| home | Marx | indice idealismo, romanticismo e marxismo | destra-sinistra |


Introduzione a Marx / 4 Tesi su Feuerbach e Ideologia tedesca
di Carlo Fracasso
Con le Tesi su Feuerbach del 1845 e con l'Ideologia tedesca, composta in collaborazione con Engels, ormai amico fraterno, Marx venne assumendo una posizione critica anche rispetto a Feuerbach. Il pensiero di questi aveva ancora un carattere troppo astratto. Il suo merito stava nell'aver riconcepito filosoficamente l'uomo nella sua concretezza sensibile, rifiutando la visione hegeliana che aveva ridotto l'uomo a manifestazione di "un soggetto spirituale infinito".
Ma Feuerbach, secondo Marx, non aveva saputo evidenziare la specificità dell'uomo concreto, la quale non può poggiare sul puro dato dell'esistenza naturale, ma deve riferirsi al rapporto dell'individuo con tutti gli altri uomini, a partire dalla produzione reale della vita, quindi di un rapporto materiale-sociale che, a sua volta, riproduce e modifica la natura dell'uomo.
Ciò che Feuerbach non ha saputo comprendere è che gli uomini non sono solo natura, ma rapporti sociali ed economici.
E Marx è critico anche rispetto all'interpretazione della religione da parte di Feuerbach. Infatti, se l'uomo non va pensato a partire da una sua essenza di "creatura", ma di "creatore", egli stesso, va anche detto che Dio non è frutto della fantasia umana, considerata come una propria essenza, ma un oggetto della produzione sociale che nasce nella storia e dalla storia. Pertanto, anche la religione, più che rivelarsi un'espressione dei bisogni dell'uomo e delle sue tensioni, diventa un fenomeno sociale che trova il suo fondamento in una particolare struttura sociale. Quindi, secondo Marx, la religione non è altro che l'espressione di rapporti sociali di oppressione di uomini da parte di altri uomini che cercano nell'al di là, invece che nell'al di qua, il proprio riscatto.
La religione come "oppio dei popoli" è il supplemento di alienazione riservato a chi non impugna decisamente la strada della critica alla religione.

Marx guarda con estrema concretezza alla realtà degli uomini operanti, ad individui storicamente determinati che agiscono e reagiscono non in astratto, ma in condizioni date. Marx intende svelare l'individuo concreto e storico, non quello immaginario che si trova nella rappresentazione filosofica, ma quello che è realmente e strutturalmente.
Il problema, problema in parte irrisolvibile se stiamo agli sviluppi delle filosofie precedenti, è che Marx intende questa storicizzazione come una procedura scientifica, e non come una interpretazione fra le tante, anche se la più fondata sulla realtà della maggioranza.

Occorre dunque partire dalla realtà umana perché si possa dare un sapere reale circa la stessa realtà. Nell'Ideologia tedesca scriveva: «I presupposti da cui muoviamo non sono arbitrari, non sono dogmi: sono presupposti reali, dai quali si può astrarre solo nell'immaginazione. Essi sono gli individui reali, la loro azione, le loro condizioni materiali di vita, tanto quelle che essi hanno trovato già esistenti, quanto quelle prodotte dalla loro stessa azione. Questi presupposti sono dunque constatabili per via puramente empirica.»
Il primo presupposto è che gli uomini devono essere in grado di vivere, mangiare, bere, usufruire di abitazioni, vestirsi, istruirsi ed altro ancora. La prima azione che fa storia è la produzione dei mezzi di sussistenza.
«Il secondo punto- scrivevano ancora Marx ed Engels - è che il primo bisogno soddisfatto, l'azione di soddisfarlo e lo strumento già acquistatodi questo soddisfacimento portano a nuovi bisogni [...] Il terzo rapporto che interviene fin dalle prime origini nello sviluppo storico è che gli uomini [...] cominciano a fare altri uomini, a riprodursi: è il rapporto fra uomo e donna, fra genitori e figli: la famiglia [...] che da principio è l'unico rapporto sociale.»

Un terzo presupposto è costituito dalla cooperazione tra gli individui sia per produrre i mezzi di sussistenza, sia per riprodursi biologicamente, gli individui devono entrare in rapporto tra loro. Sono questi legami a tenere uniti gli uomini. Un legame antico quanto gli uomini stessi, un legame che assume sempre nuove forme e dunque presenta una "storia"...

In questa chiave Marx spiega anche il sorgere della coscienza, la quale scaturisce dalla necessità del rapporto sociale e familiare: «fin dall'inizio è un prodotto sociale.»
Dapprima come «semplice coscienza dell'ambiente sensibile immediato, [...] coscienza della natura, che inizialmente si erge contro gli uomini come una potenza assolutamente estranea, onnipotente e inattaccabile.»
Marx definisce questa fase primordiale della coscienza sociale come "pura coscienza del gregge".

In seguito allo sviluppo del lavoro sorgono anche nuovi bisogni, e questi si trasferiscono nella coscienza. Questa «può realmente figurarsi di essere qualcosa di diverso dalla coscienza della prassi esistente, concepire realmente qualche cosa senza concepire alcunché di reale: da questo momento la coscienza è in grado di emanciparsi dal mondo e a formare la "pura" teoria, teologia, filosofia, morale.»

E' questo un punto di grande importanza. Marx dice che la nascita di una coscienza autonoma e di una culotura superiore dipende dalla divisione sociale del lavoro, dal formarsi quindi di un ceto di intellettuali che si immaginano indipendentemente dalle condizioni materiali.
Dalla divisione sociale del lavoro si originano anche la proprietà e la ripartizione ineguale dei prodotti e della ricchezza.
Di qui anche gli antagonismi, che trovano un primo momento all'interno della famiglia stessa «... dove la donna e i figli sono gli schiavi dell'uomo.»
Altri contrasti sorgono sul piano sociale tra i diversi gruppi.
Lo stato che viene lentamente formandosi è descritto da Marx come una "comunità illusoria" nella quale, in realtà, si esprimono i conflitti tra le diverse classi. Ed ecco che appare l'interpretazione marxiana dello stato: esso non è altro che la forma di organizzazione della classe di volta in volta dominante.

Questa particolare visione della storia dello sviluppo sociale e del formarsi della coscienza offre a Marx la possibilità di individuare in ogni situazione storica i nessi fondamentali dello sviluppo ed i punti cardine attorno ai quali si sviluppano i rapporti sociali, politici e giuridici.
Negare alla coscienza un qualsiasi rapporto con le condizioni materiali di esistenza porta la filosofia a diventare ideologia.
Cos'è per Marx l'ideologia?
E' ogni forma di ragionamento teorico inconsapevole, o dimentico, del suo essere condizionato dai modi storici storici della produzione. Ideologia è la persuasione che il mondo delle idee sia separato dalla realtà e autonomo, avendo pertanto un valore assoluto.
L'atteggiamento teorico delle ideologie corrisponde sempre alla precisa finalità di legittimare la classe dominante come la classe universale, e quindi di presentare i suoi valori come universali e validi.
«La classe che dispone dei mezzi di produzione materiale dispone con ciò, paritempo, dei mezzi della produzione intellettuale [...] le idee della classedominante sono in ogni epoca le idee dominanti; cioè la classe che è la potenza dominante della società è in pari tempo la sua potenza spirituale dominante.»

(continua)
CF - 4 maggio 2004