Titolo: Alice nel paese delle meraviglie
Anno: 1951 Walt Disney
Autore libro: Lewis Carroll
Quattordici anni dopo
Biancaneve, finalmente nel regno di Disney arrivò anche Alice. Alla sua
uscita non incassò quanto si sperava (destino comune a molte opere Disney),
per la sua struttura che lo rende frammentario e quasi privo di trama.
Alla fine degli anni '60, tuttavia, una grande rivalutazione del prodotto
si ebbe grazie ai "figli dei fiori", che nelle gag, nel ritmo e proprio
nel folle che impregna il film, trovarono il loro mondo ideale.
Personaggi strampalati e gusto per la follia fanno di questa storia una
tra le preferite di intere generazioni. Carrol descrive un mondo di pazzi
che appare divertente ma che, di fatto, non può funzionare proprio per la
mancanza di logica. Nel film questo messaggio risulta un po' sfocato ma
alcuni dei personaggi che compaiono sono tanto azzeccati da elevare
l'intera pellicola al rango di "Classico Disney".
Il
racconto è quello della ragazzina Alice che si annoia quando le si leggono
libri, secondo lei il mondo ideale è quello fatto di animali che parlano e
vivono in casette, di fiori con cui discutere, di cose irrazionali senza
bisogno di spiegazione alcuna.
Un giorno, durante una lezione all'aperto, Alice si assopisce e sogna il
Bianconiglio, un coniglio in panciotto e con l'orologio, che si preoccupa
per il ritardo. Alice lo segue e si ritrova nel mondo che desidera. Tutto
è strano e divertente, ma tutto è illogico e incomprensibile. Basta
mangiare un biscotto per diventare grandi, oppure piccoli.
La ragazzina, si perde nel bosco. Prova a cercare la sua strada quando
arriva lo Stregatto a farle presente che nessuna strada è la sua, perché
tutte le strade appartengono alla Regina di Cuori. Alice decide di recarsi
dalla sovrana per domandarle aiuto, nonostante lo Stregatto la sconsigli
definendola una pazza, ma dato che in quel mondo un po' pazzi lo sono
tutti, che differenza può fare?
Il viaggio è lungo e pieno di incontri, come quello con in Cappellaio
Matto: Esilarante la sequenza del the che viene continuamente offerto ad
Alice la quale però non riesce neppure ad assaggiarlo. Una serie di gag
una più squinternata dell'altra che crea, forse, il più riuscito momento
del film.
Alice riprende il suo percorso verso la dimora della regina, che la invita
ad una partita di croquet, giocata con dei buffi fenicotteri utilizzati a
mo' di mazze. La riapparizione dello Stregatto porta un piccolo dramma: la
regina cade gambe all'aria e qualcuno deve essere decapitato per
l'affronto. La prescelta è Alice. Un veloce (e naturalmente folle)
processo di forma accompagna la ragazzina incontro al suo destino. Lei
fugge e arriva a capire che si tratta di un sogno, uno strano, confuso,
caotico e pericoloso sogno. La sola salvezza sta nel risveglio e nel
ritorno alla realtà.