I tipi di paranchi

recupero da crepaccio o su roccia

Può accadere, con maggior frequenza su ghiacciaio, ma anche su roccia, di dover recuperare una persona o del materiale relativamente pesanti. Occorre agire sulla corda con una forza elevata poiché, oltre al peso della persona, ci sono anche varie fonti di attrito.
La classificazione: in generale si denominano i paranchi in base al rapporto tra forza che essi sviluppano e la forza ad essi applicata.
    Ci saranno quindi paranchi di seconda, quarta, sesta... intendendo che la forza esercitata sarà 2, 4, 6 volte quella applicata; si trascurano ovviamente tutte le forme di attrito.
La direzione del tiro:  altra premessa riguarda la direzione in cui occorre applicare la forza applicata sul paranco; in nessun caso dovrà incrementare il carico agente sulla sosta ma, al contrario, dovrà alleggerire il peso su essa agente durante la fase di recupero. In pratica dovremo sempre tirare la corda verso monte e mai verso la persona da recuperare.
Il tipo di nodo da utilizzare: sia per utilizzare al meglio lo spazio di manovra (spesso le manovre di recupero vengono eseguite in spazi ristretti) sia per utilizzare al meglio la lunghezza di corda a nostra disposizione, si preferisce utilizzare come nodo per il collegamento corda-moschettone il barcaiolo. Nulla vieta altri tipi di nodo anche se meno veloci, più dispendiosi di corda e sicuramente più ingombranti.
    I nomi dei paranchi sono stati recentemente cambiati (aumentando la confusione), vediamo come:

Paranco a spezzone: è un paranco di seconda; tipicamente è allestito utilizzando la stessa corda della manovra (quella utilizzata per la cordata o l'arrampicata). E' utilizzato nei recuperi da crepaccio poiché veloce ed intuitivo. A causa degli attriti è quasi indispensabile la carrucola che è da posizionarsi sul moschettone a valle (IMPORTANTE). In ogni caso è opportuno attrezzare sulla corda che recuperiamo un autobloccante (prusik o marchand) per evitare di perdere involontariamente i metri recuperati o che, ancor peggio, ci scappi di mano la corda.
Data la velocità di esecuzione questo paranco viene utilizzato anche per brevi recuperi nella progressione su roccia.
 
 

 

  Paranco semplice o di mezzo poldo: è un paranco di quarta ed è il più conosciuto dei  paranchi poiché è dinamico; spieghiamo il significato del termine.
Tiriamo la corda indicata dalla freccia sino a che il moschettone cerchiato incontra quello a monte; a differenza di altri tipi di paranchi, ora non dovremo fare altro che impugnare con due mani corda e moschettone e farlo scorrere a valle sino a che ci è possibile (in questo sta la dinamicità); riprenderemo quindi a tirare.
    Ripeteremo ciò sino a che il moschettone a valle non avrà raggiunto quello a monte.
    Questo tipo di paranco è solitamente eseguito utilizzando uno spezzone od una corda differente da quella di manovra al fine di limitare la confusione e mantenere quindi pulita la manovra.
 

Nell'immagine è ben chiara l'applicazione in campo del paranco di mezzo poldo nei recuperi da crepaccio. Sono state adoperate corde con differente colore poichè dal punto di vista didattico rendono più comprensibile la manovra ma nulla vieta di utilizzare la stessa corda per eseguire il recupero. Se colui che cerchiamo di recuperare non è per nulla collaborante è decisamente gravoso riuscire a sollevarlo per parecchi metri; meglio ricorrere all'utilizzo di carrucole montate sul moschettone più a monte (corda rossa nella foto).

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Paranco doppio: è un paranco di sesta e non è altro che un paranco spezzone montato su di un paranco semplice.

    Attenzione a non invertire l'ordine montando prima il mezzo poldo e poi lo spezzone. In tal modo non si sfrutterebbe la dinamicità del mezzo poldo.
    E' più laborioso dei precedenti ma la forza applicata è notevole. Solitamente si utilizza un'estremità della corda utilizzata per la manovra (calata, assicurazione o altro) come spezzone (corda blu) ed uno spezzone vero e proprio (o un'altra corda) per il mezzo poldo. IMPORTANTE: l'eventuale carrucola andrà fissata al moschettone contrassegnato con la lettera A dato che in tale posizione si ha il massimo scorrimento della corda; in nessuna altra posizione.

 

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Per finire:  nelle figure è stato illustrato un peso per schematizzare la forza applicata. In realtà il moschettone più a valle andrà agganciato ad un marchand (eseguito con un cordino in kevlar) direttamente sulla corda che vogliamo recuperare (vedi fotografie). In caso di recupero da crepaccio il marchand andrà eseguito in prossimità del bordo del crepaccio sulla corda che sostiene il compagno caduto.

 

 


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