Marocco  dicembre – gennaio  2007/08

 

 

Sabato 22/12/08

Caricata la moto come sempre dalla sera prima con attrezzatura da campeggio compresa la cucina  partiamo non molto presto la mattina del sabato per raggiungere i compagni di viaggio a Pralboino (BS) dove arriveremo verso le ore 11. La giornata è soleggiata ma fredda e la brina resiste ancora nei campi e sui tetti delle case nelle zone in ombra. Autostrada Cremona Genova fino al porto per imbarcarci sulla nave Majestic già prenotata tempo prima. Le nuvole coprono tutto il cielo con vento forte siamo al porto nel primo pomeriggio, molte auto e furgoni sono già in fila per l’imbarco con targa italiana e francese ma sono tutti marocchini che tornano a casa per il periodo vacanziero tutti carichi di bagagli all’inverosimile soprattutto bagagli sopra il tetto (materassi poltrone ecc..) dato che il veicolo paga il passaggio nave tanto per la sua lunghezza e non per l’altezza.

Dopo il controllo polizia al cekin attendiamo il nostro turno per salire a bordo e come sempre le moto sono ultime nel frattempo arriva una copia di motociclisti su BMW R 1100 da Riva del Garda

anche loro diretti in Marocco per una vacanza, Sergio e Lucia, ci sorprende la loro non giovane età e la spensieratezza di intraprendere un viaggio in solitaria in un paese molto diverso dal nostro.

Saliamo a bordo parcheggiando le moto nel garage D legandole bene con le cinghie lasceremo anche stivali e pantaloni da moto per metterci più comodi dato che il viaggio durerà 48 ore.

Noi abbiamo i biglietti con solo il posto poltrona ma vedremo poi che il numero  poltrona c’è ma tutti occupano e si stendono senza regole soprattutto marocchini con bambini piccoli, noi dormiremo le due notti sulle poltroncine del bar.

 

Domenica 23/12/07

Alle 7,30 dai finestroni della nave è ancora tutto buio e il nostro gps ci dice che siamo a 150 km. da Barcellona, nota positiva è che avendo dormito sulle poltroncine vicino al bar sono in pole position per il primo caffè. Vado di fretta ai servizi per riordinarmi il possibile temendo la ressa di molte persone ma è stata una preoccupazione inutile non ho mai visto una delle molte donne marocchine

Togliersi un  velo o una giacca per una rinfrescata. All’arrivo dei nostri amici andiamo al self-service per la colazione la quale è compresa nel biglietto d’imbarco insieme al pranzo e alla cena il tutto di buona qualità anche se la carne di maiale non c’era mai. La nave fa una sosta al porto di Barcellona sono le 12,30 ripartiremo verso le 16, non si può scendere per ovvi motivi e fuori sul ponte facciamo foto e riprese per chi ha la telecamera, c’è il sole e il vento e la temperatura e già molto più mite rispetto al nostro inverno. Riprendiamo il viaggio e noi passiamo il tempo girando su e giù per la nave, non è molto grande, ci sono anche parecchi vacanzieri diretti in Marocco gruppi organizzati di camper e qualche motociclista solitario. Io devo restare ferma un po’ sulle poltroncine il lieve ondulare della nave mi da qualche noia, dormirò un paio d’ore.

 

Lunedì 24/12/07

Di nuovo buona la posizione delle poltroncine vicino al bar e oggi si cambia l’ora, in Marocco c’è un ora in meno rispetto all’Italia e Spagna. Le indicazioni del monitor della nave ci dicono che siamo ad Almera sud della Spagna e il tempo fuori è abbastanza buono tra nuvole e sole. Dopo il pranzo al self-service si intravede il golfo di Gibilterra incrociamo qualche nave cargo e a seguito a noi c’è anche l’altra nave della Compagnia marocchina la Comonav, costa meno che la nostra ma gli stessi marocchini ci hanno sconsigliato di prendere. Nel tardo pomeriggio iniziamo a vedere anche la città di Tangeri che posta ad anfiteatro su una collina calcarea costellata da case bianchissime, ma dobbiamo aspettare che in porto attracchi prima la nave marocchina per diritti di precedenza cosi noi aspetteremo un paio d’ore e scenderemo per le ore 20. Noi con le moto siamo i primi a scendere parcheggiamo per i controlli doganali, al pontile c’è molta gente che aspettano i propri parenti,

 anche a noi chiedono se è questa la nave che viene da Genova e se a bordo c’è il proprio fratello che non vede da mesi. Mi chiama sul cellulare mio nipote che essendo la vigilia di Natale sta mangiando i tortelli con la mia famiglia ci fanno gli auguri (mi fa un po’ invidia chissà cosa mangerò questa sera), noi adiamo agli uffici dobbiamo fare l’assicurazione della moto 60 euro per 30 giorni e poi cambio 500 euro per 5542 Dhirams, 1 € = 11 Dhirams. Visto che sono le 9 di sera pensiamo di andare all’albergo dove hanno prenotato Sergio e Lucia tanto anche per passare la sera della vigilia in compagnia, ci accompagna Mustafà conosciuto sulla nave che anche lui da emigrante torna dalla famiglia. Tangeri si presenta molto trafficata  e già al porto e in città i ragazzi e bambini chiedono soldi o oro, serpeggiando in mezzo al traffico e con le strade a sali e scendi arriviamo all’albergo che si presenta lussuoso e in stile classico europeo con tanto di parcheggiatore (non vedo l’ora di fare una doccia). Entriamo e Mustafà ci fa da interprete ma con rammarico rinunciamo  il prezzo è troppo alto per una doppia (90 €) Lasciamo cosi Sergio e Lucia che avendo prenotato prima tramite agenzia pagano 60 €, ci dispiace molto e ci salutiamo con la promessa di rivederci in poi in Italia, anche Mustafà cerca una sistemazione più economica, lo ringraziamo per averci fatto da guida e per il piacere dello scambio di cultura e intelligente discussioni sulle entrambi religioni fatte sulla nave. Con l’aiuto di un taxi troviamo il campeggio ai margini della città è molto bello e ordinato vi sono anche mini appartamenti ma noi mettiamo la nostra tenda e cortesemente al ristorante ci preparano  la cena sono le ore 23, zuppa e carne ai ferri siamo solo noi. Torniamo alle tende e dalle borse delle nostre moto prendiamo due panettoncini e un prosecchino regalatoci dagli amici prima di partire

Brindisi di augurio alle nostre ferie.

 

Martedì 25/12/07

Ore 6.30 fa ancora buio ma noi dobbiamo partire e l’alba ci accompagna nei nostri preparativi, il camping è su un altura cosi riusciamo a vedere il mare le spiagge le case bianche di Tangeri e il palazzo presidenziale. Lasciata la città per l’interno del Marocco verso Fes, al primo paesino ci fermiamo per la nostra prima colazione con il loro classico tè con le foglie di menta, da qui iniziamo a conoscere la cultura marocchina, le donne nei bar non ci sono nemmeno a servire poi tutte mattonelle intorno alla pareti sembrano  i nostri vecchi macelli, le toilette lasciano ben desiderare… gli anziani seduti al tavolino annusano particolari polverine sulla mano… e il

telefonino non manca a nessuno. Proseguiamo per l’Alto Atlante passando per piccoli villaggi, la sola strada centrale è asfaltata poi subito terra e sabbia che segnano le vie intorno alle case la maggior parte costruite con fango e paglia, e poi  fabbri e  meccanici con le officine ai bordi delle strade e poi piccoli negozi con merce accatastata di ogni genere. Ai margini delle piccole cittadine sono in mostra esposizioni di artigianato locale per le necessità quotidiane utensili da cucina abbigliamento e mobilio servendosi di tutti i materiali disponibili, argilla, lana, legno, metallo e poi la ceramica che è una delle più antiche arti marocchine diffusa ovunque, quella berbera è più semplice dipinta invece che smaltata e di colore che va dal rosso cupo al bruno con disegni geometrici con significato simbolico. Siamo arrivati ad Azrou sul Medio Atlante cittadina situata in una conca cinta da boschi di cedri ai piedi del vulcano da cui prende il nome, vi sono molti ristoranti e alberghi  e anche un campeggio fuori dalla città a circa 4/5 km. verso la montagna noi ovviamente optiamo per il camping e dopo aver preso un po’ di cibarie e il classico pane arabo troviamo il camping cinto da una rete e un portone e la sensazione di entrare in un giardino un po’ incolto con la casa abitata o disabitata? Ci aprono uno svizzero e un marocchino simpatici e accoglienti ma un po’ bizzarri il marocchino parla in perfetto americano quindi io non capisco niente e si scusa che l’acqua calda per le docce arriverà domani. La reception è un piccolo ufficio con l’interno molto fai da te e una buna stufa in pietra poi scopriremo perché.

Sistemati con le tende comincia a far buio e freddo, arrivano altri camper francesi e olandesi, cerchiamo una sistemazione per preparare la nostra cena di Natale non c’e niente altro che una costruzione grezza che probabilmente sarà il nuovo ufficio ma con porte e finestre senza finiture, ci mettiamo in un angolo per stare al riparo il più possibile e visto che le aperture provocano corrente d’aria proviamo un po’ tappare con grossi pedanoni in paglia. La nostra cena è una buona pasta con il sugo barilla fatta con i nostri fornelli, scatolette di tonno con piselli e pane arabo. Temperatura esterna 0 gradi, temperatura interna 1 grado, arriva anche il cucciolo di cane del nostro campeggiatore a farci compagnia, poi arriva anche lui ad offrirci un particolare liquore in cambio di un po’ di pane. Alla fine ci troviamo tutti nel piccolo ufficio con la stufa accesa ci saranno 30 gradi ci offre anche del vino e insieme allo svizzero ci raccontano un po’ la loro storia.

 

Mercoledì 26/12/07

Questa mattina il ghiaccio ricopre le nostre tende e anche l’umidità sotto il telo della tenda è ghiacciata sicuro la temperatura questa notte è scesa almeno di tre gradi sotto lo zero.

Con la cuffia in testa vado a lavarmi solo  il viso  e alle 8.30 siamo già in partenza per la zona dei cedri seguendo uno sterrato che si inoltra nel bosco fino al grande cedro, questa è zona turistica  nel periodo estivo, infatti non c’è nessuno qualche baracca di boscaioli  e chioschi per souvenir chiusi visto la temperatura intorno allo 0 poi dal bosco e dalle piante scendono le bertucce scimmie autoctone che   abituate ai turisti si avvicinano incuriosite in cerca di qualche nocciolina saltando da un albero al tetto di una baracca. Proseguiamo per lo sterrato che dovrebbe portarci sulla R13 per Midelt  deviando per una discesa impegnativa con grossi avvallamenti e ripetute buche, l’RT di Giuseppe batte con la coppa dell’olio tra una buca e l’altra noi con il nostro RT sospesi tra un avvallo e l’altro e solo la prontezza di non mollare il gas ha forse impedito  di cadere, l’unico a passare meglio è stato Antonio con il GS. Arrivati all’innesto con la statale vediamo di nuovo le bertucce e un berbero col tappeto steso a terra e la sua merce di pietre tipiche e collane, facciamo un baratto, l’ultimo nostro prosecchino per una pietra bianca rotonda quasi trasparente. Da R13 la statale passa a N13 sempre per Midelt e Er Rachidia attraverso le gole dello Ziz antica via commerciale tra il sud e il nord del Marocco, immensi palmeti  e oasi, lunghe cinture di Ksar di terra e fango i cimiteri berberi segnati da pietre appuntite, villaggi con le case di fango da confondersi con il paesaggio, la strada che lo attraversa è una piccola lingua di asfalto intorno è terra battuta e sabbia, la vita è movimentata le piccole botteghe con la merci appesa fuori compresa anche la carne del macellaio i bambini con lo zainetto per la scuola le donne tutte con il velo di colori intensi le più anziane con il shador nero. Un carretto con fusti d’acqua in vendita, fabbri e meccanici confondono i lavori tra officina e sabbia. Attraversiamo altipiani aridi e sassosi da paesaggio lunare, distese a perdita d’occhio di ciottoli ad anticipare il vero deserto di sabbia, incontrando come fossero miraggi pastori berberi a dorso del proprio asino il più diffuso mezzo di trasporto o a piedi soli nel nulla poi incrociamo furgoni  che oltre al numero di persone a bordo ben più numerose del consentito sul tetto cinto da ringhiera in ferro c’è il pastore con le pecore!! Non parlando poi dei camion le cui balle di fieno sporgono dai lati come se fossero ali d’aeroplano sia dietro che davanti facendo da lungo parasole!  Giunti a Erfoud il traffico si fa intenso la polizia è presente sia in entrata della città che in uscita come in tutte le cittadine del Marocco, si avvicinano due ragazzi in motorino per indicarci la strada per Rissani visto che al bivio le indicazioni sono un po’ incerte ma vengono subito allontanati dalla polizia la quale ci indicano per la parte opposta chiedendoci quali problemi avevamo. Dopo Rissani la strada si fa più stretta pista asfaltata da pochi anni, intorno sabbia e piccole dune, il sole comincia a calare e il colore rosso del tramonto da tono a tutto il paesaggio calandoci in una atmosfera da veri pionieri, qualche cartello indica deviando per le piste oasi e villaggi turistici fino a che arriviamo al nostro per Merzouga anche noi deviamo l’asfalto è finito la pista è in terra battuta coperta da sabbia, il paese prima di Merzouga è Hassi Bedi  e visto l’ora proviamo a fermarci qui, finisce anche la terra battuta adesso è sabbia battuta e all’entrata del villaggio ci sono i cartelli pubblicitari per i vari hotel, ma subito ci assalgono gruppi di ragazzi per portarci all’Hotel del fratello dello zio ecc.. tanto che uno vuol salire sui bagagli della moto di Antonio. Avevamo noi le indicazioni di uno che è posto proprio davanti alla grande duna.

Cosi qualche centinaia di metri ad andatura molto lenta e ci troviamo davanti alla nostra dimora Nasser Palace Hotel, ha le sembianze di una fortezza circondato da mura  in fango e paglia alte in paio di metri ,anche l’hotel è costruito tutto in fango e paglia.  Oltre alle stanze hanno anche le tende berbere per chi vuol provare interamente l’atmosfera del posto, noi chiediamo di poter mettere le nostre vicino a quelle berbere ricordandoci di averle messe via col ghiaccio la mattina stessa.

I gestori sono due fratelli molto gentili uno parla anche l’italiano ci attenderanno per la cena nel ristorante stesso. I servizi per noi campeggiatori sono belli e puliti e dopo una buona doccia calda.

Ordiniamo il tagjine piatto berbero a base di carne di pollo o montone coperto di verdure cotte e come bevanda il tè o aranciata oppure acqua, l’alcool è vietato per i mussulmani.

 

Giovedì 27/12/07

7,30 sveglia cielo quasi sereno e temperatura intorno ai 15 gradi, il tempo di fare un piccolo bucato per poi stendere con la nostra corda tesa da un paletto a una moto, colazione nell’albergo con marmellate formaggi e torte. Alle 9 ci aspetta la gip una vecchia Land Rover con guida per un tour nelle piste del deserto della durata di quattro ore girando intorno alle dune, impossibile farlo con le nostre moto, dopo qualche km. il nostro hotel non si vede più e tutto intorno è tutto uguale tra piccole dune e sentieri sassosi segnati ogni tanto da qualche pietra più grossa o vecchi copertoni, bè noi ci saremmo già persi è impressionante la grandezza a perdita d’occhio di questo posto.

Sembra il nulla e poi ingannati dallo stesso colore dell’ambiente passiamo per qualche Hotel per viaggi organizzati, ci fermiamo poi a una tenda berbera  abitata da una famiglia autoctona la guida ci dice che vivono sempre qui, l’abitazione è costruita in fango ci mostrano la cucina piccolo ambiente con i muri tutti neri per il fuoco sempre acceso a bollire il tajine. Fuori c’è anche l’ovile per le pecore e poco distante il pozzo per l’acqua, gentilmente ci offrono il tè seduti nella tenda.

Questa immagine dove il tempo sembra fermo da secoli da’ un forte contrasto. Ma comunque questa famiglia ha i bidoni per prendere l’acqua il detersivo per lavare, i bambini giocattoli di plastica e la donna più anziana un modernissimo binocolo dice che le serve per vedere il marito quando torna dal pascolo, non saprei da dove visto che tutto intorno è sabbia e pietraia.

Proseguiamo con il giro passando anche per il letto di un fiume asciutto riconoscibile dal terreno umido dicono che quando piove è veramente un allagamento, incrociamo anche una ragazza a piedi con un bambino sulla schiena nel loro classico sacco la guida ci chiede se possiamo dargli un passaggio avrebbe dovuto fare un paio di km. per raggiungere il suo accampamento, sale sulla gip ma non rivolge mai lo sguardo a noi e non riesco mai a incrociare il suo sguardo nemmeno quando scende e ringrazia le guide. Passiamo per un villaggio di minatori disabitato e decadente circa 30/40 anni fa era molto fiorente per l’estrazione del ferro e di minerali  adesso esauriti, nei terreni di estrazione hanno lasciato enormi buche e profondi canali non protetti e quindi pericolosi.

Raggiungiamo un villaggio di abitanti del Sudan unico in tutto il Marocco ci intrattengono con danze e musiche tipiche, questo è u posto turistico infatti nel frattempo ci raggiungono altre gip.

Passiamo poi il villaggio di Merzouga costruito in mezzo alla sabbia sempre con le case in fango e intorno palmeti e piccoli orti con irrigazioni a canaline , la guida dice che l’acqua nel deserto c’è sotto a 4/5 metri e  viene estratta con i pozzi. Il giro finisce con la visita a un lago dove passano i fenicotteri rosa in migrazione questo è il periodo ma non ce ne sono, invece i ragazzini per vendere collanine e pietre non mancano mai sbucano fuori da ogni angolo e non si sa mai da dove.

Torniamo al nostro hotel e dopo un insalata marocchina a piedi raggiungiamo la grande duna che dista circa un km. E’uno spettacolo, il colore la sabbia fine, camminiamo anche a piedi nudi, in lontananza l’hotel sembra un miraggio!

 

Venerdì 28/012/07

Torniamo all’interno dell’Atlante verso Tinerhir per le Gorges du Todgha gole che si  snodano fra pareti a picco alte più di 300 m. in uno scenario spettacolare, si raggiungono deviando per una strada che corre a strapiombo sul fiume tagliando l’Atlante e dopo circa 20 km. finisce l’asfalto si percorre un po’ di sterrato ma poi ci dicono che diventa sempre più stretta e a mulattiera.

Torniamo sulla principale verso Boumalne Dades deviando di nuovo per le gole del Dades, profondissime formate dal corso superiore del fiume con vegetazione limitata tra pendii scoscesi e cime completamente spoglie, anche qui dopo 20 km. l’asfalto finisce e lo sterrato prosegue fino al villaggio di Msemrir per una pista sconnessa  che si congiunge con la valle del Todra.

Siamo a un altitudine di 1900 m. e ci sono 11 gradi sono quasi le ore 17 scendiamo per cercare un camping ma Giuseppe questa sera vuol dormire in una pensione per timore del troppo freddo di notte cosi ci fermiamo a Vasba Air Arbi e per la cifra di 17 euro a testa cena e camera. Le stanze sono piccole il bagno in camera è diviso da una tenda l’acqua è calda ma non c’è il riscaldamento forse faceva più caldo in tenda! L’Hotel è gestito da una famiglia e i due fratelli ci presentano con orgoglio il padre molto anziano che accudisce il camino, la  stanza dove ceniamo con kus kus e tajine è riscaldata da stufe a gas i tavoli sono molto bassi con intorno divani e tappeti, siamo stati molto bene uno dei fratelli parlava francese cosi ci siamo scambiati culture e modi di vivere. Dimenticavo le moto per non lasciarle davanti all’hotel in strada le abbiamo messe nel cortile dovendo passare per un piccolo cancello e scendere per quattro gradini…

 

Sabato 29/12/12

L’alba ci offre una veduta meravigliosa la luce forte del sole che brilla sui prati e sulle rocce alle zone d’ombra coperti ancora dalla brina della notte, anche le nostre moto sono completamente bianche e il termometro del GS segna meno 4. Lasciamo il Dades  per Quarzazate sempre immersi in vallate deserte dove regna il nulla nemmeno un filo d’erba. Avvicinandoci alla città ai bordi della strada e appostati sulle rocce ci sono molti poliziotti in alta uniforme e in città molte persone che raccolgono plastica  rifiuti ecc., deve passare il RE in visita. Dopo la città ci fermiamo in un villaggio per una merenda pane cipolla e pomodori c’è anche il mercato con mercerie stese ovunque noi acquistiamo un kg. di datteri disposti in cassette e molte mosche che ci giravano sopra ma anche il  venditore non aveva certo le precauzioni che abbiamo noi nei nostri mercati, poi sempre la bottega del macellaio con la carne esposta fuori dalla bottega qualche volta avvolta in celofant. Proseguiamo per Zagora passando per gli altipiani di Jabel Tifernine e jabel Sarhro  con bellissime montagne rocciose  come se fossimo in un paesaggio lunare poi la valle del Draa ci fermiamo in silenzio ad ascoltare il nulla. Arriviamo al villaggio di Zagora situato ai margini del deserto, moderno e antico al tempo stesso si trova ogni comfort alberghi a carattere europeo per viaggi organizzati e ristoranti mentre in fondo al villaggio c’è un camping dove naturalmente ci fermeremo noi. Molto accogliente è il berbero che lo gestisce ci offre subito il tè anche il campeggio è molto bello semplice fra  palmeti e sabbia  dal nome “Oasis Palmires”. La sera ceniamo al villaggio in un ristorane caratteristico ma troppo europeo e sinceramente è stata l’unica sera che abbiamo mangiato male.

 

Domenica 30/12/07

Alle sette e trenta il termometro della moto segna zero gradi tanto che il viso me lo lavo di nuovo con la cuffia in testa, solo verso le dieci quando il sole illumina la vallata si  sale a dieci gradi. Con le moto scariche facciamo un escursione a Mhamid a 90 km. da Zagora su strada asfaltata ma spesso invasa dalla sabbia che conduce oltre le ultime zone fertili alle grandi distese di sabbia del deserto fino a Mhamid punto di partenza per escursioni nel deserto con viaggi organizzati su fouristrada o a dorso di cammello. L’asfalto finisce proprio all’inizio del paese poi è tutta sabbia, il villaggio è immerso nella sabbia, ma non manca nulla ci sono le botteghe della frutta il meccanico persino il barbiere, noi sostiamo in un piccolo bar per il profumato tè e uno spuntino all’omelette con verdure, adesso fermi al sole fa molto caldo, immaginiamo d’estate! Insieme al berbero del bar come aiutante c’è anche uno spagnolo dice di aver lasciato tutto in Spagna e di vivere li ormai da qualche anno, pensandoci è una svolta molto decisiva è troppo differente la vita e la cultura berbera dalla nostra europea. Torniamo a Zagora e alla fine della via principale del villaggio c’è il cartello che segnala “Tombouctou, 52 Jours” s’intede a dorso di cammello. La cena in centro questa volta la prenotiamo prima in un modesto ristorantino semplice, chiedendo il tajine e il cuscus. Tornado al camping per strada troviamo i ragazzi di Cagliari con il transalp conosciuti sulla nave, ci fermiamo per salutarci  poi passa anche il nostro amico berbero campeggiatore col motorino e a tutti i costi mi invita  a salire sul motorino con lui per tornare al camping, accetto volentieri e con orgoglio passa per la via principale suonando a tutto spiano mentre Fausto carica al mio posto in moto un ragazzino che per il solo gusto di fare un giro su una moto grossa si rifarà a piedi il ritorno al centro del villaggio.

 

Lunedì 31 -12-07

Lasciamo questa oasi per Marrakech  riattraversando l’alto Atlante con panorami veramente mozzafiato. E’ quasi l’ora di pranzo, ci fermiamo in un villaggio c’è anche il mercato tutti vendono di tutto ognuno il proprio operato, qui il mezzo più diffuso è il carretto con l’asino e la sabbia è dappertutto. Le donne sono tutte con il burka  nessuna di loro ci volge lo sguardo e nessuna è a servire ad un banco o al ristorante dove ci fermiamo. Entra Antonio per chiedere se è possibile mangiare, lo portano in cucina esce  e ci chiede se abbiamo proprio fame? Sorridendo guardiamo lo sguardo di Antonio la curiosità è forte entriamo. Il pavimento in mattonelle è diventato  un colore unico con quelle delle pareti che arrivano quasi al soffitto, i tavolini piccoli rotondi imbottiti e ricoperti di plastica verde puliti quando li hanno comprati, alcune persone hanno nel piatto una zuppa verde mangiano col pane senza posate e da bere il solito tè. Antonio ci ha descritto la cucina, un po’ tutto sotto sopra e di pulito niente, sul fuoco due pentoloni di zuppa diversa ne ha scelta una, ce la portano in piatti naturalmente senza vettovagliamento e senza posate e il pane messo sul tavolo con ancora le briciole di quelli di prima, ma sono molto gentili vedono il nostro imbarazzo e ci portano quattro cucchiai piccoli forse da tè, la zuppa ha un colore verde  sembrerebbero le nostre trippe? (forse sono le interiora di pecora le abbiamo viste appese ad essiccare) alla fine era molto buona. Riprendiamo la nostra strada passando per Kasbe costruite di terra e villaggi, alcune donne lavano  abiti al fiume per poi stenderli sopra  arbusti e sassi occupando un ampio spazio tanto da fermarci a fotografare, e cosi ecco che si avvicinano ragazzi per venderci le solite cose collanine pietre ecc… Eccoci a Marrakech la periferia si presenta con tutte case basse e un impressionante quantità di parabole sui tetti, il traffico è scorrevole un po’ caotico tra tutti tipi di veicoli compreso sempre il carretto con l’asino, l’inquinamento rende l’aria molto pesante vecchi furgoni emettono fumo da oscurare la visibilità. Troviamo il campeggio dall’altra parte della città ampio e tutto ghiaioso e sabbioso i servizi sono efficienti e l’acqua è calda. Il nostro cenone dell’ultimo dell’anno è al distributore a pochi metri fuori dal camping che fa anche da tavola calda, c’è molta gente dalle famiglie ai camionisti e altri lavoratori noi siamo gli unici europei qui. Ordiniamo una zuppa e il tajine, naturalmente sempre senza vettovagliamento e il tavolo in legno appiccica  tutto anche  le mattonelle ai muri. Una famiglia accanto al nostro tavolo mangiano insieme nello stesso tegame con un pane a testa ma poi faremo cosi anche noi. Nell’attesa che il taxi ci venga a prendere per portarci in città Giuseppe stappa una  bottiglietta di spumante per brindare la serata  di fine anno, alle 23 arriva il taxi un vecchio mercedes con il cruscotto tappezzato di moquette insieme a noi salgono anche due olandesi cosi siamo in sette tutto regolare. IL centro è affollatissimo molta gente ragazzi e poche ragazze, nella piazza grande La Jemana el FNa sono numerevoli i banchetti che offrono ogni tipo di cibarie allestiti anche con tavoli per poter fermarsi a mangiare, poi numerose botteghe di merci, è un caos totale. Scocca la mezzanotte ma nessuno esulta naturalmente non è loro tradizione festeggiare, è quasi l’una la gente non diminuisce e noi abbiamo appuntamento con il nostro taxi per il rientro e il naso intasato dallo smog.

 

Martedì 01-01-08

Oggi giornata di relax e dopo colazione al bar del camping decidiamo di fare un piccolo tour verso Amizmiz 50 km. a sud di Marrakech, 1000 m. di altitudine sulle pendici dell’atlante, entriamo in città e il martedì è il giorno del suq berbero (mercato) mercanzie di ogni genere stese per terra, passiamo in mezzo con le moto a passo d’uomo non c’è altra strada ,  a sinistra su un ampio terrazzo a cielo aperto  sono collocati i “sahrij“ grandi vasche d’acqua  per la conceria e per tingere  tessuti, non riusciamo a fermarci sembra che questa confusione di gente merci e animali ci inghiottisca. Ci allontaniamo salendo per l’altopiano quando un indicazione posta su una strada sterrata indica per un ristorante, ci incuriosisce e dopo circa un km. di sterrato in salita sembra di vedere quasi un miraggio incredibile come possa essere un posto cosi qua in mezzo!

Il ristorante è caratteristico con piscina e giardino  ben curato e pulito  una graziosa ragazza ci accoglie e nonostante l’ora (sono le 14) e ingannando l’attesa con tè e biscotti ci preparano cuscus. Torniamo riattraversando Marrakech al culmine del traffico tutti passano carretti motorini bici auto e camion datati rendono l’aria irrespirabile. La sera ceniamo di nuovo al distributore appena fuori dal camping , frittata e carne insieme nello stesso tegame bruciato dal fuoco naturalmente con quattro pani da usare come posate. Ho preso il caffè marocchino nerissimo e molto forte ma molto buono.

 

Mercoledì 02-01-08

Lasciamo la città per la via del ritorno prendendo l’autostrada per Tangeri, Antonio ha quasi rischiato di rimanere senza benzina il distributore era in ristrutturazione e il successivo dato dal gps era troppo lontano cosi alla prima uscita per il paese più vicino arriviamo con la lancetta della benzina a zero e ad andatura molto lenta troviamo il benzinaio. Ha percorso con il GS 530 km.

Il cielo si fa nuvoloso entriamo in una bufera di vento e sabbia da oscurare la visibilità, verso Tangeri si quieta un po' e la sabbia diventa pioggia, al fiume che costeggia l’autostrada abbiamo visto finalmente i fenicotteri rosa. Tangeri è sotto un diluvio d’acqua il traffico intenso e la gente cammina tranquillamente alcuni a piedi scalzi e senza ombrello! le vie laterali sono dei veri torrenti. Arriviamo al porto inzuppati d’acqua sbrighiamo abbastanza in fretta i controlli doganali e con una piccola mancia (mio malgrado) aiutanti improvvisati della biglietteria ci fan oltrepassare la colonna di camper e auto in coda per l’imbarco. Ore 18,30 la nave parte il mare è mosso innescando ondeggiamenti alti qualche metro, sto veramente male spero che questa mezz’ora passi in fretta, eccoci in Spagna Tarifa  il vento è molto forte e al camping  optiamo per il cottage nonostante il prezzo euro 110 per quattro persone e la cena questa sera sono le bustine di riso e pesce tenute sempre per emergenza.

 

Giovedì 03-01-08

Questa notte c’è stata una bufera di vento e acqua sembra che il mare salti addosso al cottage non rimpiango i soldi spesi, verso le ore 9,30 la bufera sembra si calmi un po’ cosi partiamo verso Alicante fa freddo si sente molto l’umidità, passata la città ci fermiamo in camping a El Campello ci aspetta Daniele sceso dall’Italia in macchina (Doblo') continuerà le vacanze proprio in Marocco un paio di mesi! A gli amici di Capriolo in Italia nostra base meteo chiediamo informazioni per i prossimi giorni : Spagna domani sole, sud della Francia acqua e nord Italia nevica… In Shallah

 

Venerdì 04-01-08

Colazione insieme e buone vacanze per Daniele che prosegue il suo viaggio, noi verso Barcellona e il sole ci accompagna fino ai confini con la Francia, inizia a piovere e far buio usciamo a Perpignan e per un malinteso noi all’uscita nord e i nostri amici quella  a sud. Ci si sente al telefono  per ritrovarci al camping a Europe a Le Bacares cosi noi torniamo e sotto un diluvio al buio totale girovagando per la zona dei campeggi ci si ritrova inzuppati d’acqua, naturalmente non mettiamo la tenda  non si può nemmeno uscire per cercare un ristorante è anche tutto chiuso. Ultima riserva un kg. di spaghetti con il tonno buonissimi e fuori diluvia.

 

Sabato 05-01-08

Ultimo giorno ore 6,30 e non piove nuvoloso e poco freddo, lasciamo la Francia e a Genova prendiamo l’autostrada per Milano passiamo il passo e la corsia di emergenza e piena di neve

caduta i giorni prima, sono le ore 18 fa buio e freddo il termometro segna zero gradi. A Piacenza la nostra moto segna 100.000 percorsi in due anni e sette mesi! Salutiamo i nostri amici di Pralboino (BS) e per le ore venti siamo casa un po’ raffreddati.