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Husserl: Studi logico matematici del 1895
La ricerca di Husserl si sviluppa lungo due linee, una logica ed una psicologica, distinte, ma interdipendenti, e si rivolge decisamente a fondare una logica che abbia valore conoscitivo. Essa non si deve ridurre a pura tecnica di deduzione, non è aritmetica; non si può nemmeno semplicemente limitare a stabilire cosa è vero e cosa è falso; deve fare attenzione non tanto all'estensione dei concetti quanto al loro contenuto o significato.
E' quindi necessario fondare un calcolo logico che operi nella più stretta connessione possibile con il "pensiero naturale", e che sia il risultato di una revisione critica delle designazioni simboliche dei concetti ai quali fa ricorso la logica, in quanto e per quanto essi paiono "inadeguati" alla comprensione della realtà naturale.

Il secondo centro di interesse è costituito dal fenomeno psichico come nesso tra atto e contenuto. Tale nesso assume il valore di una funzione psichica ed offre la struttura di base per impostare una "descrizione psicologica" delle strutture conoscitive come complesso di stati di coscienza (atti) contraddistinti da un preciso riferimento al piano dell'oggettività sul quale si danno i loro contenuti intenzionali.
La domanda di Husserl è pressapoco riassumibile così: com'è che le leggi logico-matematiche, anche se formulate al livello psicologico, tendono a qualcosa di oggettivo, universalmente valido? Hanno come loro oggetto intenzionale degli specifici rapporti tra gli elementi oggettivi del mondo naturale?
Com'è che essi, pur nella loro astrattezza simbolica, possono collegarsi alla concreta oggettività?
Pare evidente che domande del genere non possano trovare risposta che nei termini di un ampio riesame dei problemi che stanno alla base del rapporto logica-psicologia.
Ecco le Ricerche logiche del 1900 e 1901, edite in due volumi.
moses - 19 novembre 2004