MOVIMENTO MARIANO - AUSILIARIE DELLA MADONNA


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Misteri Gaudiosi 4

Preghiamo > Misteri Gaudiosi III

Madre mia, fiducia mia!

III MIST. GAUDIOSO: Lc. 2,12-14 - (Schema IV°)

I MIST. 12 - "Questo vi servirà da segno",
L'angelo darà ai pastori un segno per riconoscere il Salvatore Bambino. E' qualcosa di molto strano, mai sentito: non poi, un segno eclatante,ma un segno quasi naturale, molto usuale, non adatto a un Salvatore (che poteva raffigurarsi a un guerriero! Magari a un re, ma le armi dove sono? Che salvatore è?!) - Dio dà dei segni, ma bisogna saperli scoprire, perché spesso il linguaggio di Dio non è simile al nostro e una volta scoperto il segno, bisogna pure saperlo interpretare. A volte non è subito chiaro, allora è necessaria una guida, così come quando si scala una montagna. E chi più di un santo Sacerdote e Maestro? Potrebbe pure essere una persona saggia secondo lo Spirito di Dio a dare aiuto. A volte Dio stesso propone persone che fa incontrare sul proprio cammino per non bloccarsi dinanzi al misterioso segno. Dio, quindi, non ci lascia mai in balia di noi stessi, Egli comunque ci viene incontro e ci parla, per noi è importante seguire le seguenti piste: 1° - Ascoltarlo; 2° - Pregare lo Spirito Santo perché ci illumini; 3° - Confronto con una persona di Spirito per poi avviarsi là dove il segno porta. Preghiamo Maria perché questa umanità così distratta e dispersa in mille cose inutili, riesca a individuare i segni di Dio e ad orientarsi quindi verso Gesù, unico vero Bene, Amore e Verità.
A) MARIA, MANDACI SEGNI CHIARI PER COMPRENDERE
LA VOLONTA' DI DIO.
B) MARIA, ACCOMPAGNACI TU VERSO IL SEGNO VERO
PER INCONTRARE IL FIGLIO TUO DILETTO.
II MIST. 12 - "Troverete un Bambino avvolto in fasce"
Qui abbiamo tre aspetti molto opposti alla grandezza e maestà divina che è un Dio Potente, Re dell'Universo, Uno e Trino Signore: la debolezza: un bambino; - la costrizione: avvolto in fasce; - l'umiliazione e la povertà: giacente in una mangiatoia.
Questo Bambino straordinario, appariva debole, incapace di pensare e operare; in un trono di estrema povertà, nel gelo. Erano proprio questi i segni di un Dio incarnato? E' una cosa che ci stupisce molto. Eppure erano i segni inconfondibili, poiché non poteva trovarsi allora un bambino appena nato in simili condizioni quali erano di annientamento e povertà assoluta e nello stesso tempo non ci si poteva confondere per la grazia e il fascino che effondeva da quell'esserino così bello e paffutello, tutto luce. Egli era veramente Dio e qualunque segno d'umana grandezza lo avrebbe diminuito e non illuminato: gli ori, le gemme, i drappi e la sontuosa dimora avrebbero tutt'al più mostrato un principe, ma non un Dio. (Dio non ha bisogno di queste cose, da lui stesso create, quindi in sé le possiede; la sua bellezza e potenza viene da tutt'altro, da suo Seno). Infatti, egli è luce e ornamento della sua Città (come si legge nell'Apocalisse 22,5). Nella stalla, facevano da corte Maria, Giuseppe e i pastori, tutti illuminati dalla luce soprannaturale che il Bambino rifletteva su ognuno riempendoli di gioia e amore come nessuno mai al mondo avrebbe mai potuto fare. Per questo motivo non c'era bisogno di segni di umana grandezza. D'altro canto se il Verbo incarnato doveva venire, com'era predetto, vittima di amore, quale segno più chiaro di quello di Vittima di amore nella sua grande umiliazione in povertà e amabilità? Egli doveva stringere una nuova alleanza col suo popolo (quindi anche con noi oggi) nascendo in una grotta di animali, deposto in una mangiatoia: piccolo, ma immenso nella fiamma del suo amore, che passava per così dire, tra due animali non uccisi (come nell'A. T.), quando passò una fiamma divina tra gli animali morti immolati da Abramo (come si legge in Gn. 15,17) - (commento di Don Dolindo Ruotolo)
A) MARIA, ACCENDI NEI NOSTRI CUORI UNA FIAMMA VIVA
D'AMORE PER GESU'.
B) VERGINE SANTA, AIUTACI A SAPER ADORARE GESU' IN
SEMPLICITA' E UMILTA', COME I PASTORI.
III MISTERO: 12 -"…che giace in una mangiatoia…"
Era stato predetto che doveva essere figlio d'una madre vergine e bastava vedere Maria, appena dopo il parto, genuflessa, adorante, con gli splendori della sua verginale purezza per capire che era intatta Vergine. Bastava vedere Giuseppe nella sua profonda umiltà per intendere che non aveva avuto parte alcuna in quel frutto meraviglioso. Un padre vero, infatti, è il primo ad effondersi in tenerezze sul suo figlio e mostrerebbe nella sua fragorosa gioia la sua paternità. (Infatti il distacco, il rispetto, l'adorazione fanno pensare all'oltre dell'appartenenza carnale, specie per San Giuseppe, riservando a Maria il ruolo di Madre in quando concepito nel suo seno per opera dello Spirito Santo. Gesù stesso ci fa capire questo, quando nel Tempio a Gerusalemme, all'età di 12 anni, si allontanò dai suoi genitori ed esplose in quella frase in cui faceva comprendere che doveva dar conto soprattutto a suo Padre Dio: "Non sapevate che io mi devo occupare di quanto riguarda il Padre mio?" (Lc.2,49) - Gesù giace lì, quasi solo, a disposizione di tutti. Per Giuseppe e Maria, Gesù non è solo, non lo è per i pastori e non lo è neanche per noi e per quanti lo hanno voluto accogliere, visitare, onorarlo con doni e riconoscerlo come Figlio di Dio e di Maria ricevendo così la grazia del suo sorriso, del suo amore che senz'altro si accende in chi lo ama e la luce del suo volto illumina chi lo cerca.
A) MARIA, FA CHE GESU' GIACCIA NEI CUORI DEI PECCATORI
PERCHE' SI CONVERTANO.
B) MARIA, CONCEDI ALLE FAMIGLIE ASSILLATE DA VARI
PROBLEMI IL DONO DELLA GIOIA E DELLA SPERANZA IN
QUESTO NATALE.

IV MIST. 13 - "Subito si unì all'Angelo una moltitudine dell'esercito celeste, che lodava
Dio, così:…"
I pastori che erano gente semplice, intuiscono in un colpo la verità che scaturisce dalle prove; per essi dunque la condizione del neonato era un vero segno di verità. Pastore, poi a quei tempi non significava ignoranza nelle cose sacre, perché anche i benestanti curavano il loro gregge, ricchezza principale della famiglia e le verità sul futuro Messia erano familiari a tutti gli ebrei, soprattutto in quel periodo di soggezione e di sopraffazione che acuivano il desiderio di una liberazione. Ma se fosse mancato ogni altro segno di verità per riconoscere nel nato Bambino il Messia, bastava la presenza dell'Angelo e il grandioso concerto che intonò una schiera di spiriti celesti con tanta gioia. In quel momento così solenne, la schiera celeste da invisibile si rese visibile e un coro di luci splendeva nella notte fino ai confini dell'orizzonte. Erano figure fulgenti come folgore e placidissime come un'aurora, avevano gli occhi elevati nell'alto dei cieli ed il loro corpo era tutto un ammanto di gloria. Si muovevano come un cielo stellato, cantando con un'armonia ed ordine perfetto. Oh, chi può immaginare cos'era quel canto? (San Paolo dice che Dio ha riservato cose inaudite, inimmaginabili a chi lo ama, sorprese meravigliose, che occhio mai vide e orecchie mai udì quaggiù). Così il Natale ci riporta alle realtà di lassù, ce le fa immaginare, desiderare, amare e Dio e la Santa Vergine ce le vogliono donare.
A) MARIA, AIUTACI AD AVERE CUORE, ANIMA ED OCCHI TESI
ALLE COSE DEL CIELO.
C) MARIA, INSEGNACI LE MELODIE DELLO SPIRITO PER UNIRCI
AL CANTO DEGLI ANGELI DINANZI ALLA GROTTA.
V MIST.: 14 - "Gloria a Dio nell'alto dei cieli…"
Il canto angelico non veniva da note terrene, sarebbero state poca cosa; erano note di potenza, di sapienza e di amore che formavano un accordo magnifico; che erano lode a Dio, esaltazione del suo Santo Nome; che era amore acceso come un magnifico olocausto che spandeva il suo buon profumo come fiume di grazia sulla povera umanità. Erano parole vive che risuonavano nel loro significato di eterne armonie, che ritornavano come onde di amore al Signore Uno e Trino. Erano gorgheggi degli spiriti beati che s'espandeva in adorazione perenne e si lanciavano e si spiegavano e si slanciavano su ali d'amore altissimo. Era un canto contemplativo, estatico che tace, gode, sazia, fruisce, vive di Dio. Quale delle nostre voci potrà mai esprimere questi canti? Le nostre povere note sono come gocce pesanti di una cascata che precipita giù senza ritorno! Le note angeliche sono effluvi di raro profumo che si elevano alte a dense folate, trasportate come da una leggera brezza nell'azzurro eterno. Il nostro amore invece è come vampata di legna fumosa, quello degli Angeli è fiamma pura, tersa, brillante più degli astri del cielo. Angeli santi, fateci cantare le vostre note con le squillanti voci della Chiesa celeste, voci brillanti del Sangue divino dell'Agnello, che tutto vivifica perché anche noi potessimo per un momento essere partecipi all'immensa gioia celeste! Quel canto non si è estinto, la Chiesa lo ripete ogni giorno fra le tenebre del suo pellegrinare, affinchè ogni giorno rifulga la gloria di Dio nella sua vita e la pace nel cuore dei suoi figli. (dal commento di Don Dolindo Ruotolo).
A) ANGELI DI DIO, CORO ESTASIANTE, CANTATE ANCHE PER
PER NOI AL CARO PARGOLO DIVINO.
B) MARIA, RENDICI ATTENTI NELL'ASCOLTO DELLE DIVINE
NOTE PER UNIRCI IN QUESTO NATALE AD ESSE E RALLEGRARE IL
DIVIN BAMBINO ANCHE NOI CON GLI ANGELI SANTI.


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