E' possibile educare attraverso il calcio, incentivare nei giovani un modo di vivere rispettoso delle regole?
Quali atteggiamenti favorire nei ragazzi, per uno "stile di vita", rispettoso delle persone, delle strutture, dei materiali, degli spazi che li ospitano?
Gli sforzi degli allenatori, dei dirigenti e genitori dovrebbero unirsi per far acquisire comportamenti finalizzati a una corretta convivenza, richiedendo ai giovani di assumere impegni, cambiare abitudini, rispettare regole, controllare le proprie emozioni, la propria esuberanza.
In gran parte delle società lo spogliatoio non è ampio e confortevole; si è costretti a cambiarsi in spazi ridotti, soprattutto quando si sovrappongono gli orari di allenamento o delle partite di più squadre.
E' indispensabile che i ragazzi imparino ad occupare il proprio spazio, essere ordinati, sistemando le scarpe sotto la panchina e la borsa sopra la mensola.
I più piccoli vanno aiutati abituandoli gradatamente a diventare autosufficienti. I ragazzi si cambiano in fretta, ammucchiando il vestiario e delegando alle mamme o ai responsabili il riordino e questo non li aiuta nell'acquisire autonomia.
L' intera squadra va in doccia quasi contemporaneamente. Questo è un momento che si presta ad atti di goliardia, con spinte, scherzi, e qualche litigio per chi vuole lavarsi per primo.
La discreta presenza di un adulto si rende necessaria per evitare un possibile degenerazione dei comportamenti scherzosi.
I ragazzi vanno responsabilizzati facendo stabilire loro dei turni per l'ingresso in doccia o assumendo degli incarichi, a rotazione periodica, come controllori della pulizia e dell'ordine in spogliatoio (scarpe sporche di terra, che i rifiuti siano riposti nei cestini) o che nessuno abbia dimenticato nulla.
Piccoli (grandi) passi sul sentiero che deve portare i ragazzi ad una crescita educativa e sociale.

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