MOVIMENTO MARIANO - AUSILIARIE DELLA MADONNA


Vai ai contenuti

IV Puntata

La formazione > Lucia racconta

Madre mia, fiducia mia!

I MEMORIA: GIACINTA 4

Un giorno, un reverendo P. Cruz di Lisbona, andò a trovare i veggenti per interrogarli e poi chiese di andare con loro a vedere il posto dove la Vergine appariva. Durante il tragitto, insegnò loro due giaculatorie: “O mio Gesù, io vi amo!” e “Dolce Cuore di Maria, siate la salvezza dell’anima mia!”.

Un altro giorno quando Giacinta era malata le piaceva tanto dire a Gesù che l’amava e disse: “quando glielo dico tante volte, mi pare di avere in petto un fuoco, ma non mi brucio!”

(Quando ripetiamo più volte alla persona amata di amarla, sembra che l’amore si ravvivi; se questo si facesse molto di più con Gesù e non sarebbe male anche tra marito e moglie, anche se sono passati 20-30 anni, l’amore per queste persone si manterrebbe sempre fresco, tenero e caldo).

C’era poi nel paese dei veggenti, una donna poco di buono, che quando incontrava i tre li copriva di insulti con parolacce e bestemmie. Una sera, questa donna uscendo da un’osteria, non padrona di sé, non solo imprecò, ma bastonò i tre a più non posso. Finito di batterli, Giacinta disse: “Dobbiamo chiedere alla Madonna la grazia di convertire questa persona, altrimenti se non si confessa, con tutti i peccati che ha, rischia di grosso l’inferno, per questo offriremo sacrifici!”


Passati alcuni giorni, giocavano correndo di fronte alla porta di casa di questa donna. Improvvisamente Giacinta smette di correre e ricorda che l’indomani avevano appuntamento con la dolce Signora. E allora disse: “Ora, basta giocare, facciamo questo sacrificio per la conversione dei peccatori. E alzando le mani e gli occhi al cielo fece l’offerta. Quella famosa “donna” vide dalla sua finestrella la scena e udì le parole della piccola e ne rimase tanto impressionata tanto da esserne toccata in cuore e riferì la cosa alla madre di Giacinta. Da quel giorno non l’insultò più, anzi ogni volta che li incontrava chiedeva loro di pregare la Madonna per lei perché le perdonasse tutti i suoi peccati.

(Grandezza della Preghiera degli innocenti…Il nostro Padre Fondatore, P.Francesco Saverio D’Aria S.J. faceva pregare sempre la Madonna dai bambini, perché diceva che la loro innocenza otteneva le grazie più velocemente. Così, quando aveva bisogno di qualche grazia per il nostro Istituto, faceva spesso scrivere da loro delle letterine (che ancora conserviamo) a Gesù, chiedendo la tal grazia per intercessione della Madre sua Maria. E quando la cosa era più importante ed urgente, addirittura il Padre faceva dire le Ave Marie facendo battere i piedi a terra dai bambini, proprio come fanno quando vogliono ottenere per forza una cosa dai loro genitori. Insegnava così ad avere una santa confidenza e fiducia verso Gesù e Maria).


Un altro giorno una povera donna si presentò dinanzi a Giacinta in ginocchio, perché chiedesse alla Madonna la grazia per la guarigione da una brutta malattia. Giacinta avrebbe voluta farla alzare, ma non riuscendo, si inginocchia anche lei e insieme recitarono 3 Ave Marie e l’assicurò che sarebbe stata guarita, ma che continuasse a pregare. Giacinta dal canto suo, non smise mai di pregare per lei e dopo alcuni giorni, la donna tornò per dirle che era stata guarita.


Un’altra volta, fu il caso di un soldato che piangeva come un bambino. Aveva ricevuto l’ordine di partire per la guerra e lasciava la moglie a letto ammalata e tre figlioletti. Lui domandava o la guarigione della moglie o la revoca della chiamata. Giacinta lo invitò a recitare il Rosario con lei, dopo gli disse: “Non piangere. (Gesù ha detto più di una volta queste due parole) La Madonna è così buona! Certamente ti farà la grazia che le domandi!” e Giacinta da parte sua non dimenticò mai il suo soldato. Alla fine del Rosario, diceva sempre un’Ave Maria per il suo soldato.
Passati alcuni mesi, il soldato ritorna con la moglie e i bambini tutto contento per ringraziare la Madonna per le due grazie ricevute. Infatti a causa di una febbre che gli venne alla vigilia della partenza, fu dispensato dal servizio militare e la moglie anche, fu miracolosamente guarita. (La fede fa veramente miracoli)


Un giorno stavano giocando vicino al loro pozzo e la mamma di Giacinta venne da una vigna vicina a portare ai bambini dei bei grappoli d’uva tutta d’oro. Ma Giacinta non dimenticava mai i suoi peccatori e insieme rinunziarono a mangiarla per la salvezza dei peccatori e la donarono a dei bambini poveri che in quel momento giusto passavano di là.

Un’altra volta la zia di Giacinta li chiamò per dare a mangiare loro dei fichi, molto freschi, da poco raccolti e che avrebbero fatto gola a chiunque. Giacinta si sedette con i cugini soddisfatta, vicino alla cesta, prende in mano il primo per iniziare a mangiare, ma improvvisamente, si ricorda e dice: “Ah, ma oggi non abbiamo fatto ancora nessun sacrificio per i peccatori! Dobbiamo fare questo!”. Rimise il fico nella cesta, fecero l’offerta e lasciarono lì i fichi per convertire i peccatori.


Di questi sacrifici ne facevano tanti. Passarono così i giorni, quando Giacinta dovette mettersi a letto perché ebbe una brutta polmonite! Anche Francesco si ammalò. Il giorno prima di ammalarsi Giacinta diceva: “Mi fa tanto male la testa e ho tanta sete!” Ma non voglio bere per soffrire per i peccatori (chiodo fisso, magari ne avessimo un po’ anche noi! Invece si ha per la partita – per il computer, o altro, niente male, ma bisognerebbe bilanciare).

Lucia, un giorno, prima di andare a scuola, passa da loro e Giacinta le dice: “Senti dì a Gesù nascosto che io gli voglio molto bene e che lo amo molto.” – Altre volte diceva: “Dì a Gesù che gli mando tanti saluti affettuosi”. Se Lucia passava prima dalla sua stanza, diceva: “Va a vedere Francesco, io faccio il sacrificio di stare qui sola.”


Un giorno sua madre le portò una tazza di latte e le disse di prenderlo. Ma lei rispose: “Non lo voglio, mamma”, allontanando la tazza con la manina. La zia insistette un poco e poi se ne andò dicendo: “Ma non so che cosa devo fare se tutto ti ripugna!”. Appena rimaste sole, la zia domandò: “Perché disobbedisci così a tua madre e non offri questo sacrificio a nostro Signore?” – all’udire questo, lasciò cadere alcune lacrime, che la zia ebbe il piacere di asciugare e Giacinta disse: “Ora non mi ero ricordata”. Così fece chiamare la madre, le chiese perdono e le disse che prendeva tutto quello che voleva. La mamma le porta la tazza di latte, lo prende senza fare la minima smorfia, dopo disse. “Se tu sapessi quanto mi è costato a berlo!”

Un’altra volta disse: faccio sempre più fatica a bere latte e brodo, ma non dico niente. Bevo tutto per amore di Nostro Signore e del Cuore Immacolato di Maria, la nostra Mammina del Cielo”. – “Stai meglio?”, le chiesero un giorno e lei rispose: “Tu sai bene che non sto meglio, ho un dolore forte al petto, ma non dico niente. Soffro per la conversione dei peccatori!”
INSEGNAMENTO


(Se tanti malati sapessero fare un poco tesoro del loro soffrire con pazienza con questo spirito di offerta, non sarebbe tanto più vantaggioso per loro stessi e per la salvezza di tanti?Ugualmente bisogna sopportare i dolori, ma molti non sanno. E’ nostro compito e dovere di illustrare questa via in certi casi veramente fruttuosa e per il bene sia dell’ammalato che per i familiari. Ammiriamo ora, lo spirito di sacrificio di questa piccola santa e preghiamola per riceverne un tantino anche noi, se vogliamo vivere il carisma del Messaggio di Fatima. Esso è: Preghiera – Amore al Cuore di Cristo e di Maria – Amore per i peccatori e per il Papa, per tutta la Chiesa. Per essi offrire tutto, e la vita acquisterà un altro significato, altro che inutile, altro che aborti, eutanasia, suicidi ed omicidi!!!)



Torna ai contenuti | Torna al menu