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Introduzione a Marx /10 - La riproduzione allargata del capitale, ovvero l'accumulazione
di Carlo Fracasso
Per meglio ordinare la matassa dei cicli teoricamente possibili di ogni singolo capitale, Marx suddivide il prodotto complessivo a seconda del valore d'uso degli oggetti in mezzi di produzione e mezzi di consumo. Ha già chiamato i primi Pm, definisce i secondi Km.
Conformemente alla distinzione, nascono due sezioni della produzione. Inoltre, a seconda del modo di impiego, il plusvalore si scompone in una prima frazione con la quale i possessori dei capitali coprono le loro spese personali, detta pr), e in una seconda frazione che essi impiegano nuovamente come capitale, detta pa).
E' l'accumulazione .
Tenuto conto che questa quota del profitto domanda sia nuovi mezzi di produzione sia nuova forza-lavoro, essa si scompone a sua volta in una grandezza addizionale c (pac) ed in una grandezza addizionale v (pav).
Lo schema di partenza per la riproduzione allargata è la seguente:
Sezione I: c1+ v1+ pac1+ pav1+ pr1 = Pm
Sezione II: c2+ v2+ pac2+ pav2+ pr2 = Km
Sia il prodotto lordo di un'economia, sia i controvalori nel settore delle entrate monetarie sono destinati in parte al consumo individuale ed in parte all'innovazione ed all'ampliamento dell'attività produttiva. Ciascuna sezione produce anche per il fabbisogno dell'altra; stanno in rapporto di scambio reciproco.
Ciò significa che la sfera di produzione Km deve apprestare il controvalore del fabbisogno di consumo di tutti i partecipanti della sezione Pm; e in paritempo deve far valere nei confronti della sezione Pm altrettanta domanda di oggetti logorati ed addizionali del proprio capitale costante nella misura occorrente alla continuità dell'accumulazione di capitale nella sezione I. Parimenti, la sezione Ideve anche produrre i mezzi di produzione occorrente e, allo stesso tempo, mettere in atto altrettanta domanda di mezzi di consumo quanta ne può offrire la sezione II per il fabbisogno degli appartenenti alla sezione I. Per ciascun settore parziale dell'economia è quindi indispensabile che l'altro settore gli offra continuamente le condizioni materiali per la propria valorizzazione del capitale, ovvero domanda ed offerta adeguate.

Ciò è di grande importanza, ovviamente, per i seguenti aspetti:
1) Marx dimostra che le equazioni dello scambio possono essere soddisfatte sia all'interno di ciascuna sezione che nel rapporto tra esse. Non esiste dunque in nessuno dei due settori un resto non smerciabile. Con ciò Marx si discosta dalle teorie sottocunsumistiche (ad esempio Malthus e Sismondi) secondo le quali il capitalismo sarebbe destinato a fallire a causa di una permanente insufficienza del potere d'acquisto delle masse, anche se, proprio per questo motivo, si conosceranno crisi economiche.
2) Per Marx, tuttavia, in un regime di anarchia generale della produzione, gli equilibri sono sempre minacciati e sono i mercati stessi a costituire focolai di crisi.
Come sottolinea con grande chiarezza Claudio Napoleoni, «L'idea "romantica", propria soprattutto di Sismondi, che l'equilibrio sia conseguibile solo in un'economia di sussistenza, in cui si abbia coincidenza immediata tra produzione e consumo, viene così dimostrata falsa: nel modo capitalistico di produzione tale coincidenza immediata non ha naturalmente luogo, ché anzi il rapporto tra produzione e consumo è appunto mediato dal valore, ma lo "schema" di Marx mostra proprio come questa mediazione avvenga, come cioè il prodotto sociale, pur non essendo destinato, nel caso del modo capitalistico di produzione, ai bisogni degli uomini, possa però corrispondere ai bisogni del capitale, e come, attraverso questa corrispondenza, si possano determinare le condizioni del realizzo del valore prodotto. E qui è da notare come le condizioni del valore di scambio siano relative proprio al valore d'uso, poiché esse vengono a consistere in certe proporzioni che devono verificarsi tra la produzione di mezzi di produzione e la produzione di mezzi di consumo. Cosicché il valore d'uso acquista anch'esso la "dignità" di categoria economica, a patto naturalmente che esso sia correttamente collocato all'interno di una situazione sociale storicamente determinata, venga cioè riferito alle particolari "utlità" che sono richieste dalla riproduzione del capitale.» (1)
Marx, tuttavia, non esclude, come aveva fatto Say, la possibilità di una sovrapproduzione. Lo squilibrio è sempre in agguato, e ciò potrebbe portare a considerazioni sul sistema che lo valutino insieme sia come "assurdo" che come "armonico", cioè in grado sempre e comunque di equilibrarsi da sé. Ma questo non è Marx. Concordo con Napoleoni quando precisa:«Ciò che lo "schema" dimostra è la semplice possibilità dell'equilibrio, non la sua realtà. I rapporti tra le varie grandezze dello "schema", che si richiederebbero perché equilibrio vi sia, non si possono realizzarea priori, giacché ciò è escluso dalla natura stessa del valore, il quale è bensì un elemento di coordinamento, ma lo è mediante lo scambio, quindi mediante un confronto a posteriori dei risultati delle attività dei capitali.» (1)

Della caduta tendenziale del saggio di profitto e delle crisi economiche conseguenti si parlerà nel prossimo appuntamento.
note:
1) Claudio Napoleoni - Valore - Mondadori, 1976