| home | discussioni |

Le divisioni interne a Moses dimostrano che i problemi del centro-sinistra non sono un'invenzione propagandistica di Berlusconi
Ma dietro ad un eccesso di glasnost c'è, forse una furba strategia per aumentare l'audience
Che si può fare per ritrovare l'unità?
di Renzo Grassano
Non posso nascondere la mia irritazione, non già perché criticato ma, perché attaccato alle spalle, al punto da venir considerato argomento da ultimatum.
Scambio frequenti mail con Daniele, un po' meno con Fracasso ma, in nessuna di esse si è mai palesato un dissenso così diretto e drammatizzato verso le mie posizioni e preferenze politiche. Sarà perché siamo in campagna elettorale che si arriva a questi punti di minaccia di rottura, o perché il dissenso è fondato?
Voglio sperare che sia fondato e che quindi si faccia di tutto per arrivare ad un chiarimento, se la volontà comune è arrivarci.
Se è fondato, esso rispecchia gli attuali problemi della sinistra italiana, e questi non sono un'invenzione di Berlusconi.

Sia quel che sia, Guido ha comunque deciso di mettere in piazza il dissenso, suppongo per due motivi essenziali: uno, lui è figlio della glasnost, cioè della trasparenza e ci crede. Basta leggere la sua recensione al libro di Amartya K. Sen per capirlo.
Due, ha capito che la glasnost fa audience. Berlusconi la usa per amplificare le proprie posizioni ed il proprio ruolo costruendo ad arte immaginose ed immaginarie difficoltà interne al centrodestra in modo da dimostrare l'impossibilità di una diversa leadership; poi prontamente smentisce le difficoltà stesse, asserendo che il suo ruolo di mediazione ha avuto successo nei confronti degli intemperanti, così passa anche da gran saggio che vede lontano.
Guido usa la glasnost per alzare l'interesse attorno a Moses, che però rischia di diventare una telenovela. Lui lo sa, ma se ne frega, perché in fondo ha imparato più cose da Berlusconi e da Gorbaciov che da Berlinguer e da Machiavelli insieme.
Mi sbaglio?
Vorrei sbagliarmi, in un certo senso, e non vorrei sbagliarmi in un altro.
Vorrei sbagliarmi nel senso che la glasnost ha indubbiamente qualcosa di nobile, cioè trattasi di un atteggiamento che aiuta la verità a farsi strada, al di là delle ipocrisie e degli accordi di facciata. La glasnost è la levatrice che Socrate diceva di essere quando voleva che uscisse la verità dalla nostra stessa anima.

Non vorrei sbagliarmi, però, perché alla lunga si fa presto a capire che le telenovelas hanno qualcosa di falso ed artificioso, qualcosa che nella realtà non accade mai.
Ciò detto, supponendo che l'allarme lanciato da Guido parta comunque da una preoccupazione seria per lo stato di salute di questo sito, posso solo constatare che quando non scrivo io i cosiddetti "editoriali" pro triciclo, ci pensa lo stesso Guido ad intervenire con commenti e links (tutt'altro che disprezzabili) persino spettacolari. Ho trovato semplicemente geniale contrapporre il passo di Mandeville al notissimo verso dantesco, che rende l'idea della differenza bobbiana tra destra e sinistra più di mille rampogne contro il Veneziani Marcello.
Ebbene, che dovremmo fare secondo voi? Dovrei forse cessare di esprimere la mia visione delle cose solo perché questo minaccia il clima di unità fittizia e diplomatica che si è instaurato? Non scherziamo, per favore. A prescindere dal fatto che gli articoli sono miei, ma la scelta editoriale di pubblicarli con il rilievo di un editoriale è di Guido e non mia, perché è lui il webmaster e lui decide quale importanza dare ai pezzi, io non sono ovviamente disposto a rinunciare al mio diritto di parola. Perché dovrei?
Perché il signor Fracasso minaccia di non colloborare più?
Se ha argomenti risponda, se non li ha, taccia. Al webmaster spetta di compiere le scelte editoriali ed egli lo può fare in base a due strade diverse e complementari: 1) segue null'altro che la sua quotidiana ispirazione. 2) accetta suggerimenti che gli vengano sia da dentro che da fuori Moses. Credo sia abbastanza modesto ed intelligente da capire che se gli arrivano imbeccate giuste, non le rifiuterà di certo. E credo anche che sarà sempre corretto al punto di dare il giusto riconoscimento all'autore delle imbeccate.

In sostanza, non sembri che voglia pilatescamente lavarmi le mani. La regola era: il webmaster decide il rilievo da dare ai singoli pezzi. Non esiste una gestione assembleare di Moses.
Suggerirei solo di dare più spazio a posizioni di "sinistra", vuoi che siano scritte di proprio pugno dal caro Fracasso, vuoi che siano pescate dallo stesso Guido sul web, sui siti verdi, di Rifondazione, dei diessini del correntone e così via.

Infine: Guido ha criticato la mia introduzione a Destra-Sinistra. Ciò fa parte della normale dialettica di posizioni filosofico-politiche e non ha molto a che vedere con l'attuale discussione. Convengo che probabilmente la mia definizione del camaleontismo non era il massimo, ma ribadisco il concetto: il centro non esiste, esistono solo una sinistra moderata ed una destra moderata. Che tra queste due posizioni sia a volte possibile una convergenza per combattere gli estremi ed evitare catastrofi è naturalmente dimostrato dalla storia italiana in particolare. Ma che questo compromesso possa durare oltre la contingenza e la necessità ed essere fecondo è tutto da dimostrare. Ed oggi bisogna scegliere: destra o sinistra? Io dico sinistra, ovviamente, dico sinistra moderata, dico riformismo, dico il male minore senza pretendere che sia il bene maggiore, perché non lo è, non la sarà finche dura l'emergenza debito pubblico, perché il buco vero con cui abbiamo a che fare non lo hanno fatto Prodi e D'Alema, ma i governi di Craxi ed Andreotti, di Spadolini e di Rumor. Cioè la prima repubblica spendacciona ed irresponsabile, immatura e demagogica.

RG 19 marzo 2004