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Il rame e le sue leghe

 

Il rame, metallo dal caratteristico colore, si ricava dai suoi minerali calcopirite e calcosina, oppure si può trovare allo stato puro e viene definito rame nativo.

La produzione del metallo allo stato puro ( Cu al 99%) avviene attraverso un processo di fusione con aggiunta di reagenti chimici che permette di ottenere, in fasi successive, rame sempre più raffinato sino a raggiungere 99.7% - 99.9%; la parte restante è costituita da ossigeno. L’ottima resistenza alla corrosione consente al metallo di conservarsi particolarmente in altrettanto tempo, permettendo un processo di riciclaggio dei rottami di rame con costi decisamente vantaggiosi rispetto al rame di prima fusione.

 

Caratteristiche del rame

 

Il rame ha una buona malleabilità e duttilità, che consentono una spiccata attitudine alle lavorazioni al freddo, ma la sua caratteristica primaria è la conducibilità elettronica; la bassa resistività elettrica (capacità di lasciare passare  corrente senza produrre resistenza) fa si che il rame risulta la materia prima nel campo elettrotecnico ed elettronico. Non trascurabile è la conducibilità termica, unitamente alla resistenza e alla corrosione.

 

Produzione del rame

 

Il rame viene prodotto e commercializzato, sotto forma di fili, cavi intrecciati e tondini, principalmente per l’industria elettrotecnica e d elettronica; sotto forma di laminato, i fogli o i rotoli per l’industria meccanica e nelle costruzioni edili; sotto forma di trafilato in tubi, per il settore impiantistico.

 

Utilizzo del rame e delle sue leghe

 

Abbiamo già accennato come il rame si presti a utilizzazioni particolari in diversi campi, sfruttando le specifiche attitudini tecnologiche, chimiche e fisiche; il rame viene particolarmente adoperato nei seguenti settori industriali:

- elettrotecnica: viene impiegato sotto forma di tondini, fili, trecce per il trasporto dell’energia elettrica; è utilizzato per la costruzione di avvolgimenti di motori, trasformatori e varie apparecchiature e strumentazioni elettriche; nella costruzione di minuteria (viti, contatti…) per la componentistica elettrica (interruttori, relè, piastre, ecc.);

- impiantistica: il rame viene utilizzato sotto forma di tubi per realizzare impianti di riscaldamento a pavimento, tubazioni per il trasporto dell’acqua calda ai radiatori;

- automobilistica: viene usato nella costruzione di radiatori per il sistema di raffreddamento del motore, del circuito lubrificante e del circuito di condizionamento; nella costruzione della tubazione del circuito freni; nell’impiantistica elettrica;

- edile: il rame, in campo edile, trova applicazioni come copertura, in sostituzione delle tegole, in particolari elementi come cupole, tetti a falde molto spioventi o con peculiari e movimentati disegni; nelle costruzioni di canali di gronda delle relative tubazioni di discesa. In questo campo, il rame viene soprattutto utilizzato per la sua alta resistenza alla corrosione dovuta alla formazione di uno stato superficiale di ossido, particolarmente resistente su superfici lisce (è caratterizzato dal caratteristico colore verde-rame), che presenta gli strati sottostanti del materiale da qualsiasi tipo di corrosione;

- chimica: grazie alle sue buoni doti di conducibilità termica e di resistenza alla corrosione, viene impiegato nella costruzione di condutture, caldaie, distillatori. Il rame viene anche adoperato nella costruzione di oggetti d’arredamento e per la realizzazione di pentolame inoltre, il rame trova molteplici utilizzi nel campo della metallurgia; esso costituisce, infine, l’elemento portante nella realizzazione di leghe in unione con stagno (bronzo) e con zinco (ottone). nti di motori, ta; è utilizzato per la costruzio to nei seguenti settori industriali:

ecifiche attitudini tecnologiche, chimiche

 

 

 

 

 

Il bronzo

 

I bronzi sono leghe metalliche costituite da rame e stagno (Sn fino al 25/30%), miscelati in varie percentuali, pur potendo peraltro, contenere anche altri costituenti. Il colore varia dal rosso rame (Sn meno del 5%), al giallo oro (Sn più del 25%), al giallo chiaro (Sn 10/25%) e infine al bianco (Sn più del 25%). Nell’industria meccanica si usano bronzi con tenore di Sn dal 6 al 16%. Normalmente, i bronzi a basso tenore (sino a 6/8%) vengono classificati per un impiego in lavorazioni plastiche (piegatura, imbutitura, trafilatura…). I bronzi con tenore di stagno dall’8% al 20% vengono impiegati per lavorazioni di fusione (in getti) e sono quelli più utilizzati nella costruzione di corpi per valvole, rubinetti e corpi per ruote dentate; un particolare tipo di bronzo con stagno da 20% a 30% viene utilizzato per la costruzione di campane. Una caratteristica fondamentale dei bronzi è la loro maggior durezza e resistenza rispetto al rame. Le caratteristiche meccaniche variano notevolmente in funzione del tenore di Sn e di altri componenti. Sono detti bronzi comuni le leghe composte solo da Cu – Sn e bronzi speciali le leghe Cu – Sn con altri elementi in lega utilizzati per migliorare le caratteristiche meccaniche e tecnologiche. I bronzi sono suscettibili di tempra e ricottura. Il bronzo si ottiene per fusione e successivo raffreddamento dei metalli costituenti (Cu, Sn, Zn, Pb). Il bronzo è una lega molto fusibile. Quando lo stagno è sostituito in parte da altri metalli (eccettuato lo zinco), si ottengono bronzi speciali, quali: bronzo allo stagno, al nichel, al berillio, al ferro, d’alluminio, al fosforo, ecc. In commercio, si trova sotto forma di pani, barre, lastre, nastri, fili, semilavorati ottenuti da lavorazione plastica, rottami. Le denominazioni commerciali dei bronzi allo stagno sono svariate, ad esempio: bronzo navale, per rubinetteria, per oggetti comuni, da ingranaggi duri, per cuscinetti a frizione, per campane, d’arte, per monete, ecc.

Tra i bronzi speciali, citiamo, ad esempio:

- bronzo al cadmio, per conduttori elettrici;

- bronzo al cobalto, molto resistente alla corrosione

- bronzo al graffite, autolubrificante per supporti;

- bronzo al magnese, a più componeti, contenuto in Mn fino al 30%, unitamente a Ni, Al, Fe, Si: trova impiego sotto forma di fili per resistori elettrici;

- bronzo al piombo, per cuscinetti sottoposti a forti sollecitazioni

- bronzo al silicio, resistente a forti sollecitazioni e alla corrosione;

-bronzi d’alluiminio (Al fino al 14%) con altri aditivi (cupralluminio); quelli a basso tenore di Al sono usati nell’industria chimica ed elettrotecnica; quelli a più alto tenore di Al sono usati per motori a combustione interna (sedi di valvole, alberi di eliche, ingranaggi).

 

Classificazione dei bronzi

 

La designazione dei bronzi viene regolamentata dalla tabella UNI 4244 – 79 e UNI 4855 – 78, rispettivamente per bronzi per lavorazioni plastiche e bronzi per usi in getti. La designazione avviene con il simbolo Cu seguito dal simbolo Sn e dalla percentuale di stagno presente in lega; nei bronzi speciali, nei quali vengono impiegati altri elementi, si riporta il simbolo chimico dell’elemento con la relativa percentuale. I prefissi P e G identificano l’uso tecnologico della lega rispettivamente per uso plastico o per getti.

Esempi di designazione:

P – Cu Sn 6,

definisce un bronzo con impiego in lavorazioni plastiche e percentuali di stagno pari al 6%;

G – Cu Sn 14,

definisce un bronzo con impiego in getti e percentuale di stagno pari a 14%;

G – Cu Sn 8 Zn 3,

definisce un bronzo speciale per impiego in getti con percentuali di stagno pari all’8% e zinco al 3%. Ai prefissi P o G può venire affiancata una seconda lettera che specifica più nel dettaglio la particolare applicazione prevista.

 

 

 

 

 

 

 

 

L’ottone

 

Gli ottoni sono leghe metalliche costituite da rame e zinco (Zn fino a circa il 50%), ma possono contenere anche altri metalli. Il colore degli ottoni comuni varia da un rosso rame (basso tenore di zinco), a un giallo oro caldo (medio tenore di zinco), a un colore giallo oro freddo (alto tenore di zinco). L’ottone contenete oltre il 67% di Cu si chiama spesso tombaco (ottone rosso) e similoro. Le caratteristiche meccaniche variano a seconda della composizione. L’ottone si ottiene per fusione e successivo raffreddamento dei costituenti (Cu, Zn, Pb fino al 3%, eventuali tracce di Sn). Il piombo viene aggiunto per migliorare la piallabilità (ottone al piombo) nella lavorazione con macchine automatiche gli ottoni sono in parte induribili e possono presentare un comportamento simile agli acciai. In commercio, gli ottoni si trovano sotto forma di pani, getti, lastre, lamiere, nastri, bandelle, semilavorati ottenuti da laminazione plastica, tubi senza saldatura, fili, molle, rottami. Le denominazioni commerciali degli ottoni comuni sono, ad esempio: ottone per bossoli d’artiglieria, per imbuttitura, per lamiere, per getti, per lastre, per tubi, per pezzi forgiati, per saldature dolci e forti. Con la denominazione ottoni semplici sono indicati gli ottoni ottenuti aggiungendo metalli additivi in percentuali in genere non molto elevate, allo scopo di migliorare le caratteristiche meccaniche. Gli ottoni speciali richiedono nelle fusioni un trattamento più accurato degli ottoni normali. Per gli ottoni speciali, si usano denominazioni del tipo: ottone per eliche marine, Delta, Muntz, ecc. La “Lega Ammiragliato” (Cu 70%, Sn 1%, Zn il resto), ad esempio, mostra forte resistenza alla corrosione e viene usata per condensatori navali. L’ottone all’alluminio (Cu 76%, Al 2%, Zn il resto) presenta una resistenza ancora maggiore alla corrosione e all’erosione con ottime proprietà meccaniche sia ricotto sia incrudito; è usato per contestatori sottoposti a fori corrosioni. L’ottone al piombo (Cu 56/61%, Pb 1.5%, Fe 0.5%, Mn 1.5%, Zn il resto) è molto usato per lavorazioni con macchine automatiche e per parti stampate a caldo. Come precedentemente affermato per i bronzi, anche gli ottoni vengono classificati in base al loro utilizzo per lavorazioni plastiche o per usi da fonderia. L’ottone viene impiegato per la costruzione di strumenti musicali a fiato (trombe, tromboni, saxofoni, ecc., detti anche “ottoni”), per la costruzione di bossoli per proiettili, molle, oggetti di arredo interni come maniglie, portasciugamani, elementi decorativi. L’ottone possiede buone proprietà meccaniche e un’ottima resistenza alla corrosione. A seconda della percentuale di zinco, fino a un massimo del 48%, si distinguono ottoni a (con tenore di zinco fino al 33%) e ottoni ab (con tenore di zinco da 33% a 48%)

 

Classificazione degli ottoni

 

La designazione degli ottoni viene regolamentata dalla Tabella UNI 6898-71 e ricalca fedelmente quella già vista per i bronzi. La designazione avviene con il simbolo chimico Cu seguito dal simbolo Zn e dall’indicazione della percentuale di zinco presente in lega. Negli ottoni speciali, nei quali vengono impiegati altri elementi, si riporta il simbolo chimico dell’elemento con la relativa percentuale. I prefissi P e G identificano l’uso tecnologico della lega, rispettivamente, per uso plastico o per getti. Esempi di designazioni:

P – Cu Zn 36,

Definisce un ottone con impiego in lavorazioni plastiche e percentuale di zinco pari al 36%;

G – Cu Zn 30 Pb 4,

definisce un  ottone speciale per impieghi in getti con percentuale di zinco pari al 30% e piombo al 4%.