Turchia estate 2008

 

Fausto Triva                  BMW R 1200 RT

Fiorenza Modè               BMW F 800 GS

Antonio Timini              BMW R 1200 GS

Giuseppe Timini            HONDA TRANSALP 650

Massimo Metalli             BMW R 1200 GS

Simonetta Piccini           passeggera

Sergio Leonardi             BMW R 1100 R

Lucia Malcotti                passeggera

Wolfgang Schnelzer       BMW R 1100 GS

 

Bruno Camisani             Camper Ducato

Franca Timini                 

 

Sabato 02-08-08

Appuntamento alle 6,30 a casa mia Canicossa, Wolf è già qui dalla sera prima dato che abita in una frazione vicino a Innsbruck, poi arrivano Massimo e Simonetta con Sergio e Lucia, mancano i fratelli Timini e con rammarico ci raccontano che Antonio il giorno prima ha avuto un problema al ginocchio (borsite) con febbre e questa mattina andava al pronto soccorso con il fratello per accertare la gravità del problema e con la speranza di raggiungerci i giorni successivi.

Partiamo, strada statale fini a Imola senza traffico poi autostrada fino ad Ancona con traffico intenso a volte anche fermo, noi passiamo in corsia d’emergenza consapevoli del rischio multa ma fa troppo caldo per star fermi.

Ancona ore 12 gradi 30, al porto prendiamo i biglietti già prenotati tempo prima (passaggio poltrona)  mettendoci poi in fila con altri motociclisti , attenderemo un ora sotto il sole prima di imbarcarci. Partenza ore 17.

La nave ha anche una piccola piscina, noi iniziamo subito ad ambientarci con la cucina greca e turca, kebab e birra.

 

Domenica  03-08-08

Ore 5 siamo già svegli la notte passata tra la poltroncina e la moquette per terra e l’aria condizionata

insufficiente, teniamo aperte la porta del pontile ma il personale di bordo insistentemente la chiude, forse dormono meglio Massimo e Simonetta con i materassini sul pontile.

Colazione al self-service e dai finestrini si vedono le montagne della Grecia, ci riuniamo tutti sul pontile per le classiche foto di rito.

Al porto di Igoumenitsa arriviamo per le ore 8, tutti giù nei garage per lo sbarco io sono un po’ in apprensione essendo  la prima volta che faccio un viaggio vacanziero come pilota,  il pavimento della nave è bagnato e scivoloso e tutti  s’infilano per scendere rimango in mezzo fra i camper e le auto e con il cuore in gola scendo raggiungendo gli altri.

Grecia mi fa un certo effetto tornarci dopo 18 anni e con la mia moto.

La nostra meta oggi sono le meteore e quindi prendiamo la strada montana per Ioanina girando intorno al lago e seguendo la E92 fino al passo montano di 1705 metri sole splendido e gradi 20,

fermi per un piccolo spuntino  sentiamo il rumore di una vespa che scende dal passo a tutta velocità con sopra due ragazzi  carichi di bagagli all’inverosimile ci salutano sorridendo, penso che a quella velocità non riusciranno mai a fermarsi.

Arriviamo al camping Meteora posto di fronte alle Meteore sono le ore 13 fa caldo ma si sta bene nel frattempo arrivano anche Franca e Bruno con il camper erano già in Grecia da qualche giorno prima, il pomeriggio lo dedichiamo alla piscina poi piccolo giro turistico per la visita esterna di questi monasteri posti sulle cime rocciose delle montagne. Al ritorno in camping ritroviamo i ragazzi della vespa, finiremo la serata tutti in compagnia.

 

Lunedì-04-08-08

Oggi lungo trasferimento, autostrada sosta alla dogana con la Turkia cambio dei soldi e poi di nuovo autostrada fino a Takirdag posta sul mare un centinaio di km. prima di Istanbul.

Ci fermiamo in campeggio subito fuori Takirdag sul mare  dopo aver percorso circa 700 chilometri, è il nostro primo camping Turko molto spartano e i servizi sono molto scadenti. Mentre noi mettiamo le tende Franca ci prepara dal camper una buonissima pasta asciutta con vino italiano e seduti sulle panchine in riva al mare.    

 

Martedì 05-08-08

E’ il giorno del mio compleanno e gli amici mi hanno scritto AUGURI a grandi lettere sulla sabbia è bellissimo valgono più di mille ori !

Oggi abbiamo il compito di attraversare la caotica Istanbul quindi cerchiamo di stare tutti uniti per passare dalla ring più esterna, il traffico è intenso ma scorrevole con alcuni intasamenti che ci obbligano a fare alcuni km. in corsia di emergenza per non soffocare dagli scarichi dei veicoli datati e dal caldo, il termometro della mia moto segna 35 gradi, siamo molto tesi gli occhi girano a 365  gradi per non farci tamponare o toccare dalle auto che si infilano da tutte le parti e per vedere se siamo tutti insieme, si deve fare attenzione anche ai cani randagi, uno di grossa taglia travolto da un autocarro ha addirittura bloccato il traffico, poi per attraversare la parte centrale della città sempre in autostrada serve una carta prepagata che noi non abbiamo cosi al casello dobbiamo fare retromarcia con il caos che si crea dietro a noi, accostandoci la faremo a l’unica postazione dove c’è un  personale addetto.

Lasciamo l’autostrada che costeggia il mare ed entrare nel centro della Turkia salendo per altipiani fino a mille metri con temperatura che si abbassa a 30 gradi arrivando ad Ankara la capitale, essa fu scelta da Ataturk per la centralità rispetto al Paese e la avvantaggiava nei confronti di altri centri posti in prossimità dei confini e perciò minacciati da agguerrite minoranze etniche oppure dal permanere di eserciti di occupazione di potenze straniere. La città priva di storia si presenta moderna a traffico molto scorrevole e gran parte delle lievi ondulazioni collinari che la circondano  sono coperte dalla crescita vertiginosa di quartieri residenziali popolari estendendosi in orizzontale con vivaci colori.

Dopo Ankara la nostra meta di oggi è arrivare al famoso lago salato quindi entriamo nella zona dell’Anatolia centrale, il paesaggio fatto di colline brulle e spoglie e poi ampi spazi deserti che ci danno ancor più la sensazione della lontananza dalla civiltà. Sono quasi le ore 19 e iniziamo a vedere la punta del lago salato (Tuz Golu) e i cartelli ci indicano un motel avanti una ventina di km.

È il più grande lago della Turkia dopo quello di Van, geologicamente è di origine tettonica chiuso in un bacino, la sua superficie non supera il mezzo metro e d’èstate la sua totalità si prosciuga e nelle parti secche si formano strati di sale dello spessore di 30 centimetri.

Siamo a 1000 m. di altitudine e 30 gradi e dal nulla appare come nei film di western il motel con negozi di souvenir da una parte della strada e dall’altra in riva al lago un ristorane con possibilità di camping gratuito con servizi ma senza doccia, subito l’idea del gratis ci esalta ma visto che la sera prima non avevamo fatto la doccia Sergio e Lucia optano per il motel e anche noi dopo qualche titubanza li seguiamo 30 euro per la doppia mentre Bruno e Franca col camper parcheggiano vicino al ristorante.

La sera la cena è ottima con polpette di agnello spiedini di carne e con verdure serviti dai gentilissimi gestori e visto che siamo italiani rimangono in nostra compagnia curiosi del nostro viaggio dandoci informazioni sulle varie zone della Turkia (conoscevano un po’ l’italiano e un po’ francese).

 

Mercoledì 06-08-08

Riprendiamo il viaggio costeggiando il lago fino alla sua fine a Aksaray,  nelle cittadine si deve fare attenzione agli stop dei semafori l’asfalto morbido presenta dei profondi solchi causati dal peso dei camion e visto la mi bassa statura con la moto da enduro devo sempre centrare la canalina per avere un buon appoggio.

Deviamo per Sultanhani  Kervansaray (caravan serraglio), imponente costruzione con ornamenti di pietre, serviva da ricovero per mercanti e viandanti che trasportavano dall’oriente in occidente con le carovane seta, spezie e altri prodotti, via commerciale nota come via della seta,  si provvedeva poi ai cavalli che per tre giorni erano nutriti e curati, questi caravanserragli erano disposti in lungo e in largo per l’Anatolia distanti tra loro circa 30 40 chilometri ossia non più di 8 10 ore di marcia o una giornata a passo di cammello.

Ci fermiamo per una breve visita e per uno spuntino visti l’ora di pranzo, fronte a questo caravanserraglio come tutti i posti turistici c’è un negozio di souvenir che fa anche da bar,

qualche toast e qualche fetta di torta ma Franca sente come noi un buon profumino di stufato si informa e i ragazzi del bar dicono che è il proprio pranzo, gentilmente ci invitano a sederci al loro tavolo ed assaggiare la loro specialità: Stufato di verdure e carne con pane arabo e senza posate,

un po’ piccante ma delizioso.

La strada che porta a Goreme è secondaria ma in buono stato e priva di traffico, credo che d’ora in poi del traffico ne troveremo poco, Fausto di buon occhio vede un officina meccanica entriamo perchè il cavalletto laterale della moto di Wolf dava segni di cedimento già dalla nave, qui costruiscono cassoni per camion non gli mancano certo le saldatrici.

Sistemato il cavalletto da bravi saldatori non vogliono alcuna ricompensa ma solamente farsi fotografare e dire in Italia che il lavoro lo hanno fatto loro.

Avvicinandoci a Goreme notiamo il cambiamento del paesaggio in un estensione illimitata di terreno selvaggio con le sue formazioni di rocce bianche, rosa e gialle è incomparabile, sono le case nella roccia. Lasciamo passare avanti Wolf che cerca di ricordare il posto di un campeggio messo su un altura per vedere tutto il panorama dove è stato qualche anno fa. Trovato e l’entrata è una piccola piazzola tutta in sabbia di tufo, arriva il ragazzo del camping  dice di salire per la strada sterrata che porta ai posti tenda il problema per me è che lo sterrato è tutto in sabbia di tufo, ho già il mal di pancia, Wolf parte sicuro anche Maxi senza Simonetta sopra  e Fausto mi spinge a decidere di mettere in pratica quel che ho imparato al raduno della BMW a Garmichs nella prova sullo sterrato con gli istruttori, saliti tutti bene anche Sergio che non ha certo la moto adatta e Bruno e Franca che con il loro piccolo camper vanno dappertutto.

Concordato il prezzo inclusa la cena ci sistemiamo con le tende fra la sabbia, ottimi anche i servizi e

visto che stiam fermi due notti ne approfittiamo per fare un po’ di bucato. Molto bello il panorama da questa altura si vede la vallata e queste formazioni rocciose con le case ricavate all’interno per  difesa dagli attacchi nemici, anche dopo cena dalla terrazza del ristorante si gode di un atmosfera suggestiva con tutte le luci accese.

 

Giovedì 07-08-08

Questa mattina ci svegliamo con il rumore delle mongolfiere che si alzano dalla vallata, ne ho

contate 23 portano  turisti per vedere dall’alto tutta la zona.

Senza bagagli dedichiamo la giornata alla visita dei dintorni, Zelve che è una zona delle più noti e importanti della Cappadoccia rocciosa, geomorfologicamente la più antica, a nord-ovest di

Urgrup si entra nella valle dei camini delle fate è segnata dagli spettacolari effetti dell’erosione

dei terreni tufacei, che ha dato origine a singolari formazioni, torri, piramidi, guglie e soprattutto coni, sormontati da blocchi di roccia dura, alti anche decine di metri, poi sostiamo a

Derinkuyu la città sotterranea con una profondità di 55 metri divisa in 8 piani da corridoi stretti e bassi, si ritiene che a suo tempo in questi insediamenti sotterranei, quasi 30 nella zona, trovassero riparo circa 10.000 persone.

Simonetta e Franca non sono entrate nella città sotterranea cosi hanno fatto amicizia con dei ragazzini al parcheggio i quali erano molto incuriositi dalle nostre moto e della nostra provenienza, impartendo lezioni di turko italiano italiano turko, uno di loro stava imparando anche inglese a scuola. 

Torniamo verso il campeggio cercando poi invano nella cittadina dei materassini da campeggio poiché Sergio e Lucia li avevano bucati e nemmeno la riparazione ha avuto buoni risultati.

Ci rilassiamo gustandoci l’ottima cena preparataci dalla famiglia che gestisce il camping.

 

Venerdi 08-08-08     

Ore 8.30 siamo già pronti per partire lasciamo la Cappadocia, origine del nome Katpatuka

Paese dei bei cavali dove si allevano cavalli, per scendere verso la Siria passando per altipiani e villaggi isolati con molte strade in ricostruzione percorrendo tratti medio brevi di sterrato ghiaioso e polveroso, anche i distributori di benzina molti non sono asfaltati ed alcuni manca la benzina per la mancanza del passaggio delle auto ma solo mezzi pesanti da trasporto, ma gentilmente i gestori ci offrono sempre il the (ciay) in turko.

Dai 18 20 gradi dei 1500 metri di questa mattina scendendo verso la pianura a 100 chilometri dalla Siria tocchiamo i 42 gradi, la nostra meta è Nemrut Dagi . Arrivati a Kahta a pochi km. dal Nemrut Dagi fermi ad un distributore si avvicina gentilmente un signore e ci consiglia di pernottare al suo motel camping e poi organizzare la visita al monte, visto che son quasi le ore 20 accettiamo, e cosi Sergio e Lucia prendono una stanza e noi mettiamo le tende  nel parking camping del motel, c’è l’erba e i servizi sono in buono stato. Durante la cena nasce la discussione se fare l’escursione salendo in moto  o con il furgone e autista messo a disposizione dal l‘albergatore che ce lo consiglia vivamente dicendo che la strada è in pessimo stato sterrata e tornanti stretti, mentre Fausto e Wolf vogliono avere la soddisfazione di salire con le proprie moto,

 

Sabato 09-08-08

Ci dividiamo cosi il gruppo parte con il furgone alle 3,30 del mattino per vedere sorgere il sole a 2000 metri e Fausto con Wolf in moto proveranno a salire verso le 6,30 del mattino. In effetti il furgone percorre una strada tutta sterrata e ghiaiosa fin su al parcheggio poi noi proseguiamo a piedi sempre in salita per una ventina di minuti per un ciottolato arrivando infine ad una larga terrazza in pietra che corre lungo tutto il versante occidentale e orientale di questo cumulo di pietre dove si pensa sia sepolto Antioco. In un scenario grandioso erge questa tomba costruita nel primo secolo

a. C. e si estenda tra la terrazza est e quella ovest della vetta, sulla quale il sovrano fece aggiungere un tumulo piramidale di 50 metri di altezza  con pietra frantumata sul posto. Grandi figure decapitate occupano tutt’intorno la terrazza a guardia e in onore della sua memoria e al sorgere e al calar del sole assumono colorazioni di grande suggestione. Rimaniamo ancora ad ammirare il panorama e da questi monti del gruppo del Tauro il rosso del sole che lentamente sale trasforma il blu intenso in un tenue azzurro dando la sensazione di essere veramente ai confini del mondo! In lontananza si vede l’Eufrate che nel suo viaggio tra le valli arriva e finisce nell’immenso bacino della diga di Ataturk, con la fantasia viaggio ricordandomi i tempi degli studi scolastici immaginando questi posti lontanissimi.

Ritorniamo al camping con il furgone sono le ore sette e comincia a far caldo, Fausto e Wolf sono già partiti per la loro avventura,  li aspetteremo appisolandoci in tenda.

Arrivano anche loro verso le ore 10 raccontandoci di essere saliti al Nemrut Dagi per una strada piccola ma in cemento con autobloccanti forse un po’ più lunga della nostra ma si poteva comunque salire anche in moto… bè noi abbiam visto l’alba!!

Ripartiamo tutti insieme, passiamo sull’Eufrate e poi sosta alla Diga Atatury per degustare una fresca anguria che Bruno e Franca avevano acquistato prima.

Poi immergendoci di nuovo nella calura arriviamo a Sanliurfa, motel Bakay in centro, sistemate le moto dentro la seconda entrata del motel e alcune nel retro nell’entrata della cucina e il camper di Bruno parcheggiato davanti al motel con il consenso della polizia,sistemati nelle camere ci avventuriamo a piedi per vie secondarie che portano alla cittadella e ai giardini.

Siamo molto osservati,  di carnagione chiara siamo solo noi, gli abiti che portiamo ci distinguono i bambini ci seguono con curiosità ma non sono invadenti, ci fermiamo ad osservare un fornaio intento al suo lavoro e ci offre un pane… che strano.. forse non vengono molti turisti da queste parti!

Sanliurfa città dei profeti, vecchia di 3500 anni ma oggi  moderna con scarse tracce del suo passato, passiamo per i bazar dove è esposta ogni mercanzia,spezie,sete bigiotteria locale e poi  la cittadella costruita dai crociati protetta su tre lati da un grande e profondo fossato, scavato nella roccia.

Aspetto particolare della città sono le grandi vasche note anche con il nome di “piscine di Abramo”,

pullulano di capre sante, a cui tutti offrono cibo;chiunque oserebbe impadronirsene diverrebbe cieco.

Ritorniamo verso l’albergo fermandoci in un locale per cenare, Guliza Konukevi, l’entrata poco invitante per il vicolo stretto e buio, ma dentro molto caratteristico e accogliente ci accomodano al piano superire in una stanza arredata tutta in legno,tavolo basso e per sedersi cuscini su tappeti stesi in terra, cucina strettamente locale accompagnati da musica dal vivo tradizionale. Nel locale vi sono molte persone e iniziano a ballare, vicino a noi c’è una numerosa famigli turca emigrata in Germania, ci uniamo a loro imitando i loro balli.

 

Domenica 10-08-08

Ore 8 colazione abbondante qui al motel, formaggi che han sempre lo stesso colore e sono tutti molto salati, pomodori, cetrioli, burro miele e nocciola messi in grandi piatti succhi di frutta e caffè solubile!

Wolf non ha messo la sveglia e mentre noi siamo già al caffè arriva in ritardo tutto sotto sopra e borbottando nel suo dialetto austriaco corre a prepararsi.

Il caldo si fa sentire lasciamo la città per la strada principale che porta a Mardin attraversando una pianura desolata a sud della Turchia fermandoci spesso per bere mescolando l’acqua con i Sali minerali che ci siam portati, Massimo e Simonetta hanno all’interno della loro giacca sulla schiena

una sacca per contenere l’acqua collegata con un tubino morbido per poter bere in viaggio,  ai distributori di benzina ci son sempre fontane frigorifero che mantengono l’acqua fresca gratuita.

Questa zona è la più calda che abbiamo attraversato, il termometro della mia moto segna i 45 gradi, provo ad aprire il casco ma è come se mettessi la testa in un forno ventilato!

Ci fermiamo a Kizitepe per la foto di rito siamo a pochi km. dal confine con la Siria!

Poi sosta a Mardin , lasciamo le moto alla piazza che fa da parcheggio sicuro, visitiamo la moschea e il bazar ma oggi è chiuso, si potrebbe visitare il castello ma è occupato dai militati cosi cerchiamo qualcosa da mangiare e siamo invitati ad entrare in una rosticceria dove son pronte molte pietanze,

volevamo solo qualche assaggio ma il gestore e il cuoco ci riempiono il tavolo di piatti tipici molto buoni spendendo veramente poco!

Direzione verso nord per Batman deviando per Savour un oasi naturale circondata da colline spoglie dove in mezzo passa un fiume che rende la zona molto verde, impressionati nel passare il paese sembra una discarica, immondizia e plastica sparsa ovunque è il posto più sporco della Turchia! I bambini a piedi nudi e sporchi girano in mezzo tranquillamente, la strada rotta si mescola con la terra e sassi e la gente si confonde in questo caos!

Lasciata questa “oasi”  puntiamo verso la valle del Tigri che qui chiamato Dicle, arriviamo al fiume e come magia sembra di catapultare nell’antica Mesopotamia, solo la lingua di asfalto e i nostri cavalli d’ acciaio ci risvegliano da questo sogno!

Su questa rive  si trova Hasankeyf, antichissimo insediamento umano risalente a 10.000 anni fa,

ora son rimasti una moschea un elegante minareto e i pilastri di un ponte, nelle pareti che costeggiano il fiume sono scavate innumerevoli grotte alcune ancora abitate, rappresentano un aspetto folcloristico dell’antica città per il modello di vita delle popolazioni, poi vi sono numerosi bar lungo il fiume caratterizzati da tavolini e ombrelloni posti direttamente in acqua in legno e paglia, si confondono con l’ambiente.

Siam fermi a fare foto e vicino a noi c’e un semplicissimo cimitero distinguibile per alcuni cumuli di pietre, dentro vi passeggiano alcune mucche! Come sempre si avvicinano molti bambini curiosi per le moto e per noi, Franca con molta discrezione dono a loro borse di abiti portati dall’Italia, erano felicissimi! Si ferma anche una famiglia turca in gita sul fiume ci offrono un paio di bottiglie d’acqua  e si fotografano vicino a noi e alle nostre moto.

Proseguiamo fino a Batman per fermarci in un motel, Bruno e Franca parcheggiano il loro camper

davanti al motel insieme alle nostre moto, qui vi alloggiano molti operai probabilmente per i molti pozzi di estrazione del petrolio, infatti tutta l’aria intorno sa di petrolio persino l’acqua della doccia sa di petrolio e poi fatto inconsueto vediamo passare anche un paio di carri armati, forse perchè siamo in una zona di frequenti postazioni militari.

 

Lunedì 11-08-08

Lasciamo la città per raggiungere il lago Van attraversando vallate meravigliose circondate da monti spogli il paesaggio asiatico è bellissimo, popolato da contadini e allevatori, ci fermiamo per fare foto e si avvicinano correndo bambini dal villaggio vicino fatto di case con mattoni di malta e  paglia senza strade da un colore unico uguale all’ambiente, i bambini ci guardano incuriositi, sorridono, regaliamo a loro un cappello avevo solo quello! Poi vediamo che uno di loro ha un sacchetto di patatine! Sicuramente son già passati Bruno e Franca col camper che erano partiti un po’ prima di noi, chissà cosa racconteranno al villaggio questi bimbi o se andranno a scuola ma dove e con cosa?

Un ragazzo corre avanti e indietro sul suo cavallo con fierezza!

Andiamo avanti passiamo il passo a 2500 metri di altitudine e ci son 25 gradi, scendendo per strada due giovani pastori agitano un paio di bottiglie d’acqua vuote… Ci fermiamo e Fausto dalla valigia della moto nostra riserva d’acqua gli regala due bottiglie piene e un paio di pani rimasti a noi.

Più avanti ci fermano i militari in un posto di blocco con tanto di torretta e mitra puntato, un ufficiale americano oppure europeo dal viso e struttura non certo turco ci chiedono i documenti da dove veniamo dove andiamo ci registrano e ci lasciano andare.

La strada che porta a Tatvan e spesso interrotta per lavori di ristrutturazione e allargamento cosi percorriamo lunghi tratti di sterrato, autocarri che alzano polveroni da oscurare la visibilità macchine in sorpasso che appaiono all’improvviso come fantasmi alla fine ci guardiamo se ci siamo tutti! Poi fermi  che per allargare la strada fan saltare parti di montagna con mine, che caos!.

DA Tatvan costeggiando il lago, posto a 1720 metri di altezza,  arriviamo fino a Gevas dove c’è un ristorantino che fa anche da camping, il posto tende è nel retro del ristorante spazio fatto da un paio di terrazze ricavate nella collina i servizi son quelli del ristorante quasi puliti ma senza doccia il tutto senza recinzione ma dato che è gratis non si pretende!

Accordandoci con il ristoratore prenotiamo la cena per la sera e adesso l’escursione con barche a motore all’isolotto di Akdamar circa mezz’ora di navigazione, sull’isola si conserva la chiesa  della

Santa Croce costruita fra il 915 e il 921 e ritenuta uno dei capolavori dell’architettura religiosa armena. L’isola non è grande la si gira a piedi in lungo e in largo c’è un bar e un souvenir, dalla sponda dove è parcheggiata la nostra barca un gruppo di turchi fanno il bagno viene anche a me la voglia di tuffarmi ma le donne che sono a riva vestite fino ai piedi si allontanano proibito per loro,

passiamo dall’altra parte che è in ombra ma non c’è nessuno e con la scusa di sentire l’acqua com’è scendo a riva, non ho il costume ma non importa non è la prima volta che faccio il bagno in mutande! Cosi tolgo scarpe jeans e tengo la maglietta e mi butto l’acqua è calda salata e alcalina al tatto sembra unta ma non puzza e non ci sono pesci, poi  ci avrei scommesso mi seguono Simonetta che si tuffa con addosso i pantaloncini alle ginocchia e maglietta, Massimo e Wolf in mutande e incredibile anche Franca con la greepier nera e poi anche Fausto, bellissimo!.

Ci rivestiamo con quel che è rimasto di asciutto e ritorniamo al camping, la cena è servita fuori sotto ai gazebo con pochissima illuminazione, agnello e pesce. Wolf non finisce la cena ha problemi di stomaco e va a dormire subito.

 

Martedì 12-08-08

Infatti questa mattina Wolf  ha la febbre quasi 39, rimaniamo fermi tutti giornata di relax anche se

qui non c’è niente, Bruno e Franca con Massimo e Simonetta vanno a Van col camper a comprare qualche fusto da 5 l. d’acqua e qualche cibaria più commestibile e a cercare dei materassini da campeggio o simili per Sergio e Lucia, ma invano nella cittadina non esiste niente per il campeggio cosi al ristoratore chiediamo coperte di spessore  grosso  per ammortizzare un po’ il duro del terreno.

Nel pomeriggio Wolf  ha ancora la febbre e anche un po’ di dissenteria ma quella ci sta accompagnando un po’ tutti, anche Fausto ha qualche linea di febbre e dice che l’agnello della sera prima era un caprone che si è fermato sullo stomaco. Questa sera pasta in bianco per tutti.

 

Mercoledì  13-08-08

Stiamo quasi tutti bene e di mattino presto ci alziamo per i preparativi e vediamo Massimo che su sperone roccioso poco distante fa il “bronzo di riace”, con i fusti dell’acqua  non resisteva più senza fare la doccia! Ripartiamo, passiamo Van cittadina moderna sviluppatasi su un antichissimo insediamento, alcuni resti sono conservati nel museo al centro della città.

Lungo il viale ammiriamo una esemplare scultura rappresentata da un gatto, il gatto del lago di Van felino di razza rara e pregiata in Turchia dal pelo bianco ha un occhio di colore azzurro e l’altro di colore giallo-dorato e pare sia in grado di nuotare nel lago, tale è la sua popolarità che gli abitanti han deciso di dedicargli una statua.

Riprendiamo la nostra strada verso il monte Ararat, il paesaggio è emozionante l’altopiano  tocca i 2000 metri, immense distese brulle e desolate circondate da montagne desertiche passiamo un villaggio di contadini, Soguksu,, case fatte di mattoni di malta basse tutte uguali e irregolari, qui il tempo si è fermato la gente lavora nei campi con attrezzi manuali, carretti trainati da cavalli, il fieno viene raccolto in grossi cumuli con rastrelli e forche, ci fermiamo abbiamo anche noi la sensazione di essere catapultati nel tempo trasportati dal vento di questa prateria di forme irreali e di infiniti campi di lava, una vita parallela alla nostra ma regolata dalle stagioni, dal sole, dalla luna,

dalla generosità della natura che regala al popolo curdo acqua e cibo.

Fermi in silenzio passiamo inosservati da un branco di cani randagi di media statura che transitano poco distanti a noi per il loro cammino.

Saliamo al passo Tendurek Gecidi  Rakim  forse il punto più alto mai raggiunto 2644 metri vicinissimi al confine con l’Iran sembra quasi di oltrepassarlo facendo qualche centinaia di m. a piedi ai lati della strada, poi giù per arrivare a Dogubayazit città di frontiera ci sono soldati e blindati dappertutto, e caserme con mezzi in assetto da guerra, l’attraversiamo e saliamo per 6 chilometri percorrendo una strada circondata da alte montagne e raggiungere i 2500 metri di altezza dove è stato costruito verso la fine del VII sec. l’imponente palazzo fortezza Ishak Pasha Saray da un ricco emiro curdo Colak Abdi Pasha finito poi dal figlio Ishak per controlloare l’intera vallata verso Ddgubayazit e il confine con l’Iran, e ora come una sagoma grandiosa e senza tempo domina appollaiato su uno sperone di roccia, è il posto più bello della Turchia solo questo merita tutto il viaggio, le vedute dai suoi balconi sono mozzafiato, l’immensità dello spazio e del nulla, i monti alti e lontani, ho avuto la sensazione di trovarmi veramente lontanissima da casa.

Dal palazzo una piccola strada sterrata in salita porta al campeggio messo su un altura poco sopra

dove possiamo ammirare dall’alto tutto, compreso la fortezza! Il problema è che non c’e un gran posto per le tende lo spazio è un piccolo parcheggio del ristorante tutto in ghiaia, si può anche fare

Bruno sposta un po’ il camper….  Ma poi si sta alzando un forte vento….. Chiediamo al gestore che parla in perfetto inglese se hanno una stanza per poter mettere solo i sacchi a pelo…

Gentilmente ci mostra una stanza dopo la sala da pranzo con tappeti per terra, cuscini e oggetti in disuso accatastai agli angoli, per noi va benissimo! C’è anche una branda con materasso e coperte…. Era il letto del nonno che raccoglie le sue cose e credo che dormirà in cucina… ci dispiace molto….

Nel pomeriggio giriamo a piedi nei dintorni e c’è anche un area pic-nic per famiglie e noi seguiamo dei bambini che si avventurano pericolosamente per un sentiero roccioso  in salita verso il monte vicino che arrivando quasi in cima la veduta si amplia sempre più, ma il cielo si sta oscurando non

si capisce se è nebbia o nuvoloni, alla fine scendiamo di corsa siamo presi da una tempesta di sabbia

tutti corrono ai ripari e noi torniamo nel nostro camping ristorante, verso sera inizia anche a piovere, felici della nostra scelta  stanzone pigiama party.

Dopo la cena preparataci qui ottima e abbondante osserviamo le molte foto appese ai muri, il ristoratore è una guida specializzata per il monte Ararat e ci mostra tutte le sue escursioni perfino il ritrovamento della coppia italiana sorpresi dal freddo e persi per cui la donna mori, dove lui era al capo dei soccorritori, ci informa poi dei visti che servono e che non è consentito salire senza guida

Continua a piovere e dal terrazzo ci gustiamo tutto il paesaggio a valle illuminato ci son 20 gradi e speriamo domani sia migliore, ritorniamo nel nostro stanzone dove ognuno ha preso postazione con i propri sacchi a pelo. Prima di cena io e Simonetta abbiamo fatto la doccia anche se l’acqua calda proprio non c’era ma dato che al lago non era stato possibile!  poi pensando che la spesa di pernottamento era 5 euro andava bene anche cosi.

 

Giovedì 14-08-08

Dalle finestrine appannate la luce del giorno fa capire che è tornato il sole e il risveglio è naturalmente a cuscinate!!

Dopo colazione e preparato tutte le nostre cose siamo pronti a rifare il pezzo di sterrato in discesa con la curva a gomito e io solo al pensiero mi viene il mal di pancia!

Appena passato Dogubayazit deviamo per una trentina di km. per arrivare al confini con l’Iran,

delimitato da un enorme cancello con tanto di lucchetto e i militari ci invitano a passare ma non abbiamo i permessi e incuriositi anche loro che siamo italiani e in moto, si lasciano fotografare,

in fila vi sono molti camion targati Theran e il pezzo di strada qui è distrutto facciam retromarcia

e poco distane una deviazione ci porta a visitare il Buco di Meteorite,  fermati ancora  dai soliti controlli militari visto che anche qui siamo molto vicini al confine, il buco di meteorite è una cavità fonda 60 metri largo circa 35 metri causato da un meteorite caduto nel 1937 è il secondo più grande al mondo.

Torniamo sulla principale per Kars prendendo una secondaria piena di buche e senza asfalto con a seguito sempre Bruno e Franca con il loro intramontabile camper, per

trovarsi poi davanti all’imponente e torreggiante Monte Ararat coi suoi 5000 metri di altezza

perennemente incappucciato dalla neve, fermi per le foto di rito immaginiamo di vedere frammenti dell’arca di Noè cui si poso dopo il diluvio universale!

L’altopiano intorno al monte è uno spettacolo di colori dal verde scuro al marrone coi suoi pascoli di mucche cavalli e asini e i bambini che li custodiscono salutano sempre! Saliamo di nuovo in cima ad un altro passo e troviamo i pastori di alta montagna per la stagione estiva, di fatti vi sono molti ricoveri fatti di tendoni di plastica azzurri, inizia a piovigginare e la temperatura scende a 17 gradi.

Verso valle il sole fa spazio fra le nuvole, attraversiamo un paese dove stan rifacendo tutta la strada mettendo un copioso strato di ghiaia riduciamo di molto la velocità dando la sensazione di infossarsi

( l’unico segreto è quello di tenere sempre aperto!)

A rallentare il nostro viaggio sono i frequenti blocchi stradali dei militari, controlli dei passaporti le solite domande e alcuni ci chiedono se abbiamo un tabulato di viaggio da registrare, son tutti sempre in assetto di guerra.

Arrivati a Kars, caos totale la pavimentazione è tutta a ciotoli sconnessi con molte buche e in saliscendi (ho rischiato di ribaltarmi) e auto parcheggiate dappertutto! Trovato il motel consigliato dalla guida di Simonetta con parcheggio custodito anche per il camper, carino quasi pulito!

All’interno nel sottopiano hanno il bagno turco ovvero hamam  e dopo esserci sistemati e accordatoci col gestore per il quale riserveranno l’esercizio solo per noi europei dato che per le donne non è consentito entrare, prenotato per due ore scendiamo in costume e veniamo muniti dei classici teli da bagno turco, all’interno è molto caldo tutt’intorno è piastrellato, al centro c’è un enorme pietra rotonda in marmo calda dove ci si può stendere, ai lati fontanine d’acqua con vaschette di plastica per poter bagnarsi , noi naturalmente la buttavamo l’uno addosso all’altro, poi c’era anche la sauna tutta in legno stile finlandese e un paio di stanzini riservati per il massaggio turco  che abbiamo fatto tutti!

A cena siamo andati verso il centro a piedi in locale tipico molto bello e quando abbiamo chiesto se era possibile bere birra, dato che l’alcol è proibito, sono andati a comprarla fuori e poi l’han portata in tavola coperta con tovaglioli. Nel pomeriggio prima al Camper è saltata la corrente per motivi di centralina, funziona la corrente interna solo a motore acceso e sembra noi sia possibile sistemarlo.

 

Venerdi 15-08-08

Da Kars deviamo verso il confine con l’Armenia per visitare Ani, anche questo pezzo di strada

stretta è in allargamento piccola striscia di asfalto e ai lati cumuli di terra rossa per il nuovo fondo

e infine il paesino prima di Ani è tutto sterrato.

Ani deriva il suo nome da quello della dea persiana dell’Amore, primo insediamento nel V sec. a.C., si presenta su uno spoglio altopiano circondato da steppe, è delimitata da un lato da possenti mura e dall’altro dalla gola del fiume che attualmente segna il confine con  l’Armenia, un tempo vivevano 100.000 persone, fu devastata dai Mongoli nel 1239 e abbandonata dopo un violento terremoto nel 1319.

Piccolo pranzo qui al parcheggio con la nostra base “camper” con anguria e formaggio e dal paese

arrivano 4 5 bambini cui doniamo biro e fermacapelli, una bambina ha i capelli lunghi fino sotto al sedere,

intanto con rammarico Bruno e Franca decidono di lasciarci e fare una via più breve per il ritorno

sono preoccupati per il problema elettrico del camper, visto che noi avevamo l’intenzione di andar a vedere il confine con la Georgia.

Ci salutiamo con la promessa di tenerci in contatto e noi prendiamo la strada che porta a Posof

verso il confine con la Georgia, solo per la curiosità di vederlo e poi se come da casa ci dicono che

la guerra  con la Russia è ancora in atto sicuramente i militari ci fermeranno prima!

Sono le ore 16 e siamo davanti ai cancelli della dogana, vi sono anche dei cani randagi, chiediamo informazioni naturalmente non si comunica ne in tedesco e neppure in inglese, per la guerra in corso non sanno dire niente, e quando vedono che siamo italiani ci ricordano Celentano e Toto Cotugno, vi sono alcuni camion in attesa, ed il posto è incolto e tutto sterrato

e dopo 40 minuti e passato  quattro uffici usciamo dalla Turchia, aprono l’ultimo

portone si deve fare attenzione ci sono buche e solchi creati dai camion.

E adesso… Percorriamo un breve tratto di sterrato da terra di nessuno per entrare in un capannone enorme, la dogana georgiana! Doganieri in pantalone verde e giubba rossa i controlli sono più veloci e per l’assicurazione come la dogana prima non sanno niente e noi non siamo coperti,

e riaprono di nuovo un portone e ci augurano buon viaggio!! … Ma dove vado che non c’è la strada

e gli altri dove son passati? Fuori dal capannone c’è uno sterrato in discesa da sci olimpionico e porta di nuovo ad un altro cancello ultimo controllo  e ci riuniamo tutti e adesso??.....

Wolf con se aveva anche la cartina della Georgia la si guarda e decidiamo di fermarci al primo paese per un motel, dalla cartina dista poco.

Lo sterrato sale e scende per le colline, si va molto piano sopratutto Sergio che ha la moto bassa e tocca dappertutto, Fausto fa sempre da guida davanti, io e Wolf che fa da servizio scopa siam quelli che vanno meglio anche se ho le gambe che tremano e la pancia in subbuglio, mentre Massi e Simo

arrivano piano piano carichi come sono!!   

Dopo qualche km. ci fermiamo sono le ore 19 e cerchiamo di capire quanto manca al paese

Forse una quindicina di km. e se la strada è sempre sterrato quando arriviamo? Tornare indietro è

Impossibile anche perché la frontiera chiudeva alle 18! Non ci resta che proseguire e per fortuna dopo qualche km. un solco profondo divide lo sterrato dall’asfalto, passiamo un paesino, Vale, la  gente si ferma ci guardano, si notano già i lineamenti dei visi più rossi più asiatici i vestiti diversi dai turchi e le donne vestono più liberamente ma qui motel non ce né.

Poco prima di Ahalcihe troviamo l’Hotel con scritte in cirillico e una in caratteri europei, subito

i gestori non sembrano molto ospitali ma quando vedono che siamo italiani le cose cambiano,

c’è solo qualche difficoltà con i soldi non accettano la carta di credito e nemmeno gli euro e la lira turca non la vogliono nemmeno vedere, solo soldi georgiani… Ma non li abbiamo… E senza soldi

non ci danno le camere… Chiediamo di andare in città per il cambio… Ci dicono che il cambio adesso e chiuso, ma come facciamo????  Non ci fa credito per il giorno dopo e senza soldi non ci dà nemmeno da bere!! Al distributore di fronte si ferma un gruppo di giovani e incuriositi si avvicinano, d’accordo col gestore ci cambiano i soldi, 100 euro per 200 Lari georgiani chissà che affare abbiamo fatto non conosciamo il valore del soldo ma in estremis!! Alla fine con 100 euro abbiamo dormito e cenato in 7 senza colazione, non bastavano per la colazione.

Per noi è andata bene ma sicuramente meglio per chi ci ha fatto il cambio e per il gestore.

Poi per la cena la quantità del cibo la si doveva dire in peso carne ai ferri e verdura quanto?

Forse la stanchezza e il rilassamento non riuscivamo a quantificare il peso di quanta carne

sarebbe servita e poi cotta com’era? Alla fine abbiamo detto 2 kg. o forse più.

Le stanze erano in buono stato ma nel bagno mancavano gli asciugamani o forse erano da prendere a parte? 

La cena ci è servita ottima e abbondante non riusciamo a finire tutto, nel frattempo arriva altra gente

del posto e proviamo a chiedere se ci son problemi con la guerra se si può proseguire mostriamo la

cartina e non riusciamo a capire perché la leggono al contrario, chiediamo se si può fare la strada che porta a Batumi se è in buono stato, sulla cartina è segnata in rosso ma alcuni dicono che non è asfaltata altri non sanno, per la guerra dicono che è solo a Tbilisi da casa ci messaggiano  che stiamo facendo una pazzia e che hanno bombardato il porto vicino a Batumi, la festa prosegue ci offrono vodga e festeggiano perché italiani sono arrivati fin li. Uno addirittura telefona alla moglie  anche se è mezzanotte per farla parlare con un italiano!! È meglio che andiamo dormire tutti.

 

Sabato 16-08-08

Riprendiamo le moto che per la notte sono state chiuse in una rimessa per mezzi pesanti,

e nasce una discussione sul da farsi se tornare indietro o proseguire per Batumi, Wolf è

convintissimo a proseguire e si arrabbia molto per la nostra indecisione, a noi prevale un po’ di buon senso e pensiamo di tornare, si ferma un auto di una coppia di polacchi che rientrano per la Turchia arrivando da Gori, parla in inglese cosi ci spiega che la strada più bella per Batumi è andare per Gori ma ci sono molti blocchi di militari russi, loro sono rimasti fermi un giorno e quella che vorremmo fare noi passa per i monti ed è impraticabile anche per le moto, la decisione è fatta anche se Wolf  è molto arrabbiato, Sergio ci dice che è un tedesco meglio lasciarlo stare.

Rifacciamo lo sterrato della sera prima che i suoi 8 chilometri sembrano più corti  e di nuovo un oretta per il passaggio delle due dogane e in quella georgiana un signore ben distinto in tedesco ci racconta che quella strada era impossibile, Wolf rimane ancora arrabbiato.

Proseguiamo il viaggio ormai di ritorno verso il mar Nero attraversando paesini di montagna seguendo una strada che la chiamerei mille curve, alla fine la moto curva da sola per inerzia.

Ci fermiamo su un altura per ammirare il panorama e il mare che s’intravede all’orizzonte

fra le basse nuvole, scendiamo dai monti fino a Hopa per  fermarci in un motel posto sul mare,

non è un posto turistico e dopo una cena consumata in fretta in un self-service ci ritiriamo nelle stanze.      

 

Domenica  17-08-09

Ottima colazione qui al motel, ma poi nel caricare le moto notiamo che la gomma della ruota posteriore di Sergio è un po’ sgonfia e usando il  compressore del distributore tende a sgonfiarsi, probabilmente c’è un minuscolo forellino che ad occhio nudo non si vede.

Distante un paio di Chilometri c’è una piccola officina-gommista e il meccanico riesce a sistemare la gomma della moto.

Si riparte prendendo l’autostrada che costeggia tutto il mare Nero scorrevole e veloce prestando attenzione perchè in prossimità dei centri abitati la gente attraversa la strada in modo disordinato per raggiungere le zone balenabili.

Dopo aver fatto 450km. ci fermiamo in un camping sul mare a Unye , piccolo in ombra e in buono stato vi sono anche i cottage, devo correre subito al bagno ho un attacco di dissenteria lasciando stupito il proprietario del camping.

Sergio e Lucia ne approfittano del cottage capiente per quattro persone e sborsano una cifra non indifferente(50 euro) per il posto mentre noi mettiamo la tenda sotto le piante, i vacanzieri qui sono tutti locali noi infatti siamo gli unici stranieri poi nessuna donna è in costume tutte con abito lungo,

ci sentiamo molto osservati nei nostri accampamenti!.

Data l’ora pomeridiana e i vari screzi fra di noi perché al motomondiale a Brno Rep.Ceca ha vinto

Valentino e non Stoner è meglio che andiamo a fare il bagno, in spiaggia al sabbia è fine e nera non da senso di pulizia, entriamo in acqua io Simonetta ma vengo attaccata dalle meduse  insito a nuotare per rilassarmi ma gli attacchi insistono esco subito!

Questa sera siamo invitati nel cottage di Sergio e Lucia per una buona pasta all’italiana e formaggi

con gelato finale, ottima serata.

 

Lunedì 18-08-08

Questa mattina fa caldo e molta umidità e il bagno della sera prima o il gelato o meglio

Il fusto d’acqua che abbiamo comprato per bere non era sigillato adesso siamo tutti con dissenteria

e ci sentiamo stanchi, ci rincuora il fatto di aver visto per qualche minuto con meraviglia i delfini alla deriva giocare nell’acqua.

Riprendiamo l’autostrada che di nuovo costeggia il mare  fino a Samsung, e poi seguirla per l’interno fino verso Merzifon con pezzi di strada ancora interrotti polverosi e trafficati.

Fermi in un distributore per il rifornimento e sosta per l’ora troppo accaldata di nuovo dissenteria per tutti ormai denominata “ cacca molle” molto molle, i farmaci che abbiamo non riescono più a

fermare il problema, e Fausto ha anche la febbre a 38 e 3 linee, proviamo a rimanere fermi un paio d’ore se con gli antifebbrili si abbassa un po’.

Inutile, quindi io e Fausto rimaniamo e i nostri compagni vanno in cerca di un motel nelle vicinanze

non è possibile continuare fa troppo caldo e la febbre permane, lo trovano a una decina di km. Fausto riesce a portare la sua moto al motel  e sistemati nelle stanze decidiamo sul da farsi

pensiamo che aspettare la notte sia tempo perso servono interventi diversi meglio chiamare un medico.

Posto il problema ai gestori del motel che un po’ di tedesco lo capiscono gentilmente ci accompagnano con la macchina al pronto soccorso della città, raggiunto l’ospedale siamo assistiti quasi subito e al giovane medico spieghiamo a gesti il problema e anche con il piccolo vocabolario di italiano-turco che aveva Simonetta dato che il medico non conosce lingue diverse dalla sua.

Dopo aver diagnosticato una infezione intestinale gli mettono una flebo, penso con un antibatterico,

della durata di circa mezz’ora e  ordinato medicinali da prendere in farmacia, poi ci ha fatto capire che forse il giorno dopo la febbre non dovrebbe più esserci ma di continuare con i medicinali e di mangiare.

Paghiamo un tichet di circa 15 euro e torniamo in albergo, Fausto è esausto e si addormenta quasi subito, noi ceniamo tutti con riso in bianco e ne metto da parte un piatto per Fausto che porterò in camera, naturalmente non riesco a dormire anche perché l’albergo è posto vicino alla strada che è molto trafficata e gente che si ferma e gente che parte.

 Martedì 19-08-08

Sono le 4 e 30 del mattino Fausto si sveglia e non ha più la febbre riesce anche a magiare il riso cosi

i medicinali faranno il suo effetto poi alle ore sette faccio un giro per le camere dei nostri amici dicendo che si può ripartire il “capo-carovana” sembra quasi in forma!

Ripartiamo ma dopo qualche centinaio di km. Wolf  viene toccato da un auto che non ha dato la precedenza ad un incrocio e cade a terra, per fortuna senza rotture per lui solo qualche botta e la qualche ammaccamento riparabile al momento.

Interviene la polizia per le conseguenti ragioni e l’autista della macchina coinvolta dice di non averlo visto, per la compilazione dei documenti si devono recare all’ufficio della polizia, cosi partono Wolf con la mia moto e Massimo con Simonetta nel frattempo noi cerchiamo un posto all’ombra è mezzogiorno e fa molto caldo, ci accostiamo a una stradina laterale sotto a una piante e Fausto dà una controllata alla moto di Wolf.

Passano un paio d’ore e ritornano raccontandoci che le procedure erano molto lente ma sono stati trattati gentilmente e senza conseguenze per Wolf essendosi aggiudicato la ragione.

Dopo una sosta a una stazione di servizio per riposarci dalla calura e mangiare qualcosa riprendiamo l’autostrada per Istanbul per qualche ora per poi dover riuscire per cercare un motel prima di immergerci nel traffico caotico della città rischiando di arrivare a tarda ora.

Lo troviamo a un centinaio di km. da Istanbul “ Comadac Hotel Tesisleri” molto grande e molto accogliente ma sempre le scale per salire alle camere! Sistemati ceniamo nel ristorante del hotel e al momento siamo solo noi, la sala è molto grande c’è anche un pianoforte  magari faranno serate e noi siamo capitati nella sera sbagliata, pensato troppo presto infatti arriva qualche coppia e altra gente esterna al motel, arriva anche il pianista che inizia a suonare accompagnato dalla cantante in abito lungo da serata e fatto curioso a richiesta viene avvicinata ai tavoli per qualche canzone personalizzata e i richiedenti lasciano una mancia attaccando il denaro allo spallino dell’abito fermato da una molletta!

 

Mercoledì 20-08-08

Ripartiamo tutto tranquillo fino a Istanbul che la attraversiamo nell’ora di punta in un caos totale

poi verso Edirne confine con la Bulgaria, ma la gomma posteriore di Sergio sembra non tenere la piccola riparazione, passando per una cittadina ci fermiamo ad un altro gommista che smonta il pneumatico mettendo una pezza all’interno, ottimo lavoro.

Arriviamo al confine e notiamo subito u interminabile coda di auto, tutti turchi che ritornano in Germania e Francia, pochi turisti anzi solo noi, sono le ore 17 e fa molto caldo macchine dappertutto alcuni ci fanno passare ma poi dobbiamo stare in fila e spostare le moto a mano dato che si va avanti a tre metri per volta, io qualche ora prima ho bevuto una coca cola fredda, fatale errore ho un attacco forte di dissenteria e il bagno sicuramente sarà alla dogana che dista un km. non ci arrivo e quindi mi guardo intorno, traffico e confusione, a un centinaio di metri dopo la strada c’è uno stabile in costruzione con mattoni impilati faccio appena in tempo ad arrivare…

Al confine passiamo sei stazioni di controllo alla prima ci danno un cip con i nostri dati, alla seconda ce lo ritirano e all’ultima ce lo richiedono e noi non l’abbiamo più, ci ritirano i passaporti

e senza cip non ci fanno passare, inizia cosi tutta la spiegazione ma la doganiera ci vuol rimandare indietro a riprendere il cip e rifare tutta la coda, siamo stanchi e ci alteriamo un po’ esce il

comandante e ricapitolando la situazione un po’ in tedesco e un po’ in inglese ci restituiscono i passaporti e entriamo in Bulgaria dopo aver cambiato un po’ di soldi.

Sono quasi le ore ventuno e comincia a far buio, al primo motel ci fermiamo dopo aver fatto una ventina di km. ceniamo subito dato che la cucina è quasi in chiusura poi tutti a dormire.

 

Giovedì 21-08-08

Ripartiti per Sofija passiamo per il centro città e davanti all’ambasciata italiana, vista su alcuni palazzi storici poi dritti fino al confine con la Serbia più semplice di ieri solo un’ ora e mezza di coda, direzione Nis e a un centinaio di km. prima ci fermiamo in un motel  sono le ore 18 passate e arrivare in città magari si fa tardi, alla reception il ragazzo parla italiano  ci racconta che sta facendo

l’università a Padova cosi tutto è più semplice , mettiamo le moto al piano sotto  in ristrutturazione ma al chiuso.

La cena questa sera è molto abbondante, zuppa e carne ai ferri, il ben magiare e il ben bere ci fa lavorar di fantasia e pensiamo di chiamare al telefono i fratelli Timini che sono a casa Pralboino e se possibile di ritrovarci tutti la sera successiva in Slovenia a Prestranek da Darko un amico che gestisce una pensione, Fausto fa i conti dei km. che distano con il gps, sono molti non dice quanti ma bisogna partire presto, siamo tutti d’accordo e prenotiamo la colazione del mattino per le ore sette e pronti a partire prima delle otto.

 

Venerdi 22-08-08

Siamo tutti puntuali ed entusiasti per la festa che faremo la sera!

Partiamo e di mattino facciamo molta strada fermandoci un pò per le ore più calde e poi via di nuovo, i km. non finiscono mai, Fausto dice sempre che manca poco.

Quando vedo il cartello Prestranek  è come se avessimo terminato una maratona e penso al viaggio tutto insieme, alla nostra avventura ormai lontana ma incisa nella mente e nei nostri cuori….  Arrivati ci abbracciamo vittoriosi come i veri olimpionici… i km oggi erano 1200.

I fratelli Timini sono già arrivati e ci dicono che siamo tutti matti.. matti….