MOVIMENTO MARIANO - AUSILIARIE DELLA MADONNA


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Misteri Gaudiosi 5

Preghiamo > Misteri Gaudiosi III

Madre mia, fiducia mia!,

III MIST. GAUD. Lc. 2, 14-17 – (V Schema)


I MIST. 14: “…E PACE IN TERRA AGLI UOMINI CHE EGLI AMA”
Il cielo brillava in quella notte serena, il coro angelico danzando fra un tappeto trapuntato e una volta stellata, cantava la pace del Cielo, pace che avrebbe voluto scendere a pioggia su tutti gli uomini e che si è prolungata nei secoli fino a noi e così fino alla fine del mondo. E’ una pace speciale: silenziosa, eterna, come fiume o torrente che si vuole infiltrare ovunque per bagnare, lavare, dissetare, far rifiorire i cuori inariditi, gli animi esacerbati, fino all’ultimo essere della terra per donare speranza, calore e amore. Questo è il messaggio degli Angeli: il Salvatore si è stabilito in mezzo a noi, l’atteso da secoli.
Il Salvatore è anche un Dio potente, che ama all’infinito, che non delude, che preferisce stare accanto a chi più soffre e a chi è più povero. Il nostro Dio è essenzialmente PACE e la dona perché si è fatto povero con i poveri, piccolo con i piccoli, debole con i più deboli, zitto e nascosto, ma che al momento opportuno sa mostrare tutta la sua Maestà, Grandezza, Sapienza, Potenza e Forza per sgominare i nemici e ristabilire ordine e armonia. E, non è un dittatore, né un dominatore; Egli usa la tattica dell’insetto o del verme al contrario però, sanando e non infettando, perchè agisce dall’interno dei cuori che per prima innamora di Lui, li intenerisce, li rischiara, li ricostruisce e irrobustisce con la sua stessa vita divina e quindi alla fine, li converte. Da qui viene la pace di Dio, frutto solo del suo infinito ed eterno amore per noi.
MARIA, DONNA DI PACE, INFONDI IN NOI LA VERA PACECON TE VOGLIAMO PROMUOVERE IN QUESTO NATALE
LA PACE COME LA VUOLE TUO FIGLIO GESU’.



II MIST. 15: “APPENA GLI ANGELI SI FURONO ALLONTANATI DA LORO
PER ANDARE VERSO IL CIELO, I PASTORI DICEVANO FRA
LORO…”
Gli angeli sono messaggeri del Signore e Re del cielo e della terra. Compiuta la loro missione, ritornano nel loro regno, da dove son partiti per continuare il loro servizio di lode, di adorazione e benedizione al Dio vivente. Intanto i pastori, ricevuto quel formidabile annuncio, un poco spinti dalla curiosità, un po’ incitati dalla notizia gioiosa della venuta del Salvatore d’Israele (che loro immaginavano come uno che li doveva liberare dalla schiavitù dei Romani), si parlavano, si richiamavano, si organizzavano per scendere a gruppi verso la valle, secondo le indicazioni date loro dagli Angeli. Quell’annunzio non era stata un’illusione ottica, ma era veramente un parlare bello di Dio, come una novità eccellente, che scendeva diritta nelle loro semplici anime, accogliendola senza discussioni, con fede e fiducia per cui non potevano non obbedire e darsi da fare per andare quasi di corsa a Betlemme. E quindi, non solo personalmente avevano deciso di andare alla grotta, ma si animavano a vicenda perché la cosa non finisse là. Disposti a superare qualunque difficoltà: cammino lungo, di notte, col freddo, senza contare i possibili assalti dei predoni sempre in agguato. Ma la Parola di Dio è forte, è tagliente, se prende il cuore non lascia in pace, finchè non la si pratica. Infatti, incoraggia, trasforma, dà forza e ti avvia per iniziare cose nuove, avendola però accolta con fede e amore.
MARIA, DONACI LA FEDE SEMPLICE E ACCOGLIENTE DEI PASTORI.AIUTACI A FARE TRA NOI GRUPPO BEN UNITO PER LA COMUNICAZIONE DELLA PAROLA DI DIO ASCOLTATA E MEDITATA.

III MIST. 15: “ANDIAMO FINO A BETLEMME A “VEDERE” QUELLO CHE E’ ACCADUTO E CHE IL SIGNORE CI HA FATTO SAPERE”
Man mano che leggiamo e approfondiamo la Sacra Scrittura, comprendiamo che la nostra fede non è qualcosa di statico, ma è mobile racchiudendo in sé tanti “cammini” gioiosi e dolorosi di diverse esperienze come il “vedere, sentire e toccare”. Per es.: Maria va in fretta da Elisabetta. I pastori con entusiasmo vanno a Betlemme. I Magi fanno un lungo giro prima di trovare Maria e il Bambino. Maria, Giuseppe e Gesù, sono costretti a scappare in Egitto, a causa della persecuzione di Erode. Ritornati, alla loro cittadina, ogni anno vanno al Tempio di Gerusalemme per le feste pasquali. Gesù stesso, divenuto adulto, per la sua missione, percorre in lungo e in largo tutta la Palestina. Questo andare non è mai inutile, quando ha per fine la volontà di Dio arricchisce, non ti smarrisce; dona invece esperienze utili per sé e per gli altri, includendo nel vedere e toccare il coinvolgimento totale nelle diverse situazioni in cui ci si viene a trovare. (E’ così anche per noi quando facciamo pellegrinaggi o ci spostiamo nella città eterna per il Giubileo o anche se si va ad assistere un ammalato grave ecc.) Quando poi a questo si aggiunge fede e amore, i sacrifici non esistono anche se ci sono, si fanno volentieri. Pensiamo alle famiglie intere che si spostano per un certo periodo a fare missione all’estero, in Africa, in Brasile ecc. per evangelizzare, insegnare e curare. E così sono i Missionari che lasciano tutto per andare in terre lontane: e affrontano nuova lingua, abitudini, clima diverso, rischi e tutto affrontano perché sanno di trovare anche là un Gesù nascosto nei panni dei poveri, dei senza tetto, dei nudi, degli affamati, di malati e solo una fede forte e un amore grande frutto di un annuncio avuto, fa fare simili passi.
Preghiamo perché non restiamo statue di abbellimento, ma persone con occhi “aperti sul mondo”, orecchie con “udito fino” e volenteroso “ascolto”, piedi che sanno andare verso…; mani, che non temono di sporcarsi e di essere protese verso…Allora anche il nostro annuncio sarà concreto, sarà una valida testimonianza e ci spingerà come il Coro angelico ad andare a vedere e quindi a promuovere lo spirituale in un mondo così lontano, insensibile, materialista e duro più del granito nel male, in cui in tante parti pare infossato.
MARIA, INSEGNACI VIE NUOVE PER COMUNICARE LA BELLA
NOTIZIA DELLA NATIVITA’
MARIA, AIUTACI A FAR TESORO DI QUANTO LA PAROLA CI
INSEGNA.

IV MIST. 16: “ANDARONO DUNQUE IN FRETTA E TROVARONO MARIA,
GIUSEPPE E IL BAMBINO CHE GIACEVA NELLA MANGIATOIA”
I pastori, anche loro, senza saperlo, avevano imitato Maria nel suo atteggiamento di “in fretta” nell’andare verso…i monti della Galilea da Elisabetta. Perché? Come mai questa fretta? San Paolo dice che la Parola di Dio urge dentro, cioè spinge. La Parola è un fuoco che quando è accolta infiamma, brucia mente e cuore, gambe e mani e dà fretta per muoversi…Per questo “bisogna” andare, a volte veramente correre, anche a rischio della vita (E abbiamo i martiri). Cosa spingeva alla fretta i pastori? Non solo la curiosità, troppo poco! Ma la notizia strabilia ancor più perché un Salvatore, mandato dal Cielo, in condizioni così precarie è una contraddizione a livello umano, poiché sarebbe prima Lui ad aver bisogno, a dover essere salvato dal freddo, dalle fame, ad aver bisogno di un tetto decente. I pastori, poi, pensando al luogo, dove avrebbero trovato il Salvatore con la Madre, si son sentiti in dovere di non andare certamente a mani vuote. Quindi questo fatto ha sviluppato in loro pure poveri, un gran senso di altruismo, condividendo volentieri per l’occasione quel poco che loro avevano di produzione propria. E questi sono i veri frutti del Natale (non lo sfarzo, i regali per i regali). I pastori, dunque, giunti sul posto, non furono delusi, trovarono effettivamente tutto così come avevano detto loro gli Angeli. La Parola non ci inganna mai, perché è la Verità in persona. Da noi si richiede solo fede e adesione personale, poi il resto viene da sé. Nella Santa Messa dovremmo saper scoprire tutti i Misteri della nostra fede, così come ci sono stati annunciati. Per questo anche a noi la Domenica tocca fare “in fretta” per andare a trovare il nostro Signore, in condizioni ancora più povere e di incredibile realtà: un pezzettino sottile di pane azzimo. L’Anno Liturgico ci fa anche incontrare ora Maria, Immacolata, ora Giovanni Battista, ora Gesù incarnato, venuto per noi e verrà ancora in tante altre occasioni forse pure più penose come la Crocifissione e la morte, ma poi la Resurrezione consolerà e ravviverà tutti. Nella Messa è tutto già realizzato; per la nostra limitatezza, ne assaporiamo una parte per volta. Il Mistero è tutto compiuto e presente dinanzi a Dio Padre. Quando la Domenica andiamo a Messa, andremo da ora in poi col desiderio e l’ansia di incontrarci col Cristo Salvatore nei suoi diversi momenti di vita per adorarlo, ringraziarlo e benedirlo per quello che ha fatto e continua a fare per ognuno di noi.
A) MARIA, DONACI LA TUA “FRETTA”, QUANDO DOBBIAMO
PARTECIPARE AGLI INCONTRI COL FIGLIO TUO GESU’, IN CHIESA.
MARIA, AIUTACI A SAPER RICONOSCERE IL SIGNORE IN OGNI
MISTERO CHE LA CHIESA CI FA VIVERE CON LA LITURGIA.

V MIST. 17: “DOPO AVER “VEDUTO”, RIFERIRONO QUELLO CHE DEL
BAMBINO ERA STATO DETTO LORO”
Cosa era stato detto? (Noi ricordiamo il messaggio delle Letture domenicali per comunicarlo agli altri?) – I pastori avevano compreso l’annuncio gioioso e che avrebbero sperimentato personalmente recandosi sul luogo dove era nato il Salvatore, il Messia Signore… (promesso già dai Profeti, secoli prima). Non per niente il Cielo tutto, si era spostato per comunicare agli uomini tale stupenda notizia, cantando la gloria di Dio e la felicità per chi è amato da Dio. Per tal motivo, i pastori, ubbidiscono solleciti e vanno a verificare la cosa: “visto” e “veduto”, di tutto certamente, ne hanno fatto un’esperienza indimenticabile per tutta la vita, poiché il loro, è stato un VEDERE che li ha fatti entrare all’interno del Mistero per dono di Dio e quindi convinti a tal punto, che tornando alle loro abitazioni, hanno subito riferito agli altri, quello che hanno VISTO. E’ stato tutto vero, il messaggio degli Angeli si è verificato a puntino. Dunque, quel Bambino mezzo nudo, giacente, inerme, incapace ancora di esprimersi, povero, era veramente il Salvatore, il Signore e il Messia, che meritava tutta l’adorazione, l’amore e l’attenzione per accoglierlo come Figlio di Dio e di Maria. Là è avvenuta la prima adorazione in “spirito e verità” da parte prima di Maria, Giuseppe, i Pastori e più tardi i Magi. Di questo Gesù si farà promotore da adulto insegnando, secondo il Vangelo di Giovanni. Un altro passo della Sacra Scrittura ci conferma l’importanza del “Saper vedere” ed è quello di 1 Gv. 1,1-4 in cui il “veduto” per l’Apostolo ed Evangelista è così importante che ce lo riporta per 3 volte, eccone il testo: “…Colui che noi abbiamo SENTITO, Colui che abbiamo VEDUTO con i nostri occhi, Colui che abbiamo contemplato e che le nostre mani hanno TOCCATO, cioè il Verbo della Vita si è manifestata a noi e l’Abbiamo VEDUTA e ne diamo testimonianza e vi annunziamo questa vita eterna che era presso il Padre e che si è manifestata a noi. Colui che abbiamo VEDUTO e SENTITO lo annunziamo a voi, affinchè anche voi abbiate comunione con noi… affinchè la vostra gioia sia piena”
La fede nasce dall’ascolto: SENTITOcontemplazione aiuta a VEDERE con lo spirito.si sperimenta la fede e si rafforza per testimoniarla.alla Parola di Vita abbiamo LA GIOIA PIENA.
Tutto questo lo riceviamo, lo constatiamo e siamo invitati a viverlo nella Comunione con Cristo all’Eucarestia domenicale, da cui altro che “toccare” noi Gesù. E’ Lui che tocca le nostre labbra impure, scende nel nostro intimo, perché noi ci fondessimo con la sua Santità.
MARIA, GUIDACI TU NEL VEDERE, SENTIRE E TOCCARE IL VERBO
DELLA VITA.
MARIA, CON TE, CON S. GIUSEPPE E CON TUTTI QUELLI CHE SONO VENUTI A VOI NELLA FEDE, NOI ADORIAMO L’EMMANUELE, IL DIO CON NOI.

Amen!



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