Freddi veli bianchi

In un sabato di novembre vidi il grande freddo arrivare, ero lassù su quel nido di pietre a guardare la mia città dopo aver girato tutto il giorno in sella e per finire, stanco, mi riposavo. Me ne stavo rannicchiato a cucciotti a guardare giù tutto quel lavorio, quel gran correre e darsi da fare nella valle.

Vicino al mare spuntavano le prime luci e le macchine disegnavano lunghi serpenti che lentamente si muovevano tra le case. Sembrava che nessuno si  stesse accorgendo di quello che stava arrivando...Le nuvole! Grandi nuvole avanzavano rotolandosi addosso dal mare, erano bassi sfioravano l’acqua, sembravano un rullo, un grande rullo di freddo, che ora  più nulla poteva fermare. Il sole debole poteva solo spaventarlo tenerlo distante di giorno ma lo sapeva anche lui che le minacce sarebbero servite a poco.

Il vento caldo non soffiava più e neppure lui ci avrebbe salvato. Potevo solo starmene seduto e godermi lo spettacolo...Eppure al mattino avevo già visto qualcosa, strana sensazione passare attraverso quella stretta valle dove il fiume scorreva vivace vicino a me. Lui non mi aveva salutato come sempre. Era rimasto superbamente indaffarato a perdersi in mille e più spruzzi. Avvolto nel suo freddo manto verde mi mostrava una  bianca nebbiolina che rimaneva lieve a mezz'aria, era lui quel gran mascalzone che dopo aver esagerato tutta la notte mi faceva vedere il mondo attraverso il bianco velo.

Quello strano brivido lo devo aver provato proprio laggiù, il sole mi aveva cullato lungo quella dolce strada una strada soleggiata non mi ero mai accorto che quello potesse essere un posto stregato, ho passato l’uscio di corsa ….un ponte attraverso un fiume,due montagne nella stretta valle là si fondono ma un mago con la sua bacchetta oggi ha fermato tutto. Freddo ,gelo, bianco candore, che merletta rami e fili d’erba ecco chi sei…. signore del freddo ti sei rivelato, bianca barba che copri tutto, freddo vento del nord che mordi le carni con le ghiacciate fauci anche quest’anno vuoi il tuo tributo.Hai svolto l’incantesimo in un antico rito magico .

Ora cavalchi il tuo carro di nuvole e brividi scendendo dalle verdi montagne il tuo schiaffo ci riporta al vissuto.Rompi la terra, fermi l’acqua, arrogante vecchio, deposito di ricordi fugaci come sempre sei arrivato nel momento che nessuno si aspettava ed ora sei padrone e allora fai pure, compi pure il tuo lavoro,ferma il tempo in questa lunga notte svolgi il tuo mandato, che il tempo si compia, i primi petali domattina non tarderanno a risvegliarci.

Elvio

 

 

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