CURIOSITA' E CASI
HURRA'

Il 10 giugno 1915 viene pubblicato il primo numero di "HURRA'" il giornale sociale nato come bollettino mensile per tenere i collegamenti coi tanti soci lontani per guerra. Si pubblichera' fino all'ottobre 1916. Riprendera' e durera' dal 1919 al 1927. Dal 1963 e' ininterrottamente l'organo ufficiale della Juventus. Una lunghissima tradizione che fa di "Hurrá Juventus" il periodico calcistico più venduto in Italia. Grande spazio viene dato ai lettori e ai club ufficiali, che possono intervenire su ogni argomento trattato. "Hurrá Juventus" è la vera bibbia di ogni tifoso. Un appuntamento imperdibile, per poter stare sempre vicini alla propria squadra.

IL GOAL NON GOAL DI HANSEN

Karl Aage Hansen ha legato il suo nome ad uno dei piu' sfortunati e formidabili tiri che si ricordi. Era il 5 aprile del 1952 e si giocava al Comunale, Juventus-Sampdoria. Sul risultato di 2-1, in azione di contropiede il centravanti Vivolo esegui' un cross che spiovve qualche metro fuori dall'area di rigore blucerchiata. Karl lo raccolse al volo e si vide la palla filare, dopo essere passata ben dentro i pali, verso la Maratona, e cadere oltre la rete di recinsione. Stupore e incredulita' da parte del pubblico. Nessuno ricordava d'aver visto un pallone che, dopo aver sfondato una rete, seppure vecchia e lisa, continuasse la corsa quasi senza parabola. Manente e Muccinelli furono i primi ad accorrere e a richiamare l'attenzione dell'incredulo arbitro Pieri sul largo squarcio, proprio in alto e vicino al ferro di sostegno. Pieri non solo non concesse il goal, ma si rifiuto' perfino di controllare l'integrita' della rete, come sarebbe stato suo preciso dovere.

"ZONA" CESARINI

"Zona Cesarini" e' una locuzione che viene usata ancora oggi da cronisti e tifosi. Torino, 13 dicembre 1931. Si giocano gli ultimi minuti di Italia-Ungheria, con risultato fermo sul 2-2. Ha la palla l'ala destra italiana Costantino, che si avvicina all'area di rigore magiara ma tergiversa; su di lui, come un avversario, si getta Cesarini, lo carica, fa pochi passi, tira e segna. Era alla sua terza partita in nazionale e dopo aver marcato una rete all'esordio Italia-Francia, a gennaio, si era ripetuto a Berna nel marzo, pareggiando proprio negli ultimi minuti. In campionato dove giocava dal 1930, era riuscito a segnare alcune reti (anche se quasi mai decisive) poco prima del fischio di chiusura e precisamente contro Napoli, Torino, Brescia, Pro Vercelli, Lazio. Da quel giorno e' passato quasi un secolo e ancora oggi la "zona Cesarini" rimane a significare "gli ultimi minuti di gioco".

CASO BONA

Vincenzo Bona giocatore degli anni a cavallo della Grande Guerra, fra il 1911 e 1921, fu protagonista di un gesto ricordato a lungo fra gli juventini. Durante una partita, a Milano contro il Milan, dopo aver subito un fallo, si arresto' e si mise sull'attenti, per richiamare l'attenzione dell'arbitro. Un atteggiamento, anche per quei tempi forse un po' patetico, ma che contribui' certamente al diffondersi di quelle simpatie (oggi tifo) che in ogni angolo d'Italia circondano la Juventus.

CASO LEVRATTO

Meno noto ma del tutto identico al "Caso Rosetta". Nel 1925 Felice Levratto firmo' due cartellini, uno per la Juventus, l'altro per il Genoa. Anche lui aveva "dimenticato" che l'unico cartellino valido per la Federazione era quello gia' firmato per l'Hellas Verona, squadra per la quale giocava e alla quale dovette rimanere dopo aver scontato una lunga squalifica. Passo' poi al Genoa.

UNO SCIOPERO... RIENTRATO

Il 12 dicembre 1954 la Juventus doveva giocare a Milano contro l'Inter. I bianconeri erano in buona posizione in classifica, ancora imbattuti all'undicesima giornata di campionato. Da qualche tempo pero', sembra per un premio partita prima concordato e poi non totalmente corrisposto, c'era un certo mugugno tra i giocatori, specialmente fra quelli piu'... sindacalizzati, si direbbe oggi. Al sabato sera, in albergo, improvvisamente i giocatori presero la decisione di non scendere in campo l'indomani. Ci fu persino chi brindo' a quello che sarebbe stato il primo "sciopero di squadra" del calcio italiano. La direzione della Juve convoco' la squadra Primavera e la porto' a Milano. Ma come spesso accade domani e' un altro giorno. Merito maggiore del ripensamento fu dovuto all'opera di mediazione di G. Combi. I titolari giocarono e vinsero 2-1, ma fu tanto grande l'orrore per il temuto sciopero che, almeno sembra, un famoso nazionale pago' con un inaspettato trasferimento a fine stagione.

UNA RINUNCIA

La Juventus nel campionato 45/46 rinuncio' volontariamente alla possibilita' di giocarsi il titolo in uno spareggio. Scrive Caminiti in JUVENTUS 70: "Eppure la Juventus avrebbe potuto vincere anche a Napoli e si sarebbe giocato uno spareggio tra Torino e Juventus. Quelli napoletani erano pronti ad accettare un premio partita dalla Juventus. La Juventus rifiuto'. Era il primo campionato del dopoguerra e fu giocato con 2 gironi Alta Italia e Centro-Sud. Le prime otto squadre giocarono il girone finale. Furono ben quattro i derbies nel campionato con un bilancio di perfetta parita': 2 vittorie per parte. All'ultima giornata il Torino che giocava in casa contro la Pro Livorno e vinse 9-1 era in testa alla classifica alla pari con i bianconeri che dovevano giocare a Napoli, Prima di questa partita, un noto nazionale, allora del Napoli e amico di vari giocatori juventini, si presento' all'albergo che ospitava la Juve a Sorrento, e dopo aver descritta la precaria situazione economica sua e dei suoi compagni offri' la vittoria per una cifra assai modesta anche per quei tempi: 200.000. I dirigenti accompagnatori della juventus, d'accordo con allenatore e giocatori, rifiutarono e l'incontro termino' 1-1 sancendo la vittoria del Torino.

"JOLLY" MAGNI

Quando ancora non si parlava di "calcio totale" e l'Olanda non aveva mostrato i primi giocatori cosiddetti "per ogni ruolo" ma in epoca di precise specializzazioni, la Juventus ebbe nelle sue file il piu' straordinario "jolly" che sia mai esistito nell'era del calcio professionale. Pietro Magni gioco' dal 1942 al 1948 (con l'intervallo della guerra) 106 partite segnando anche 27 reti. Quando lascio' la Juve aveva ricoperto tutti gli undici ruoli della squadra, e non per contingenze di gioco, ma schierandosi dall'inizio con sulla maglia i numeri degli undici ruoli. Si trattava sempre di partite ufficiali di campionato e per ogni ruolo e' citato il primo e in qualche caso unico, incotro giocato con quel numero sulla schiena. Ecco la pedante ma meritevole citazione:

Numero 1 Trieste, 13/12/1942 Triestina-Juventus 1-1
Numero 2 Vicenza, 14/4/1946 Vicenza-Juventus 1-2
Numero 3 Bologna, 27/06/1948 Bologna-Juventus 1-1
Numero 4 Modena, 28/10/1945 Modena-Juventus 0-1
Numero 5 Torino, 29/2/1948 Juventus-Genova 2-1
Numero 6 Torino, 19/1/1947 Juventus-Venezia 7-3
Numero 7 Milano, 18/11/1945 Inter-Juventus 2-2
Numero 8 Genova, 25/10/1942 Liguria-Juventus 1-0
Numero 9 Torino, 4/10/1942 Juventus-Milan 1-1
Numero 10 Torino, 7/3/1943 Juventus-Bari 5-0
Numero 11 Torino, 3/1/1943 Juventus-Fiorentina 5-2

Hurra Juventus

Hurra Juventus, organo ufficiale.


Hansen

Karl Aage Hansen



Cesarini

Renato Cesarini in azione: l'attaccante era nato in Argentina da genitori italiani.


Combi

Giampiero Combi in azione. In nazionale collezionò 47 presenze vincendo il mondiale del '34 in Italia.

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