I TABELLINI DELLE GARE DI INTERTOTO
24.08.1999, Rennes
Rennes
2
Diouff al 20' p.t., Nonda al 47' s.t.

Juventus
2
Conte A. al 30' p.t., Zambrotta al 28' s.t.
Cosi' in campo i bianconeri

  Area
Lunetta
 
VAN DER SAR
FERRARA MONTERO IULIANO
ZAMBROTTA CONTE A. TACCHINARDI OLISEH

DEL PIERO
ZIDANE
INZAGHI
Lunetta

Varie
Note Spettatori 15.500, di cui 11.427 paganti, angoli 12 a 6 per il Rennes.
Sostituzioni Pessotto al 24' s.t. per Zidane, Kovacevic al 32' s.t. per Inzaghi e Esnaider al 40' s.t. per Del Piero.
Ammoniti Oliseh e Gregoire per gioco scorretto, Gava per proteste.

La Juve torna in Europa pareggiando 2-2 a Rennes nell'incontro di ritorno della Finale di Intertoto. Squadre in campo a viso aperto e Conte che sfiora il goal al 13'. Il Rennes replica con un palo e con il goal di Diuoff al 20', sfiorando subito dopo il raddoppio sventato da una splendida parata di istinto di Van Der Sar. Il trio delle meraviglie Zidane-Del Piero-Inzaghi stenta a decollare e i francesi premono, ma Conte, lasciato solo in area trova il pari di testa al 29'. Nel secondo tempo il ritmo cala e la Juve controlla, poi Del Piero trova un assist perfetto per Zambrotta che non sbaglia (73'). Inutile il goal di Nonda a tempo scaduto.
Il 2-2 finale lascia qualche motivo di preoccupazione per il tecnico bianconero che comunque si ritiene soddisfatto : "Abbiamo centrato il primo obiettivo stagionale". Su Del Piero, apparso ancora in fase di rodaggio : "Non è ancora al massimo, ma ancora una volta è stato determinante per le sorti della sfida". Anche Conte è dello stesso avviso : "Loro sono partiti fortissimo. Per fortuna il mio goal dell'1-1 li ha un po' calmati. "
Insieme alla Juve passano in Uefa Montpellier e West Ham.


10.08.1999, Cesena
Juventus
2
F. Inzaghi (J) al 31' p.t. e al 18' s.t.
Rennes
0

Cosi' in campo i bianconeri

  Area
Lunetta
 
VAN DER SAR
FERRARA MIRKOVIC IULIANO
ZAMBROTTA CONTE A. TACCHINARDI OLISEH BACHINI

KOVACEVIC

INZAGHI
Lunetta

Varie
Note paganti 23.609 per un incasso di lire 724.818.000.
Sostituzioni Zidane al 1' s.t. per Oliseh, Del Piero al 1's.t. per Kovacevic e Birindelli al 35' s.t. per Bachini.
Ammoniti Conte, Iuliano, Reveillere e Bignè per gioco scorretto.

Importante vittoria per 2-0 dei bianconeri nell'andata della finale di Intertoto ai danni del Rennes. Juve in difficoltà all'inizio della gara con i francesi che colpiscono la traversa. Forse un po' sottovalutati alla vigilia, i francesi inizialmente aggrediscono Conte e compagni come se giocassero a casa loro. E così la prima mezz'ora si trasforma in un'imprevista sofferenza per i quasi 25.000 tifosi juventini, che regalano il primo «tutto esaurito» nella seconda casa estiva della società bianconera. Privo di Davids, Ancelotti rilancia Bachini sulla sinistra, fermo restando Zambrotta a destra, con Oliseh centrale tra Conte e Tacchinardi. In attesa di Zidane, nessuno prova a farne le veci in senso tattico e quindi in mezzo al campo i bianconeri sono in cinque, teoricamente uno in più degli avversari, schierati secondo in consueto 4-4-2. Non basta, però, avere la maggioranza relativa nel settore centrale per comandare il gioco e quindi la partita, perché Gregoire e compagni corrono di più, allargando spesso l'azione sulle fasce laterali, dove i due esterni difensivi della Juve, Mirkovic e Iuliano soffrono parecchio, malgrado l'aiuto al centro di Ferrara, perché poco coperti, specie a sinistra. Soverchiati sul piano del dinamismo, i bianconeri riescono ad avvicinarsi per la prima volta alla porta avversaria soltanto al 14', quando Tacchinardi impegna il portiere con un tiro da fuori area. Un minuto dopo, però, tutto il pubblico trattiene il fiato, perché il gran tiro al volo di Gregoire, su cross da destra di Nonda, colpisce in pieno l'incrocio dei pali. Scampato il pericolo, la Juve prova a rialzare la testa, sfiorando la rete prima con un colpo di testa fuori misura di Iuliano, e poi con un pallonetto di Kovacevic, bloccato con difficoltà dal portiere, colto fuori dai pali. Come sempre, il serbo si muove molto, ma eccede in personalismi e soprattutto manca al momento del tiro, fallendo sia pure di poco una nuova conclusione, su splendido passaggio da destra di Zambrotta. Più sicura di sé, la Juve cerca di stringere i tempi e finalmente al 31' trova il gol, a conclusione della migliore azione del primo tempo, avviata da un' apertura di Tacchinardi sulla sinistra, proseguita da un preciso cross in corsa di Bachini e perfezionata da Inzaghi, che supera il portiere con uno splendido colpo di testa. Passata la grande paura, restano i dubbi sulle attitudini difensive di Oliseh, che cerca di farsi perdonare con un gran tiro, comunque fuori. Ma soprattutto resta la grande attesa per il contemporaneo inserimento di Del Piero e Zidane, doppia e indispensabile iniezione di classe e fantasia in una squadra troppo muscolare e prevedibile. Accolti da boati d'entusiasmo, e illuminati da mille flash delle macchine fotografiche dei tifosi appena toccano il pallone, Zidane e Del Piero fanno dimenticare in fretta le comparse Oliseh e Kovacevic. I due si cercano, ritrovando in fretta l'intesa dei giorni e delle notti migliori. E la Juve non a caso decolla. Proprio su passaggio di Del Piero, Zidane fallisce di poco il bersaglio, ma il bello deve ancora arrivare al 18' quando Zidane smarca Del Piero, pronto a liberare al centro Inzaghi, che non fallisce la deviazione in corsa. E' il gol che scatena l'entusiasmo, aprendo le porte di un'altra partita e forse di un'altra stagione. «Vi vogliamo così», ma soprattutto «vinceremo il tricolore», cantano i tifosi che si alzano a ritmo di «ola». Ferito nell'orgoglio, il Rennes prova a guastare la festa con un contropiede del nuovo entrato Bardon, ma Van der Sar con una perfetta uscita di piede, sventa la minaccia compiendo il suo intervento più bello (e importante) da quando ha preso il posto di Peruzzi. Riportata alla realtà, la Juve si rende nuovamente insidiosa col solito Inzaghi, fermato dal portiere. Poi Ancelotti richiama Bachini, inserendo Birindelli a destra, con lo spostamento di Zambrotta a sinistra. Ma ormai i giochi sono fatti. Il ritmo cala e per poco il Rennes non ne approfitta ancora. La Juve comunque regge fino in fondo, riuscendo a chiudere a chiave un gran bel 2-0, magari un po' fortunato, ma quel che più conta rassicurante: in vista del ritorno a Rennes, e soprattutto del sospirato ritorno Europa.
Dalla Gazzetta On Line


05.08.1999, Cesena
Juventus
5
34' Inzaghi (rig.), 49' Tacchinardi, 65' e 70' Inzaghi, 76' Del Piero
Rostov
1
39' Duyun

Cosi' in campo i bianconeri

  Area
Lunetta
 
VAN DER SAR
FERRARA MIRKOVIC
(O'Brien)
MONTERO
DAVIDS CONTE A.
(Birindelli)
TACCHINARDI OLISEH BACHINI

KOVACEVIC
(Del Piero)

INZAGHI
Lunetta

Alessandro Del Piero è tornato e ha voluto essere come prima, ha inventato un gol per Inzaghi e ne ha segnato uno tutto per sé, ha fatto espellere un avversario irriguardoso delle sue ginocchia, ha fatto sognare i tifosi: "Ho atteso nove mesi questo momento. L'avevo sognato, un rientro così". Naturalmente, ha pure fatto vincere la Juve: 5-1 al Rostselmash, tripletta di Inzaghi, martedì prima finale di Intertoto con il Rennes. Non a caso la mezza partita senza il campione era stata piuttosto imbarazzante, consegnando ad Ancelotti una Juventus in clamorosa difficoltà nelle geometrie e nella creatività: potrebbe pure non essere colpa della preparazione estiva, visto che il centrocampo bianconero è strapieno di muscolari con molto coraggio ma poche idee e piedi così così. Il fantasista, per esempio, è Davids, non proprio un artista. In tre quarti d'ora, la Juve ha tirato in porta una sola volta con Conte (per altro a disagio nel ruolo di esterno) al 24', mentre il gol è arrivato al 34' grazie a un'ingenuità di Stepouchkine, che ha usato la mano per fermare Inzaghi in area di rigore. Superpippo ha segnato dal dischetto, ed è stato l'unico tiro in porta che ha azzeccato prima di dilagare nella ripresa: cinque gol in due partite, complimenti. Il Rostselmash, squadra russa di Rostov, s'è imbottito di centrocampisti, ha marcato a uomo, ha menato senza pudore, ha messo la Juve in crisi con aggressività e velocità: una traversa su punizione di Pestriakov (decisivo il tocco di Van der Sar) ha anticipato la rete di Duyun, che ha beffato sul suo palo il portiere olandese. Bel gol. La sorpresa del risultato è stata più o meno uguale a quella per la mancata apparizione di Del Piero, che Ancelotti ha tenuto in panchina anche per i primi dieci minuti del secondo tempo, forse preoccupato dall'irruenza dei russi: hanno comunque trovato un eccellente emulatore in Montero, che è stato cacciato dall'arbitro al 12' st per un fallo inutile e violento a metà campo. Ma Tacchinardi ha ammorbidito il Rostov con lo splendido gol del 2-1 e Ancelotti ha finalmente soddisfatto le richieste della folla mostrando al popolo il campione guarito dopo nove minuti e trentasei secondi dall'inizio della ripresa. Ovazioni giganti, Del Piero - barba incolta e scarpette rosse - le meritava a prescindere ma ha saputo poi conquistarsele con i fatti. Dopo aver subito un fallo rude e averlo subito restituito, Del Piero ha consolato tutto il mondo e ha deciso di farlo felice cancellando il tempo delle stampelle: al 20' st ha fatto proprio come una volta, andandosene leggero sulla sinistra, imbambolando due avversari, non cedendo alla tentazione del tiro e servendo la palla a Inzaghi, che ha segnato a porta vuota e ha dedicato la rete a Del Piero, il quale è stato abbracciato da tutti i compagni come se la palla l'avesse messa dentro lui. In un certo senso, è stato proprio così. Poteva pure bastare questo, ma Del Piero ama la perfezione pure nelle emozioni e quindi più tardi (nel frattempo Inzaghi aveva segnato il 4-1 in contropiede, assist di Tacchinardi) ha disegnato meravigliosamente i colori del suo show, prima facendo espellere Bessmertnyi che l'aveva falciato da dietro con violenza inaudita (e Alessandro ha reagito con rabbia, come se avesse rivisto il flash-back del dolore) e poi facendo quello che tutti speravano facesse: un gol, morbido e delicato, con un tiro di destro in perfetto equilibrio tra potenza e precisione. Del Piero ha alzato il pugno al cielo, con sobrietà, come fosse tranquillamente normale. Proprio per normalità, poco prima aveva cercato di rifiutare la fascia di capitano, che Ferrara (cui era destinata) gli ha consegnato dopo l'uscita di Conte. Dopo una breve insistenza l'ha indossata, per la gente era come se fosse una corona.
Dalla Gazzetta On Line


28.07.1999, Rostov (Russia)
Rostov
0



Juventus
4
Zambrotta al 9' p.t.; Inzaghi al 24', Kovacevic al 26', Inzaghi (rig.) al 44' s.t.
Cosi' in campo i bianconeri

  Area
Lunetta
 
VAN DER SAR
FERRARA MONTERO IULIANO
ZAMBROTTA CONTE A. DAVIDS OLISEH BACHINI

AMORUSO

INZAGHI
Lunetta

Varie
Note spettatori 15.000 circa.
Sostituzioni Tudor al 37' p.t. per Iuliano, Pessotto al 1's.t. per Bachini e Mirkovic al 32' s.t. per Ferrara.
Ammoniti Conte e Bessmeztny per gioco scorretto.

Una trionfale passeggiata sulle rive del Don. Alla faccia di tutte le difficoltà di quella che sembrava la gara più rischiosa, delle insidie di una trasferta temutissima e delle maledizioni che questo Intertoto si è attirato fin qui da parte dei bianconeri. In un colpo solo la Juve ritrova il solito Inzaghi, i gol smarriti, e con essi la vittoria che ancora mancava dopo le prime due gare di riparazione. E così, grazie al meritatissimo 4-0 finale, si profilano due anticipi ugualmente importanti: l'accesso alla finale e il ritorno di Del Piero, atteso in campo già per l' «amichevole» di ritorno a Cesena, dove sabato scorso i bianconeri avevano inseguito invano il gol per 90'. Stavolta, invece, la rete arriva al primo assalto. Ed è un gol che vale doppio in tutti i sensi, perché il tocco di prima di Zambrotta, pronto a deviare a fil di palo il suggerimento in profondità di Kovacevic, ha il magico potere di spegnere l'iniziale entusiasmo dei padroni di casa. Non si può dire, però, che si tratti del classico gol a freddo, perché malgrado siano già passate le diciotto locali sugli spalti la temperatura supera abbondantemente i trenta gradi. Mai visti tanti spettatori a torso nudo sotto il sole, e mai viste allentarsi così facilmente le cravatte dirigenziali del trio Giraudo-Moggi-Bettega. Sbloccato prima del previsto lo 0-0, il nemico principale per la Juventus sembra essere proprio il caldo umido, che ricorda quelle torride giornate dei mondiali americani. Non a caso, appena c'è un pretesto per fermare il gioco, volano in campo sacchettini pieni d'acqua fresca per i più bisognosi, che in questo caso sono i centrocampisti. Avvicinatisi alla porta di Van der Sar soltanto prima del gol di Zambrotta con una girata del centravanti Matreev, i russi si rivelano ancora più modesti dei romeni del Ceahlaul. E così la Juve può far valere la propria superiorità tecnica, alla quale aggiunge una confortante personalità, che fa ben sperare in prospettiva futura perché tutti mostrano carattere e capacità di soffrire in un ambiente difficile, con una preparazione ancora incompleta. Con Ferrara a dirigere il terzetto difensivo tra Iuliano (poi rilevato da Tudor al 37' per una botta alla tibia) e Montero, la Juve soffre poco e soltanto sulla sinistra. E, al di là della pochezza degli avversari, il merito è dei centrocampisti che si muovono moltissimo, accorciando intelligentemente le distanze. Oliseh, con l'aiuto di Conte, dirige il traffico con grande senso tattico, mentre sulle fasce laterali Zambrotta a destra, ma anche Bachini a sinistra sono bravi a rilanciare subito l'azione in velocità. In attesa di Zidane, poi, Davids viene riproposto nel ruolo di trequartista alle spalle di Kovacevic e di Inzaghi, al debutto stagionale. E mentre il serbo si conferma più portato a fare la sponda che a tirare, Inzaghi va ripetutamente vicino al gol, prima di destro su cross di Bachini, poi di testa su passaggio di Zambrotta, e infine su invito di Kovacevic, ma il portiere para sempre. Un solo gol, quindi, è fin troppo poco per la Juve che all'inizio della ripresa si presenta con Pessotto al posto di Bachini. In teoria dovrebbe esserci più protezione sulla fascia più sguarnita, ma in realtà la Juve non rinuncia ad attaccare e per altre tre volte, con Conte, Inzaghi e Ferrara, impegna nuovamente il numero uno russo. Van der Sar, invece, deve soltanto bloccare una conclusione di Duyun, prima dei fuochi d'artificio finali della Juve. Riapre le danze Inzaghi, che al 24' corregge di testa una deviazione aerea di Tudor, su angolo battuto da Pessotto: palo interno e gol del 2-0. E 2' più tardi, con un bellissimo spunto sulla destra, Inzaghi smarca Kovacevic, che, in sospetta posizione di fuorigioco, tutto solo non ha difficoltà a firmare da due passi la terza rete, la prima per lui in maglia bianconera. A quel punto può entrare anche Mirkovic al posto di Ferrara, tanto non ci sono più rischi anche se al 38' l'arbitro fischia un rigore per un fallo di Zambrotta su Kiritchenko. Ma la Juve è fortunata perché il guardalinee aveva già sbandierato per fuorigioco, e appena se ne accorge il direttore di gara torna giustamente sulla propria decisione. Nessun ripensamento, invece, sul rigore concesso allo scadere a Inzaghi, atterrato da Gouchtchine e pronto a trasformare la rete del 4-0. E così la Juve può volare felice verso la finale, con una settimana d'anticipo. In attesa di ritrovare i tre grandi assenti di questo inizio stagione: prima Del Piero, poi Zidane e infine un posto fisso in Europa.
Dalla Gazzetta On Line


25.07.1999, Cesena
Juventus
0

Ceahlaul
0

Cosi' in campo i bianconeri

  Area
Lunetta
 
VAN DER SAR
FERRARA MIRKOVIC IULIANO
ZAMBROTTA TACCHINARDI DAVIDS OLISEH HENRY

AMORUSO

KOVACEVIC
Lunetta

Varie
Note Spettatori paganti 9.638 per un incasso di lire 309.496.000.
Sostituzioni Pessotto al 36's.t. per Henry e Birindelli al 46' s.t. per Zambrotta.
Ammoniti Ionescu e Baldovin per gioco scorretto.

Arriva sul filo di un inatteso 0-0, tanto modesto nella forma, quanto ingiusto nella sostanza, la qualificazione in semifinale di Intertoto. In attesa di tempi (e viaggi) migliori, la squadra di Ancelotti può persino essere contenta di rimettersi in viaggio dopodomani verso una nuova scomodissima destinazione, in Russia, seconda e penultima tappa di questa sua penitenza europea di nome Intertoto. E siccome per adesso l'obiettivo principale è questo, soltanto a coppa Uefa ritrovata, con la squadra di nuovo al completo, si potrà capire se sono davvero incoraggianti i primi bagliori di luce offerti da Oliseh, oppure se sono davvero preoccupanti i primi errori di mira di Kovacevic, le due facce di una Juve cui manca soltanto il gol. In attesa del rientro dei vari Del Piero, Inzaghi, Zidane, Conte e Montero, la nota più positiva della serata è proprio il varo del nuovo tandem di centrocampo formato da Davids e Oliseh, anche se in realtà i due sono molto distanti uno dall'altro. Mentre il nigeriano rispetta la posizione prevista, collocandosi davanti ai tre difensori Mirkovic, Ferrara e Iuliano, l'olandese si stacca stabilmente dalla linea dei centrocampisti, completata dal centrale Tacchinardi e dagli esterni Zambrotta e Henry. E così, come già fece una prima volta con Lippi nella gara dell'ultimo campionato a Parma, Davids si trasforma in trequartista. Non basta, però, il suo gran movimento per trasformare in principe il cenerentolo Kovacevic, bravissimo a giocare di sponda, ma non a concludere a rete, specie di piede. E siccome Amoruso trova sulla sua strada un portiere che para tutto, la Juve fatica a concretizzare la propria evidente superiorità. Malgrado i previsti vuoti negli angoli delle tribune, i tifosi juventini accorsi nella seconda casa di Cesena sono comunque pronti ad applaudire tutti, a cominciare dai nuovi acquisti Zambrotta e Oliseh, protagonisti di un gran primo tempo al pari dell'inossidabile capitan Ferrara, che non fa avvicinare nessun romeno al disoccupato Van der Sar. Dalla parte opposta, invece, il suo collega Lefter si rivela il migliore in campo, perché i pericoli arrivano a ripetizione. Davids, che si butta subito su tutti i palloni, è il primo a tirare, sia pure fuori, dopo un bel triangolo con Henry, molto attivo ma poco concreto sulla sinistra. Il gioco sulle fasce, così, funziona meglio a destra grazie a Zambrotta, bravo prima a rifornire Amoruso (conclusione deviata in angolo) e Iuliano (tiro parato), e poi a cercare uno spettacolare pallonetto da fuori area, mancando di pochissimo il bersaglio. Sia sul piano delle occasioni, sia su quello del gioco, non c'è confronto, perché il Ceahlaul si conferma avversario modesto. Non è sufficiente, però, un buon controllo in difesa, o una promettente intesa in mezzo al campo, dove Oliseh si muove già come un leader, pronto sia a fare la voce grossa coi compagni, sia a smarcarli in profondità col suo lancio lungo. Per vincere bisogna segnare. Lapalissiano, ma per nulla scontato in questa acerba Juve di luglio, che continua a rimandare la festa del gol. Kovacevic, bravo a scartare due avversari, avrebbe la grande occasione al 6', ma quando si trova da solo davanti al portiere calcia incredibilmente fuori, mentre Tacchinardi poco più tardi riesce almeno a impegnare Lefter con uno dei suoi tiri da fuori area. Come previsto, alla distanza cala il livello della benzina nel serbatoio bianconero e così l'ultima mezz'ora diventa piatta come i lungomare della Romagna. Né può bastare l'inserimento di Pessotto al posto dell'evanescente Henry per rinvigorire la stanca truppa di Ancelotti, che ha un ultimo sussulto con Amoruso. Ma la sua perfetta girata al volo, su invito di Tacchinardi, viene deviata con un prodigioso balzo finale dal portiere romeno. E così l'appuntamento con la prima vittoria stagionale viene di nuovo rimandato.
Dalla Gazzetta On Line


18.07.1999, Piatra Neamt (Romania)
Ceahlaul
1
Scanteie al 28' p.t.
Juventus
1
Tacchinardi al 13' s.t.
Cosi' in campo i bianconeri

  Area
Lunetta
 
VAN DER SAR
FERRARA TUDOR IULIANO
BIRINDELLI TACCHINARDI PERROTTA PESSOTTO BACHINI

AMORUSO

KOVACEVIC
Lunetta

Varie
Note Spettatori 12.000 circa.
Ammoniti Perrotta, Tacchinardi, Iuliano, Ionescu e Pantazi, per gioco scorretto.

Sofferto pareggio all'esordio in Intertoto per i bianconeri. Subito pericolosa con Amoruso, che al 4' raccoglie un cross di Bachini e costringe il portiere a una difficile deviazione in angolo, la squadra di Ancelotti si illude di poter domare i modesti romeni del Ceahlaul, giunti soltanto noni nell'ultimo campionato. E invece, fermo restando il divario tecnico tra i giocatori delle due formazioni, si capisce in fretta che i padroni di casa sono più sciolti fisicamente, perché molto più avanti nella preparazione. Reduci fra l'altro da quattro successi consecutivi nei due precedenti turni di Intertoto contro avversari lituani e bosniaci, gli uomini in maglia bianca e arancio offrono il meglio proprio dal punto di vista atletico, mettendo in difficoltà la Juventus con frequenti incursioni, specie sulla fascia destra. E non basta al centro della difesa bianconera l'esperienza di capitan Ferrara per coprire le falle che si aprono. Tudor alla sua destra e Iuliano alla sua sinistra fanno quello che possono, che è ancora poco in questa fase della stagione, e il discorso vale per tutta la squadra. Inutilmente così un buon Tacchinardi cerca di mettere ordine in mezzo al campo, centrale di un reparto affollatissimo, completato da una parte dal tandem Birindelli-Perrotta e dall'altra dalla coppia Pessotto-Bachini. Superati troppo spesso in velocità, i bianconeri lasciano soli in avanti Kovacevic e Amoruso, che hanno rare occasioni di mettersi in mostra. E così, dopo venti minuti di noia, ecco i primi fuochi d'artificio dei padroni di casa, pericolosi per la prima volta con Enache, la cui conclusione su rimpallo di Iuliano finisce di poco alta. La Juve si complica la vita permettendo a Scanteie di saltare indisturbato di testa, su angolo di Ilie, e di battere il sorpresissimo Van der Sar. La reazione bianconera arriva soltanto nel finale del tempo, ma sia la deviazione di testa di Amoruso, sia quella di sinistro di Kovacevic sono fuori bersaglio. In altre condizioni, dopo un primo tempo del genere, Ancelotti sarebbe corso ai ripari, ma siccome il convento bianconero non offre grandi alternative in questo momento, per risalire la corrente il tecnico si affida all'orgoglio dei pochi giocatori a sua disposizione. E non a caso, all'inizio della ripresa, uno della vecchia guardia, Pessotto, impegna severamente il portiere da fuori area. Probabilmente affaticati dopo il gran primo tempo, o forse spaventati dalla reazione di avversari dal nome troppo grande per loro, i romeni calano vistosamente. Così al 13' giunge meritatissimo il pareggio della Juve, fra l'altro molto bello, sia in fase di impostazione, sia soprattutto in fase di conclusione. La firma è quella di Tacchinardi, bravo a scambiare con Perrotta, dopo l'appoggio di Bachini, e ancor più bravo a scagliare un gran destro da fuori area proprio sotto l'incrocio. In attesa di ritrovare i tanti titolari assenti, e con essi la vittoria. A cominciare dalla sfida di ritorno, sabato prossimo a Cesena.
Dalla Gazzetta On Line



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