La zecca di Ticinum fu aperta poco tempo dopo la chiusura di quella di Milano. La nuova zecca fu senza dubbio giudicata più adatta, rispetto a quella di Milano (forse per la sua collocazione geografica o politica), a produrre i nuovi aureliani con il segno XXI (o XX) in esergo. L’introduzione del segno della riforma si accompagna ad un chiarimento dei segni d’emissione, facilmente distinguibili, e ad una uniformizzazione dei tipi dei rovesci. Lo stile di questa zecca è assai particolare con una testa piccola ma molto larga.
Per tutto il regno, i busti sono corazzati, di tipo B, talvolta con un panno di paludamentum sulla spalla sinistra. La leggenda del dritto è IMP C AVRELIANVS AVG, probabilmente ripresa dall’ultima emissione di Milano.
La prima emissione fu breve. Al rovescio il numero XXI in esergo è preceduto dalla lettera che designa l’officina (P, prima, S, seconda, T, tertia, Q, quarta officina)¹. Nel campo a sinistra è presente una stella.
Solo due tipi del rovescio, ORIENS AVG e SOLI INVICTO,  vengono utilizzati dalla prima sino alla terza emissione. Per entrambi la medesima iconografia: “Sol” (il Sole) che viene rappresentato in piedi di fronte volto a sinistra, mentre sorregge un globo con la mano destra e leva in alto la mano sinistra; ai suoi piedi due prigionieri, con le mani legata dietro alla schiena.
Quest’unico tipo celebra le vittorie di Aureliano in Oriente contro la città di Palmira e la sua regina Zenobia (Oriens Augusti, l’Oriente di Augusto), e glorifica allo stesso tempo il culto solare (Soli Invicto, al Sole invincibile) caro all’imperatore e al suo esercito.
All’epoca della seconda emissione, il segno T della zecca si aggiunge alla sigla della riforma monetaria che si semplifica in XX. Questa emissione fu quantitativamente importante. Le monete della terza emissione, meno rappresentate nei ritrovamenti, non hanno più la stella nel campo a sinistra.

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Note:
(1) Marchi di emissione: *|-/PXXI, *|-/SXXI, *|-/TXXI, *|-/QXXI (tutti anche senza I)