistizio del 3 settembre ‘43 e la lotta di resistenza. L’Italia dovette cedere alcuni territori: Briga e Tenda alla Francia, l’Istria alla Jugoslavia, Rodi e il Dodecanneso alla Grecia; perse anche tutte le colonie. Trieste e il suo territorio vennero divisi in due zone, una amministrata dagli angloamericani, che tornerà all’Italia nel 1954, e una amministrata dalla Jugoslavia.

 

2. Qual è stata la successione dei Presidenti della repubblica?

POSSIBILE RISPOSTA:   
Enrico De Nicola 1946-1948 (presidente provvisorio)
Luigi Einaudi 1948-1955
Giovanni Gronchi 1955-1962
Antonio Segni 1962-1964
Giuseppe Saragat 1964-1971
Giovanni Leone 1971-1978
Sandro Pertini 1978-1985
Francesco Cossiga 1985-

 

3. Quali votazioni si tennero il 2 giugno 1946?

POSSIBILE RISPOSTA:   
Il 2 giugno 1946 si tennero sia il referendum che portò alla istituzione della repubblica (12.700.000 contro 10.700.000 per la monarchia), sia le elezioni per l’Assemblea Costituente, in cui la DC ebbe il 35% dei voti, il PSI il 20% e il PCI il 19%; gli altri partiti rivelarono la loro debolezza numerica.

 

4. Qual è la situazione politica dell’Italia all’indomani della guerra?

POSSIBILE RISPOSTA:   
Terminata la guerra, i partiti che avevano condotto la Resistenza formarono un governo di unità nazionale, presieduto da Ferruccio Parri. Un referendum, a suffragio universale, tenuto il 2 giugno ‘46, decise per la forma istituzionale repubblicana.
Nel gennaio del ‘47 l’unità dei partiti antifascisti si ruppe: i partiti laici (liberali, repubblicani, azionisti) si erano rivelati molto deboli, le sinistre erano divise (dal Partito Socialista si scisse il PSLI, che diverrà poi il Partito Socialdemocratico, guidato da Saragat, contrario alla linea d’azione comune con i comunisti); anche all’interno del mondo sindacale si ebbe una frattura, contrapponendosi alla CGIL (Confederazione Italiana del Lavoro), costituitasi neI 1944, la CISL (Confederazione Italiana Sindacati Liberi), cattolica, e la UIL (Unione Italiana Lavoratori), socialdemocratica. Determinante divenne la Democrazia Cristiana, il partito di maggioranza relativa, erede del Partito Popolare, che diede vita a un governo De Gasperi, con esclusione dei socialisti e dei comunisti.
Il governo De Gasperi incarnò la svolta moderata in corso nel paese, in sintonia con la situazione internazionale di guerra fredda;significò per l’Italia l’allineamento nel blocco occidentale con l’adesione al piano Marshall (1948) e al Patto Atlantico (1949). Anche la Chiesa premeva in questo senso, dichiarando scomunicati quanti aderissero al Partito Comunista.
Si costituì un partito di ispirazione fascista, il Movimento Sociale Italiano.

 

5. Come si possono dividere le diverse fasi politiche italiane del dopoguerra?

POSSIBILE RISPOSTA:   
giugno-novembre 1945: governo di unità nazionale presieduto da Parri;
dicembre 1945:
prima svolta moderata con il governo di De Gasperi, che nel 1947 escluderà socialisti e comunisti;
1948-1958:
governi centristi presieduti dalla Democrazia Cristiana, guidati da De Gasperi fino al 1953, quando le elezioni politiche videro un leggero calo della DC (dal 48,5% del 1948 al 40%), quindi da Pella (1953-54), Scelba (1954-55), Segni (1955-57), Zoli (1957-58);
1958-1963:
governi monocolore democristiani, guidati da Fanfani (1958-59 e 1960-63), Tambroni (1960) e Leone (1963);
1963-1972:
governi di centro-sinistra, presieduti dalla DC con la parteci­pazione del PSI, oltre che dei partiti laici, guidati da Moro (1963-68), Rumor (1968-70), Colombo (1970-72);
1972-1976:
fine del centro-sinistra, governi presieduti dalla DC e guidati da Andreotti (1972-73), Rumor (1973-74), Moro (1974-76);
1976-1979:
governi monocolore DC, presieduti da Andreotti e fondati sulla astensione di tutti i partiti, PCI compreso: governi di «solidarietà nazionale»;
1979:
iniziano i governi «pentapartito» (DC, PSI, PSDI, PRI, PLI), guidati da Cossiga (1979-80), Forlani (1980-81), Spadolini (1981-82), Fanfani (1982-83), Craxi (1983-1987).

 

6. Come avvenne la ricostruzione economica del dopoguerra?

POSSIBILE RISPOSTA:   
La ricostruzione venne avviata nel quadro del piano Marshall (detto anche Piano ERP, Piano per la Ripresa Europea), che offriva aiuti economici ai paesi europei legati politicamente e militarmente agli USA, il modello seguito fu quello liberista, basato sull’iniziativa privata. Favorevoli a questa soluzione erano sia i gruppi industriali, che temevano le tendenze almeno teoricamente collettivistiche delle sinistre, che partecipavano al governo e quindi avevano un potere decisionale, sia i maggiori economisti liberali, come Einaudi, che intendevano contrapporsi allo statalismo che era stato proprio del fascismo.
La ripresa fu lenta;nel 1946-47 l’inflazione fu molto forte; nel 1947 Luigi Einaudi, ministro del bilancio, prese alcune misure atte a salvaguardare i ceti medi e a rilanciare le esportazioni. La politica einaudiana basata sulla svalutazione e la deflazione (restrizione del credito) favorì la concentrazione industriale attorno alle imprese più solide. L’IRI, Istituto di stato, operò per il rilancio dell’industria di stato.

 

7. Che cosa è il «miracolo economico»?

POSSIBILE RISPOSTA:   
Nel decennio ‘50-60 si ebbe un forte sviluppo industriale, particolarmente intenso a partire dal 1957, data dell’ingresso dell’Italia nel Mercato Comune. Lo sviluppo interessò tutti i settori: tessile, siderurgico, meccanico, chimico e petrolchimico, e si basò soprattutto sul basso costo del lavoro. Non si trattò però di uno sviluppo omogeneo: i tradizionali squilibri fra Nord e Sud si accentuarono; mancò una politica complessiva di guida allo sviluppo, per cui solo una parte della popolazione ne trasse dei vantaggi. I contadini, soprattutto del Sud, abbandonarono in massa le campagne; vi fu una grossa corrente di migrazione interna verso le industrie delle città del Nord (Torino in particolare) dove però mancavano le infrastrutture essenziali (case, scuole ecc.).

 

8. Che cosa è l’«autunno caldo»?

POSSIBILE RISPOSTA:   
L’«autunno caldo» rappresenta la ripresa del sindacalismo italiano, che si esprime in lunghe lotte nel 1969. Le richieste del movimento operaio comprendevano:
- aumenti salariali sganciati dalla produttività, eguali per tutti;
- partecipazione operaia alla gestione delle imprese;
- coinvolgimento del sindacato nella definizione della politica economica nazionale;
- riforme per la casa, la sanità, la scuola.
Le rivendicazioni operaie vennero in parte accolte; nel maggio 1970 il Parlamento approvò lo «Statuto dei Lavoratori», volto alla tutela dei diritti sindacali.

 

9. Come si caratterizzano gli anni Settanta?

POSSIBILE RISPOSTA:   
Gli anni Settanta in Italia sono caratterizzati da una triplice crisi: economica, sociale e politica.
La crisi economica
si configura come ristagno produttivo, disoccupazione, inflazione; l’economia italiana risente negativamente del rincaro del petrolio e dei suoi derivati, e delle derrate alimentari che si debbono importare dall’estero. L’inflazione ha un andamento molto forte, anche a causa della svalutazione del dollaro, decisa dagli USA per sostenere le proprie esportazioni. La disoccupazione cresce, colpendo soprattutto i giovani e le donne; parallelamente crescono forme di «lavoro nero», lavoro precario e a domicilio, fuori dalle garanzie sindacali; nel mondo dei lavoratori occupati si manifesta un massiccio fenomeno di «assenteismo». Gli investimenti diminuiscono, molti capitali vengono esportati clandestinamente, le evasioni fiscali continuano a essere un problema preoccupante.
La crisi sociale
è in relazione alla crisi economica e si esprime in una moltitudine di movimenti e di iniziative che riguardano temi quali il divorzio, l’aborto, la condizione femminile.
La crisi politica
si esprime nella «strategia della tensione» e nell’esplosione del terrorismo, che ha il suo apice nel marzo-maggio deI 1978 con il sequestro e l’assassinio di Aldo Moro.
La situazione di emergenza determinata dal terrorismo mette in crisi i governi di «solidarietà nazionale», facendo riemergere pienamente le contraddizioni fra DC e PCI. Le elezioni anticipate del 1979 porteranno alla formazione di governi con la presenza dei socialisti.

 

10. Che cosa è la «strategia della tensione»?

POSSIBILE RISPOSTA:   
Con questo termine si intendono le azioni del terrorismo di destra, che miravano a creare un clima favorevole a una svolta autoritaria; momenti fondamentali di questa strategia furono la strage di piazza Fontana a Milano del 12 dicembre 1969, quella di Brescia e del treno Italicus nel 1974 e quella della stazione di Bologna nel 1980.

 

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