ShooT[eR] - Che palle.

Ieri ero felicissimo, oggi sono tristissimo. E' una cosa incredibile come il meccanismo della depressione si instaura nella mia mente, e a volte desidero tanto essere un sasso per poter evitare di pensare; ma a volte bisogna pensare, perchè i pensieri sono più forti di noi: tu cerchi di scacciarli con tutte le tue forze e loro, con ancora più impeto, si insinuano dentro di te; e più e' l'energia che impieghi per allontanarli da te più loro si dimostrano inesorabili nel loro rendersi i partecipi indiscussi dei monologhi nel tuo cervello. Io non servo assolutamente a niente, sono un parassita. Una danantissima zecca inutile, vivo alle spalle della società, rappresentata dai miei genitori e da chi mi vuole bene. Non sò studiare per rendere felici i miei genitori, non mi sò imporre di farlo perchè sono debolissimo e non sò nemmeno aiutare la mia ragazza quando questa ha un problema. Non servo a niente, vorrei tanto essere un albero morto, tagliato e ficcato in un camino per accendere il fuoco... almeno un contadino potrebbe scaldarsi con la sua famiglia utilizzandomi, e facendo risparmiare al mondo l'ossigeno che consumo infruttuosamente. Eppure a volte mi credo una persona speciale, capace di portare tutti nel mio mondo magico del quale non si puo' rimanere che affascinati; sono questi i casi nei quali mi rendo conto della mia pateticità e di quanto lo stato investirebbe condannandomi a morte con l'accusa, fondatissima, di avere delle turbe mentali così pericolose dal non poter essere nemmeno rinchiuso da qualche parte. Boh devo andare a pranzo come al solito, eviterò gli sguardi di mio padre che, a ragione, è arrabbiato con me dato che invece di utilizzare i giorni di autogestione per studiare e recuperare le materie insufficenti spreco la mia inutile vita qui davanti al pc... sono una schifezza totale, essere mio genitore deve essere molto molto umiliante. Voglio essere un fiume secco, e vorrei che tutto il mondo, nessuno escluso, fosse inondato, sommerso e distrutto.