DA GELA A PIAZZA ARMERINA

 

Seguite la strada di Caltagirone e, ad una ventina di km. prendete la SS 177 bis sulla sinistra per arrivare a Piazza Armerina, a 45 km. da Gela. È una tappa necessaria per visitare la Villa Romana del Casale.

PIAZZA ARMERINA

In treno: linee da Catania, Palermo, Agrigento, con fermata a Dittaino dove l'arrivo a Piazza Armerina è assicurato da un autobus.

In macchina: da Caltanissetta 48 km.; Catania 80 km.; Enna 35km.; Messina 177 km.; Ragusa 99km.; Siracusa 139 km. Puìlman: Numerosi servizi che partono da Piazza G. Cascino servono Catania, Aidone (Morgantina), Caltagirone, Caltanissetta, Enna, Gela, Palermo

PIAZZA ARMERINA NELLA STORIA

Questa città situata su tre colline, a 721 m. di altitudine, conobbe il suo momento di gloria nel medioevo, sotto il regno normanno del Conte Ruggero. Essa ebbe una parte attiva negli avvenimenti della storia siciliana poiché nell 296, Federico III di Aragona vi convocò il parlamento prima di decidere di fare guerra contro i suoi fratelli Giacomo e Carlo Il d'Angiò che si preparavano a conquistare l'isola. Nel 1299, la Casa d'Angiò tentò invano di assediarla. Piazza Armerina ha conservato monumenti interessanti di quest'epoca normanna ed aragonese, ma essa deve soprattutto la sua notorietà alla scoperta, nel 1950, dopo un secolo di ricerche, della Villa Romana del Casale.

VISITARE PIAZZA ARMERINA

Molti turisti si contentano di visitare la Villa Romana, tralasciando la città. Sbagliano, poiché Piazza Armerina (23.000 ab.), pur senza possedere monumenti notevoli, è piena di fascino se si sa passeggiare nel dedalo delle sue viuzze. Partendo da Piazza G. Cascino, seguite Via Garibaldi. Sulla destra, la Chiesa di 5. Giovanni Battista costruita alla fine del XI secolo in stile gotico dai cavalieri di Gerusalemme, con un portale ad arco sormontato da una finestra a forme di croce greca, è oggi sconsacrata. Sulla sinistra, all'ingresso di Via 5. Stefano, si può vedere la chiesa che ha dato il nome alla strada. Essa conduce in seguito a Piazza P. Martiri fiancheggiata a destra dalla Chiesa e dal Convento dei Teatini, e a sinistra dalla Torre Padre Santo e daIl'ex convento di 5. Chiara. Una stradetta, a destra della Chiesa di 5. Giovanni, permette di raggiungere Via Garibaldi che continua in Via Marconi. Sulla destra, il Palazzo Monastra, poi Palazzo Demani e l'ex-convento Benedettino (oggi Municipio). Dall'altromnj lato della strada che sale verso il Duomo, si trova il Palazzo di Città, e proprio a fianco, l'ufficio del turismo. È possibile arrivare al Duomo, la cui alta cupola domina la città, sia da Via Cavour, tra il Municipio e il Palazzo di Città, sia da Via Vittorio Emanuele tra l'ufficio del turismo e Palazzo Capodarso. In questo caso, salite sulla vostra destra le scale che costeggiano l'antica chiesa del convento di 5. Anna, e passate tra il Palazzo Trigona e Princ. 5. Elia, per arrivare in Piazza del Duomo. Iniziata nell 604, sull'area di un'altra molto più antica, e terminata nell 719, questa chiesa ha conservato alcuni elementi d'origine. È così' che si può vedere ancora sul lato destro l'alto campanile (44 m.) di stile gotico catalano, ornato da due ordini di finestre ad archi, che apparteneva alla chiesa primitiva. La sua parte superiore risale all 526. L'interno, a croce latina, che si estende per 70 m., è sormontato da una cupola di 13,38 m. di diametro e culmina a 76,50 m. dal suolo. A destra, sopra le fonti battesimali, arcata scolpita dalla scuola dei Gagini (1594). Nell'altare maggiore, bel tabernacolo barocco e Vergine Bizantina. Nella cappella a sinistra del coro, grande Crocifisso del XV secolo dipinto su due facce da un artista anonimo, chiamato "Maestro di Piazza Armerina>'. Piazza Armerina possiede ancora numerose chiese e palazzi la maggior parte dei quali è purtroppo, abbandonata e caduta in rovina. Ritornando in Piazza Cascino potrete vedere all'inizio del Viale G. Ciancio, subito dopo il Giardino Garibaldi, la chiesa di 5. Pietro dell'inizio del XVII secolo. Essa possiede un bel soffitto a cassettoni, sculture dei Gagini e l'altare è sormontato da una decorazione a intarsio.  

LA VILLA ROMANA DEL CASALE

Ma la principale curiosità di Piazza Armerina, è la Villa Romana situata a Casale, ai piedi del Monte Mangone, a 6 km. Da Piazza Cascino, imboccate Via Sturzo e girate a destra in Via Principato, sul lato dell'Hotel JoIly. Arrivati all'estremità di questa via, girate a destra seguendo la strada per Barrafranca. A 4 km., girate a sinistra seguendo il cartello indicatore. L'ingresso della Villa è ad 1 km. Vasto parcheggio. Visita dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.30 al tramonto in estate; dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.00 al tramonto in inverno. La scoperta della Villa Romana dl Casale fa parte dei grandi avvenimenti archeologici di questi ultimi anni. lì numero e l'ampiezza delle sale, l'importanza e la originalità artistica dei mosaici costituiscono un insieme che non si ritrova in alcun altro centro archeologico d'epoca romana. Quaranta pavimenti a mosaico policromo coprono una superficie di circa 4.000 m2. Fin dall 812, un primo sondaggio aveva permesso di reperire l'area di questa villa, ma fu solo nell 929 che Paolo Orsi scopri' il primo mosaico: "le fatiche d'Ercole". Tra il 1935 e il 1939, un'altra parte fu portata alla luce, ma bisognò attendere il 1954 perché l'insieme della villa fosse liberato e i suoi mosaici restaurati. Per i primi anni la villa fu lasciata senza protezione, ma in seguito, per assicurarne la conservazione, fu costruita una gigantesca vetrata e delle impalcature praticabili che permettono di percorrere tutta la villa senza doverne calpestare i preziosi pavimenti. Gli spiriti nostalgici si dispiacciono nel vedere queste opere inestimabili rinchiuse come volgari insalate in serre dal discutibile aspetto estetico. Non bisogna dimenticare che queste opere fragili hanno potuto vincere i secoli e pervenirci in questo stato di freschezza perché, essendo sotterrate sotto uno spesso strato di terra, erano, in tal modo, protette dalle intemperie e dai vandali. L'identificazione del proprietario di questa villa ha diviso molti archeologi e storici. Si è supposto che si trattasse della dimora di un tetrarca o, quanto meno, della residenza estiva di un imperatore, ciò che le valse l'appellativo di villa imperiale. Sembra più plausibile pensare che essa sia appartenuta ad un gran signore o ad un patrizio del tardo impero. Che importa d'altronde l'identità esatta di quest'uomo di gusto e fortunato, che ci ha lasciato una residenza che testimonia, per le sue strutture e per la sua decorazione, il lusso nel quale vivevano nel suo tempo? Siccome questa villa poggia su un'altra costruzione molto più modesta del Il secolo e poiché alcuni dei suoi mosaici portano tracce di restauri effettuati nel VI secolo, la si può fare risalire approssimauvamente aai III al IV secolo d.c. Contrariamente ad altre ville romane, le sale non sono isolate ma formano un insieme omogeneo. Per una migliore visita vi indichiamo la collocazione dei differenti locali corrispondenti ai numeri riportati sulla pianta riprodotta nelle pagg. 124 e 125. 1) Ingresso monumentale con pilastri a colonne ioniche e nicchie con vasche. 2> Cortile poilgonale con fontana al centro e basi del portico. Da li si penetra nelle terme. 3) Piccolo vestibolo circolare con decorazione a motivi geometrici. 4) Frigidarium, sala ottagonale con soggetti marini, circondata da 6 piccole absidi e da due piscine. 5> Piccola camera per massaggi dopo il bagno. 6) Tepidarium o specie di bagno turco il cui pavimento rappresenta una scena di giochi. Questa sala era riscaldata dall'aria calda proveniente da caldaie esterne per mezzo di condotti sotterranei. 7) Uscendo dalle terme si trova la grande latrina. 8) Ritornando nel cortile poligonale, si penetra nella villa attraverso il vestibolo: mosaico con servi che portano allori e candelabri per accogliere l'ospite. 9) Grande peri-stillo rettangolare su colonne con capitelli corinzi. I mosaici rappresentano teste dì animali racchiuse in medaglioni. 10) Al centro del peristilio giardino con fontana. 11) Tempietto absidale con mosaico geometrico. Si vede ancora il piedistallo della statua della divinità. 12) Piccola latrina per signore con bidets rettangolari. 13) Palestra o salone del circo che rappresenta i giochi del Circo Massimo di Roma la cui zona centrale ci mostra la pista. A sinistra, il pubblico e la loggia imperiale; a destra, i templi delle divinità. Notare i colori degli abiti dei quattro gruppi. 14) Saletta trapezoidale con un gruppo di persone che si recano alle terme, accompagnate da domestici. 15) Sala detta del forno normanno. 16) Sala che presenta un pavimento di stile geometrico con quadrati, esagoni e stelle a quattro punte. 17) Sala della danza con sei coppie di ballerini. Da notare una bellissima figura di danzatrice aureolata dalla sua fascia. 18) Sala a decorazione geometrica con stelle a otto punte. 19) Sala il cui mosaico è andato perduto. 20) Sala delle Stagioni con pesci, uccelli, e quattro figure che simboleggiano le stagioni. 21) Sala della piccola caccia. Questo insieme ammirevole ci presenta varie scene di grandissima qualità e perfettamente conservate: servi con cani, cacciatori che fanno un sacrificio a Diana, al centro, colazione sotto una tenda. 22) Sala dei bimbi pescatori con puttini a bordo di quattro barche, che pescano con le reti, nasse e tridenti in mezzo ad una danza di delfini, davanti ad una sontuosa villa. 23) Sala del mosaico a quadrati. 24) Sala del mosaico a ottagoni. 25) Corridoio o ambulacro della grande caccia. Questo magnifico mosaico di 350 m2 si compone di tre parti: l'inseguimento e la cattura degli animali selgaggi, il loro imbarco e il loro sbarco. Al centro della composizione, si notano i funzionari e il capo del personale che controllano le operazioni di imbarco. L'importanza di questo immenso mosaico lascia pensare che questa villa sia appartenuta a un Numida o ad un meticcio che si arricchi' catturando animali vivi destinati al circo. Ognuna delle scene può essere studiata nei dettagli per il suo realismo, i colori e la vita che l'anima. Nelle absidi che delimitano la galleria sono personificate due province da dove provenivano probabilmente gli animali. 26) Si passa in seguito nelle camere di soggiorno. La prima è a pavimento geometrico e ci introduce nella famosa camera delle ragazze in bikini. 27)11 più celebre mosaico di tutta la villa è probabilmente meno antico degli altri poiché, esso poggia su un altro mosaico geometrico della prima villa, molto più modesto, del lì secolo. Sull'estensione superiore, le ragazze si danno alla corsa ed ai pesi; in quella inferiore, giochi di danze e incoronamento dei vincitori. 28) Sala detta del Mito d'Odeo dove è rappresentata la leggenda del poeta. In questa stanza è stata ritrovata una copia romana della statua d'Apollo di Prassitele. Al centro, c'era una fontana. 29) Cortile elllttico con alcuni resti di pavimento. lì cortile era ornato da due fontane al centro e, sui lati, nicchie contenenti statue di divinità. 30) Camera dei piccoli vendemmiatori. 31) Camera dove si vedono bambini che Pigiano l'uva portata alla fattoria su carretti. 32) Sala il cui mosaico è andato perduto. 33) Camera dei bimbi pescatori. 34)11 mosaico è andato perduto. 35) Sala dei bambini pescatori. 36) Triclinium o sala da pranzo. Questa grande sala a tre absidi èmirabilmente decorata. Al centro abbiamo le fatiche di Ercole, eroe che simboleggia la forza che lotta contro creature mostruose. Nell'abside sinistra, si vede l'Apoteosi di Ercole incoronato d'alloro. Nella striscia mediana, metamorfosi di Dafne, che, inseguita da Apollo, prega gli dei di trasformarla in alloro, e di Ciparis che, avendo ucciso il suo cervo preferito, si trasforma in cipresso. Nell'abside in fondo, cinque giganti colpiti dalle frecce di Ercole. Quest'opera, per la sua potenza, ricorda Michelangelo. La striscia mediana rappresenta Esione esposta al mostro marino e Endimione che attende l'apparizione della sua amante, la luna. Nell'abside di destra Licurgo tenta di uccidere la figlia Ambrosia sotto lo sguardo delle menadi terrorizzate ma Dioniso, intenerito, la trasforma in vite, lasciando Licurgo alla mercè di una pantera. 37) Si passa in seguito negli appartamenti privati con la sala di Ufisse e Poilfemo in cui il ciclope è rappresentato con tre occhi. 38) Camera da letto del propdetario con, al centro, una scena erotica. 39) Camera con un'abside decorata da frutti e raltra da fiori. 40) Sala diricevimento del periodo del basso impero che già definea la forma delle basifiche cristiane. 41) Si passa ora nelle camere dei bambini dove si vede Arione che abbandona la sua nave per continuare il viaggio in barca in mezzo a delle naiadi e personaggi mitologici. 42) Atrium con motivi di ragazzi pescatori. 43) Sala con alcova rettangolare il cui pavimento rappresenta dei bambini che raccolgono fiori e intrecciano ghirlande. 44) Lotta tra Pan ed Eros. 45) Sala nella quale si vedono dei bambini che si danno ai giochi del circo. Si ritrovano i colori dei gruppi rappresentati nella sala 13.46)11 mosaico ci mostra attori e musicisti che si preparano per la tragedia. 47) Piccola latrina esterna.

SCAVI DI MORGANTINA

Continuate la strada statale n. lì 7/B, in direzione di Enna. A 3,4km., prendete a destra lan. 288 e, 5km. dopo Aidone, girate a sinistra, seguendo l'indicazione Scavi di Morgantina. Èpossibile accedere fino all'ingresso delle rovine in macchina. Gli scavi, iniziati nel 1955 dall'università americana di Princeton, hanno permesso di scoprire tutta una città d'origine preellenistica ma distrutta sotto i Romani ed identificata come Morgantina. La porta d'ingresso dà sull'Agorà. A destra, si possono vedere, lungo la cancellata, i resti della palestra con i bagni e la sala del Consigilo. Costeggiate l'ampio portico sulla sinistra per accedere ad una bella scalinata trapezoidale. Questo meraviglioso edificio, molto ben conservato, costituisce, per la sua forma, un.opera unica nell'architettura ellenistica. Doveva essere probabilmente destinato alle riunioni pubbliche della città. Proprio a fianco, sulla destra, c'è nella collina, il teatro del IV secolo a.c. con l'orchestra e i gradini divisi in cinque sezioni. Alcuni elementi della scena esistono ancora. Sulla collina, di fronte al teatro, si trova il quartiere residenziale di levante con le sue stradette e le sue case. Tra le più interessanti: quella del capitello così' chiamata per il suo capitello dorico incastrato in una delle pareti e quella di Ganimede dove si può vedere un mosaico in parte distrutto rappresentante il ratto del principe. Da questo quartiere si ha un panorama ammirevole sull'insieme delle rovine e soprattutto sul teatro incassato nella collina. La città era molto estesa poiché le mura di pietre calcarea che la circondavano non misuravano meno di 10 km. Gli scavi che erano stati sospesi qualche anno fa sono stati da poco ripresi e stanno portando alla luce altri interessantissimi reperti.

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