MOVIMENTO MARIANO - AUSILIARIE DELLA MADONNA


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II Puntata

La formazione > Lucia racconta

Madre, mia, fiducia mia!

I - MEMORIA DEI RACCONTI DI LUCIA (Giacinta 2)


I tre pastorelli cominciarono a godere delle apparizioni della Madonna e la sera, insieme pensierosi uscivano in belle esclamazioni. Giacinta per es: “Oh, ma che bella Signora!”. Si erano promessi di non rivelare a nessuno il segreto. Ma Giacinta non ci riuscì e rivelò subito in casa la cosa dicendo: “Quella Signora ha promesso di portarci in cielo”.
Al pascolo, Giacina è la prima a ricordare ai cuginetti le richieste della Santa Vergine: dire prima di tutto il Rosario. Ma già pensano ora, di doverlo dire per intero e poi i “sacrifici”, ma quali?
Francesco subito propone di dare la merenda alle pecore e di fare il sacrificio di non mangiare. Tutti d’accordo fecero così.
Sempre Giacinta, ricorda che la Signora ha detto che sono molte le anime che vanno all’inferno, perché non c’è chi preghi e si sacrifichi per i peccatori. Ma si domandavano: Cos’è l’inferno? La sua mamma le aveva detto che l’inferno era una buca piena di animali con un grande fuoco, da dove non si esce più, una volta caduti dentro! Come, invece, chi va in cielo con Gesù, la Madonna e i Santi, non viene più via di là. Lucia confermò che le due realtà erano eterne, cioè senza una fine.

RIFLETTIAMO
Ai bambini bisogna dire sempre la verità, senza terrorizzarli. Non è esatto parlare dell’inferno come buco-botola-fossa enorme e profonda. No, l’inferno è soffrire per sempre dell’assenza dell’Amore del Signore Gesù, come pure della Santa Vergine e Madre e di tutti i Santi e Angeli del cielo. Non si potranno più vedere i propri cari ed amici, perché c’è una separazione netta tra i beati e i dannati, questi infelici per sempre e gli altri invece felici per l’eternità. Gesù ha promesso a tutti un bel posto in cielo, accanto a Lui, dopo però aver fatto quello che Lui ci chiede quaggiù in terra (è scritto nel Vangelo), perciò bisogna conoscerlo e viverlo. Avere presenti queste realtà eterne e vivere in vista di esse, osservando gli insegnamenti di Gesù, è quello che vuole la sua celeste Mamma, ed è dunque, pure, la nostra vita di fede.

A Giacinta impressionò molto la parola “eternità” e spesso, pure durante i giochi tornava sull’argomento, quasi per chiedere più spiegazione e farsene convinta.
(Ah, se ce ne convincessimo di più anche noi e la tenessimo più a mente questa verità, che la Bibbia ci rivela in tanti modi, quanti peccati in meno si farebbero!)

La Signora, dopo aver mostrato loro l’inferno, subito promise loro di portarli in cielo, perché fossero rassicurati e non vivessero nella paura. Giacinta però fu quanto mai rafforzata dal bisogno che c’era di pregare e offrire sacrifici (parola oggi volutamente fatta cadere in disuso) per i peccatori, per salvarli da quel guaio grosso che è l’inferno!
Subito ne ebbero l’occasione, passarono nei loro paraggi spesso dei bambini poveri per mendicare e così Giacinta vedendoli disse: “Diamo il nostro spuntino a questi poveretti per la conversione dei peccatori”, così si cibarono di ghiande amare, di olive non ancora mature che Giacinta andava cogliendo lungo il cammino.

RIFLESSIONE
(Per vivere lo spirito di Fatima, cosa potremmo fare noi oggi che non tutti siamo pastori e la vita ha altri risvolti? Di sacrifici ce ne potrebbero essere tanti, senza andarci troppo a torturare, essi sono fiori che ci fioriscono durante il cammino della nostra vita quotidiana. Per esempio: Fare silenzio dopo una parola offensiva, non rimbeccarla e dire dentro di sé: Caro Signore Gesù, questo è per consolarti per tutte le offese che ricevi tu senza sconti. Poi, perdonare sarebbe di per sé un nostro dovere di cristiani, ma se ci riesce difficile, con l’aiuto della preghiera si può e quindi esercitarsi in questo. Non va di fare un servizio, un’assistenza, un compito, mettiamo dentro un pizzico d’amore e tutto acquisterà un sapore, un significato diverso, perché niente è inutile agli occhi della Vergine e del Signore nostro amatissimo. Così, un dolore fisico, un dispiacere spirituale o morale o affettivo o in relazione ad un’amicizia, sappiamolo offrire, con semplicità, così come ci ha insegnato Giacinta, alla quale lo ha detto la Santa Madre di Dio, dicendo: Gesù te lo offro, è per tuo amore, salva un peccatore ora, oggi. E i peccatori, come i poveri saranno sempre con noi, vicini o lontani, non mancheranno mai, anzi chi scrive e parla è la prima fra tutti e bisognosa di conversione fino all’ultimo passo. Questa è una catena mistica di grande carità che ci aiuterà fra l’altro ad acquistare tanti meriti, ma noi vogliamo essere gratuiti, senza pensare agli interessi personali, a questi ci penseranno Mamma Maria e l’amoroso Signor Gesù.

Riprendendo il discorso di sopra, Lucia diceva a Giacinta: “Non mangiare questa roba, è troppo amara!” e lei rispondeva: “Ma è proprio per quello che la mangio, per convertire i peccatori”, perciò ogni volta che Giacinta incontrava quei poveri bambini, correva a dare tutta la loro colazione e si cibavano di pinoli, radici di campanelli, more, funghi o frutta quando la trovavano. (Altro che i vizi di cui i bambini di oggi vanno soggetti, poverini, spesso però non è colpa loro perché non sono educati, perché a volte sanno essere più bravi degli adulti. Oggi proprio per questo molti vanno incontro all’obesità che è un gran male, di cui gli adulti se ne stanno accorgendo e prendendo provvedimenti, peccato però che non c’è la minima intenzione dei piccoli di Fatima, varrebbe molto di più tale correzione.)

Giacinta pareva insaziabile nella pratica del sacrificio. Un giorno al pascolo il sole era cocente e passato mezzogiorno la sete si fece sentire forte, tanto che Lucia andò a bussare ad una vecchietta nei pressi, che le diede una caraffa d’acqua e un po’ di pane anche. Lucia lo offrì prima a Francesco, che la rifiutò e altrettanto fece Giacinta e quell’acqua finì in una piccola cava di pietre, dove bevvero le pecore, mentre cicale, grilli e rane facevano un concerto insopportabile.
Giacinta spossata dalla stanchezza e dalla sete, chiese a Lucia di dire ai grilli e alle cicale di tacere perché le faceva molto male la testa. Allora Francesco le domandò subito: “Non vuoi offrire questo per i peccatori?”- Giacinta rispose, stringendo la testa fra le mani: “Sì, sì, lasciale cantare!” (E, noi… per un piccolo mal di pancia, o alla testa o al piede, diventiamo nervosi e lamentosi, forse sarebbero anche meno dolorosi se lanciassimo in alto questi piccoli o grandi mali che la vita umana ci riserva, no?)

Intanto questo comportamento un pò speciale dei bambini arrivò all’orecchio della mamma di Lucia (Mentre i Marto, erano più miti), la quale voleva, essendo lei la più grande e quindi più responsabile, che ritrattasse tutta la storia delle Apparizioni e dicesse che erano state tutte bugie e invenzioni di loro bambini. Ma questo non lo ottenne né con le buone, né con le minacce e né col bastone. Così Lucia andò al pascolo piangendo, i due cuginetti si dispiacquero molto per la loro cara cuginetta e Giacinta si sentì in colpa, perché era stata lei a parlarne per cui chiese perdono in ginocchio, promettendo di non dire mai più nulla a nessuno.
La cosa però andava avanti e finanche il Parroco li chiamò per intimar loro che quello che avevano raccontato e che si andava dicendo non era vero niente. Giacianta, acqua in bocca, non rispondeva e dopo Lucia le disse: perché non rispondevi? E lei di rimando: Non ho promesso di non parlarne più a nessuno? – Perché, per esempio, non ci chiedono, perché facciamo i sacrifici? (Si nota un bel carattere forte, sicuro e riflessivo)
La mamma di Lucia incalzava sempre più con la figlia perché annullasse quanto detto delle Apparizioni, ma lei ferma non lo faceva fino a che la fece di nuovo chiamare dal Parroco ingiungendole di mettersi dinanzi a lui in ginocchio e chiedere perdono per quello che stava facendo. Lucia riferisce la cosa ai cuginetti, i quali le promettono che sarebbero andati al pozzo a pregare per lei. Lucia ritornando li trova, infatti, lì in ginocchio a pregare il Rosario e Giacinta le domande come sono andate le cose, sentito che non c’era stato nulla di male esclama: “Vedi, non dobbiamo aver paura di niente! Quella Signora ci aiuta sempre, è veramente amica nostra” (Quanta fede avevano!)

Da quando la Vergine Santa ha insegnato ai bambini ad offrire sacrifici a Gesù per lo scopo detto, Giacinta, domandava sempre: “Avete detto che è per amore di Gesù?” – No, allora lo dico io” e alzando gli occhi al cielo diceva: “O Gesù è per amor vostro e per la conversione dei peccatori!” – (Certo se non c’è prima alla base un grande amore per il Signore e la Santa Vergine, è difficile offrire sacrifici, chiediamo questa grazia per intercessione della Santa Bambina Giacinta)

Poi, due bravi sacerdoti andarono ad interrogare i piccoli e alla fine raccomandarono loro di pregare per il Santo Padre (il Papa). Giacinta volle sapere chi era e i Sacerdoti spiegatolo dissero che il Papa aveva bisogno di molte preghiere. Giacinta allora, presa d’amore pure per il Papa, dopo la solita frase diceva: “….e per il Santo Padre!” – Alla fine del Rosario non mancava di aggiungere pure 3 Ave Marie per il Santo Padre e una volta esclamò: “Come mi piacerebbe vedere il Santo Padre! Qui, viene tanta gente, ma il Santo Padre non viene mai!” Pensava nella sua innocenza che il Papa viaggiasse come tutte le altre persone. (Forse se si fosse trovata ai tempi di oggi, sarebbe potuto pure accadere un’eccezione del genere, visto che il Papa oggi gira tanto)

(L’esigenza di pregare per il Papa e tutta la Chiesa la dobbiamo molto sentire noi cristiani di oggi, perché veramente ci troviamo di fronte ad un Papa tartassato da ogni parte e ad una Chiesa perseguitata in più posti, nonché con tanti problemi all’interno di essa, per cui non ci sono preghiere e sacrifici che bastino per sostenerla. Perciò il messaggio di Fatima è quanto mai attuale e ci tocca molto da vicino).
(continua)


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