ShooT[eR] - Tipica giornata di un ragazzo morto.

Salve. Questo stralcio di insanita' mentale partorito dalla mia mente deviata lo chiameremo: "la tipica giornata di un ragazzo morto", per sottolineare la vivacita' e il colore che la compongono.
Ore 6:20. Vengo svegliato da mia madre con il dolcissimo saluto: <<Alessandro, sbrigati a fare la doccia.>> Tutto infreddolito e addormentato, rispondo con una serie di mugugni e grugniti e mi riaddormento.
Ore 6:33. CLACK! La porta del bagno si apre, sta' uscendo mio padre. Come uno di quei giocattoli a molla scatto seduto sul letto e automaticamente faccio finta di fare qualcosa alla mia faccia, come grattarla e cavarmi gli occhi dalle orbite, per dar l'impressione di essere sveglio da molto. Il trucco funziona e me la cavo senza urla.
Ore 6:38. L'acqua della doccia e' ghiacciata. Mi serve un sacco di tempo per farla diventare calda e nel frattempo canticchio cose sottovoce muovendo il corpo come un dimetrodonte tagliato a meta' mentre per la mia mente passano idee abominevoli, mentre mi guardo allo specchio: "Pero', se mi ci mettessi sarei un gran ballerino!". Sorvoliamo.
Ore 7:00. Esco dalla doccia e mi dirigo verso il bagno. Sono gia' tutti pronti, ben vestiti, i miei fratelli hanno gia' gli zaini sulle spalle. Io sono in mutande e accappatoio. La colata di cemento composta da nesquik in abbondanza e latte in schiacciante perdita numerica va' giu' assieme alle urla dei miei familiari che mi incitano gentilmente ad aumentare la velocita'.
Ore 7:45. Sono in macchina. Nello zaino ho la meta' delle cose che dovrei avere tra le quali gli appunti dai quali volevo studiare in auto che devono essere rimasti su letto. Mio padre impreca perche' gli ho fatti arrivare in ritardo.
Ore 7:59. Entro giusto in tempo a scuola per scusarmi con la professoressa per la versione non fatta.
Ore 1:30. Esco da scuola. Ho passato tutto il tempo a pensare alla mia dolcissima ragazza mentre fingevo attenzione ai professori che mi sorridevano dicendomi: <<Bravo, Alessandro, vedo che segui!>>. Probabilmente una o due volte non saro' andato sopra al mio ebete sorriso di circostanza. Me ne vado in giro per Cagliari aspettando che si facciano le due per poter tornare a casa con i miei genitori. Nel frattempo, a tenermi compagnia mentre in una libreria sfoglio un manga, ci sono due ragazze che parlano un sardo fittissimo e incomprensibile fatta eccezione per le parolacce che dicono all' incirca ogni tre secondi e mezzo, tre a testa. Mi reprimo dal prendere in mano il primo oggetto contundente nelle vicinanze e fare un favore all' umanita'. Mentre esco dal negozio faccio cadere una pila di cd con lo zaino e suscito l'ilarita' generale. Vabbeh.
Ore 17:00. Ho mangiato e sono davanti al pc. L'indomani ho compito in classe di latino. Non ho studiato. Ma ho anche un disegno di tecnica da fare. Non l'ho fatto. E i compiti di italiano non li posso fare perche' non ho il libro. Insomma sono in uno di quei giorni che la voglia di studiare e' minore a quella di togliersi gli incisivi a mani nude senza anestesia. Passo la mia triste serata davanti ad un monitor. Sigh, che vita..
Ore 21:29. Cena. Sono felice... tra poco staro' al telefono con la mia ragazza con la quale non ho avuto contatti per tutta la giornata! Mangio cosi' veloce che non guardo neanche cosa ingerisco e corro subito in camera mia prima che qualcuno abbia la malsana idea di telefonare a mia madre. Praticamente ho il monopolio del telefono tra Internet e le mie chiamate.

Questa e' la tipica vita di un ragazzo morto. NOn seguite il mio esempio. Il suddetto testo in teoria, per i suoi contenuti diseducativi ( come South Park ) non dovrebbe essere visto da nessuno.