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Intervista a

BEPPE CARLETTI
dei Nomadi

Sestri Levante, 1-9-1995

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M. Gandolfo
: Partiamo dal nuovo disco (ndr: "Lungo le vie del vento"): chiunque lo ha preso in mano ha notato subito le fotografie riguardanti il vostro viaggio in India: cosa vi é rimasto di questa esperienza ?

B. Carletti: Mah, tu hai detto già che nel disco é rimasto tantissimo, secondo me una piccolissima parte di quello che é rimasto a noi dentro, sicuramente ; sono sensazioni, emozioni intrasmettibili con fotografie. Io credo che forse ascoltando l'album qualcosina si può respirare dell'India, ma qualcosina, minimo, perché sono cose che... ci sono delle cose che ti entrano dentro che sono poi difficili da trasmettere immediatamente, casomai riesci a trasmetterle tra un anno, chi lo sa ?, perché sono cose che ti entrano , entrano dentro la pelle.

M: Può fare qualche esempio partendo dalle canzoni stesse ?

B: Le canzoni... io credo che é lo spirito che c'é nelle canzoni. Innanzitutto se uno ha voglia di ascoltare il nostro album, così, anche se non é un amante dei Nomadi, ma solo per ascoltare quello che riusciamo delle volte a trasmettere, io credo che si respiri un'aria di viaggio, senz'altro, questa é un'impressione... Ecco, non é che voglio essere un megalomane o un presuntuoso,assolutamente, credo che questo c'é, c'é nelle parole, tantissimo, il viaggio, il vento, tutto quello che secondo me é ... il vento é anche un elemento base della nostra vita, é quello che ci porta le buone, le cattive ; i naviganti si lasciavano trasportare dal vento per andare a scoprire nuovi continenti ; i Nomadi non hanno scoperto sicuramente nuovi continenti : spero che abbiamo scoperto per noi stessi delle nuove emozioni.

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M: Riguardo all'album precedente, una domanda, se posso permettermi, un po' più personale : cos'é per voi questa Settima Onda a cui l'uomo deve affidarsi ?

B: La Settima Onda ? Io credo che quando tutto ti sembra finito, quando veramente non hai più niente a cui puoi aggrapparti, quando pensi che veramente hai toccato il fondo, c'é sempre la Settima Onda. La Settima Onda é la speranza infine: i Nomadi penso che nelle loro canzoni, nelle nostre canzoni, pardon, lasciamo sicuramente alla fine di ogni canzone una speranza, una speranza che non finisce niente, che tutto quello che abbiamo fatto fino ad adesso non finirà mai, che praticamente anche se ci succedesse una brutta cosa come é successa ai Nomadi, che sono morti Dante ed Augusto, non é finito tutto, perché c'é sempre una Settima Onda, questo numero sette, che é un po' magico, a cui ti puoi aggrappare; ognuno di noi può avere il suo numero sette, può avere il suo dio voglio dire, ecco, ora non voglio addentrarmi in discorsi più grandi di me, io sono anche un po' limitato nel senso che non ho una cultura tale che mi permette di addentrarmi in questi discorsi, profondi, però io credo che la Settima Onda sia un discorso facile, volendo. Io mi sono un po' documentato, mi sembra anche giusto no?, e ho letto che ci sono dei pescatori tuttoggi che prima di buttare le reti per prendere il pesce aspettano la Settima Onda ; c'é stato un film, forse anche un po' ironico, "Papillon": quando si buttò dalla prigione, Papillon disse al suo amico "Mi raccomando, prima di buttarti aspetta la Settima Onda perché é quella che ti porta più lontano". "Lontano" chiaramente non nel senso che ti porta via dalla gente, ma "lontano" casomai dalle cose cattive.

M: Quindi si può anche cogliere un legame con "Gli Aironi Neri"? Si diceva: "Tu che conosci il mare, insegnami la via!"

B: Beh, può essere sai? In effetti può essere benissimo... sono d'accordo con te.

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Intervista rilasciata  all'emittente TeleRadioPace di Chiavari(GE) il 1-9-1995