Amicizia


San Agostino

Monastero Chi riesce a far l'elenco delle cose superflue di questo mondo? Se volessimo ricordarle tutte, ci metteremmo un bel po'.

Possiamo quindi citare soltanto quelle necessarie; le altre andranno annoverate tra le superflue. In questo mondo ci sono solo due cose necessarie: la salute e l'amico.

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Amicizia, bene primario

Sono queste le cose che contano di più e che non dobbiamo affatto trascurare. La salute e l'amico sono beni propri della natura umana. Dio ha creato l'uomo per farlo esistere e vivere: e questa è la salute. Ma, perché non fosse solo, c'è stato bisogno dell'amicizia. L'amicizia, quindi, comincia dal coniuge e dai figli, e si apre poi agli altri. Ma considerando che noi abbiamo avuto soltanto un padre e una madre, chi saranno gli altri? Ogni uomo è prossimo a ogni uomo. Rivolgiti alla natura. L'altro è uno sconosciuto? Sì, ma èun uomo. È un avversario? Ma è un uomo. È un nemico? Ma è sempre un uomo. È un amico? Che resti amico. È un avversario? Che diventi amico.

Bisogno dell'amicizia

Anche in questa vita i buoni arrecano non piccoli conforti. Se infatti ci angustiasse la povertà, se ci addolorasse il lutto, ci rendesse inquieti un malanno fisico, ci rattristasse l'esilio, ci tormentasse qualche altra calamità, ma ci fossero vicine delle persone buone che sapessero non solo godere con quelli che godono, ma anche piangere con quelli che piangono, che sapessero rivolgere parole di sollievo e conversare amabilmente, allora verrebbero lenire in grandissima parte le amarezze, alleviati gli affanni, superate le avversità. Ma questo affetto è prodotto in essi e per mezzo di essi da Colui che li rese buoni col suo Spirito. Così in tutte le cose umane nulla è caro all'uomo senza un amico. Ma quanti se ne trovano di cosi fedeli, da poterci fidare con sicurezza riguardo all'animo e alla condotta in questa vita? Nessuno conosce un altro come se stesso: eppure nessuno è tanto noto a se stesso da poter essere sicuro della propria condotta del giorno dopo.

Essere i primi ad amare


Non esiste invito più pressante ad amare che quello di essere i primi ad amare, ne cuore più duro di quello che, non avendo voluto concedere amore, neppure vuoi rispondere all'amore. Possiamo verificare tutto questo anche negli amori più impuri e più squallidi, dove coloro che vogliono essere ricambiati nell'amore non fanno che dichiarare e manifestare il proprio con tutte le prove di cui dispongono; cercano di addurre qualche parvenza di giustizia per esigere in qualche modo di essere corrisposti dai cuori che tentano di sedurre e s'accendono d'un fuoco ancora più ardente quando avvertono che quei cuori, tanto desiderati, bruciano già del medesimo fuoco. Perciò, se un cuore che era intorpidito si sveglia quando si sente amato, e sé un cuore che già ardeva s'infiamma maggiormente quando si sente corrisposto, è chiaro che nulla può far nascere e crescere l'amore più del sapersi amati quando ancora non si ama, o dello sperare di poter essere corrisposti o del sentirsi già corrisposti quando si ama per primi.
Se questo avviene negli amori impuri, con quanta maggior purezza avverrà nell'amicizia? Cos'altro, infatti, vogliamo evitare, per non scalfire l'amicizia, se non che l'amico abbia a credere che non l'amiamo o che l'amiamo meno di quanto ci ama lui? Perché, caso mai se ne sia convinto, diventerà più freddo in lui quell'amore di cui gli uomini godono vicendevolmente in un rapporto di mutua intimità. Ma se non è così debole da lasciare che una tal ferita lo raffreddi del tutto, si comporterà come uno che ama: non per trame piacere, ma per riceverne aiuto.

L'amicizia è l'amore reciproco


Massimo ristoro e sollievo mi veniva dai conforti degli altri amici, con i quali avevo in comune l'amore di ciò che amavo in tua vece. Altri legami poi avvincevano ulteriormente il mio animo: i colloqui, le risa in compagnia, lo scambio di cortesie affettuose, le comuni lettere di libri ameni, i comuni passatempi ora frivoli ora decorosi, i dissensi occasionali, senza rancore, come di ogni uomo con se stesso, e i più frequenti consensi, insaporiti dai medesimi, rarissimi dissensi: l'essere l'uno dell'altro ora maestro, ora discepolo, la nostalgia impaziente di chi è lontano, le accoglienze festose per chi ritorna. Questi e altri simili segni di cuori innamorati l'uno dell'altro espressi dalla bocca, dalla lingua, dagli occhi e da mille gesti gradevolissimi, sono l'esca, direi, della fiamma che fonde insieme le anime e di molte ne fa una sola.

Più si è amici, più si è sinceri

Può darsi che io sia sfacciato nel dire questo e come se dimenticassi che ho l'abitudine di intercedere per gli altri. "la se la discrezione non è altro che un certo timore di dispiacere, non mi vergogno di aver questo timore. Temo, infatti, di dispiacere prima a Dio e poi alla stessa amicizia che hai avuto la bontà di stringere con me, qualora mi sentissi meno libero di darti dei consigli che ritengo molto utili per la salvezza della tua anima. Certo, dovrò essere più discreto al momento di intercedere da tè per gli altri, ma se si tratta del tuo stesso bene sarò tanto più sincero quanto più ti sono amico: perché ti sarò tanto più amico quanto più ti sarò leale. Non ti direi, del resto, queste cose, se non agissi con una certa discrezione. Se questo è - come tu stesso scrivi - «il mezzo più efficace per risolvere le difficoltà tra gente perbene», che mi sia d'aiuto con tè a far del bene a tè. In questo modo potrò godere di tè e con tè di Colui che mi ha concesso di entrare nella tua fiducia e amicizia: soprattutto perché credo che il tuo spirito possa facilmente accogliere i miei suggerimenti, sostenuto e dotato come sei da tanti favori divini.

Com'è difficile riconoscere un amico

In tutte le cose umane niente è caro all'uomo senza un amico, Ma quanti se ne trovano di così fedeli da potersi fidare completamente in questa vita dei loro sentimenti e della loro condotta? Nessuno conosce un altro come conosce se stesso; eppure nessuno conosce se stesso al punto da poter essere certo della propria condotta del giorno dopo. Perciò, benché molti si facciano riconoscere dai loro frutti e alcuni procurino davvero gioia al loro prossimo vivendo bene, altri, invece, recano dolore vivendo male.
Tuttavia, proprio a motivo dell'ignoranza e dell'incertezza dello spirito umano, molto giustamente l'Apostolo ci ammonisce a non condannare nessuno prima del tempo, fino a quando non verrà il Signore a illuminare i segreti delle tenebre e a svelare le intenzioni del cuore. Allora ciascuno riceverà lode da Dio [1 Cor 4,5].

La correzione fraterna nell'amicizia

Mettiamo che uno odi il suo nemico e finga di essergli amico; lo vede fare qualcosa di male e lo loda; vuole che vi si butti a capofitto; vuole che corra come un cieco nei precipizi delle sue cupidigie, e che da lì non risalga più; lo loda, perché il peccatore viene lodato nelle concupiscenze della sua anima. Usa con lui l'unguento dell'adulazione: lo odia, eppure lo loda. Un altro vede un suo amico fare qualcosa di simile, e lo distoglie; se non lo ascolta, pronuncia parole di riprovazione, lo sgrida e litiga con lui: a volte è proprio costretto a litigare. Ecco, in questo caso l'odio blandisce e l'amore litiga. Non badare alle parole di chi blandisce e all'apparente severità di chi rimprovera; guarda alla sorgente, cerca la radice da cui proviene quel modo di fare. Quello blandisce per ingannare, questo litiga per correggere.

L'unica sicurezza è nell'amicizia con Cristo


Teniamoci lontani, fratelli, dal possesso di beni personali o, se proprio non possiamo abbandonarli materialmente, eliminiamo l'attaccamento a essi. Così ci sarà posto per il Signore. "E troppo per me" dirà qualcuno. Considera però chi sei tu che devi preparare un posto al Signore. Se volesse soggiornare in casa tua un senatore, anzi non un senatore, ma il procuratore di un qualsiasi potente di questo mondo, e ti dicesse: "In casa tua c'è qualcosa che mi da fastidio", tu, per quanto affezionato a quella cosa, la toglieresti per non contrariare la persona che vuoi renderti amica. Ma questa amicizia, essendo l'amicizia di un uomo, a che cosa ti potrà giovare? Invece di esserti utile, potrebbe addirittura risultare pericolosa. Molta gente, infatti, che prima di unirsi ai grandi era al sicuro dai pericoli, smaniosa di farseli amici, è caduta nei loro stessi pericoli.
Se desideri la sicurezza, scegli l'amicizia di Cristo. Egli vuole essere ospite in casa tua. Preparagli il posto. Che cosa vuoi dire: preparagli il posto? Non amare tè stesso; ama lui. Se amerai tè stesso gli chiuderai la porta; se lo amerai gliela aprirai. E se, avendogli aperto la porta, egli sarà entrato da tè tu non sarai perduto per esserti amato, ma ti sarai trovato con chi ama tè.

Il falso bene non crea l'amicizia

Non voglio che tè l'abbia a male ne che ti sembri strano se al tempo in cui io m'arrovellavo alla ricerca delle vanità del mondo, tu non eri ancora vero amico, sebbene ti sembrasse di amarmi assai, dal momento che nemmeno io ero amico di me stesso, ma piuttosto nemico, poiché amavo l'iniquità... Poiché dunque io odiavo l'anima mia, in qual modo potevo avere un amico sincero in chi mi augurava le cose a causa delle quali io sopportavo me stesso come nemico? Quando invece brillò al mio spirito la benignità e la grazia del nostro Salvatore, non già in conformità dei miei meriti ma della sua misericordia, in che modo avresti potuto essermi vero amico mentre eri maldisposto verso di essa, dato che ignoravi del tutto in virtù di che cosa potevo esser felice e non mi volevi bene in ciò per cui ero diventato ormai in qualche modo amico di me stesso? Sia quindi ringraziato Dio che s'è degnato di renderti - con la tua conversione - una buona volta mio amico. Ora sì che c'è tra noi perfetto accordo sulle cose umane e divine accompagnato da un'affettuosa benevolenza in Cristo Gesù nostro Signore, nostra autentica e genuina pace.

Pregare per ottenerla

L'amicizia non deve essere circoscritta in limiti angusti. Essa abbraccia tutti quelli cui son dovuti affetto e amore, quantunque si rivolga con più propensione verso alcuni e con più esitazione verso altri. Essa si estende sino ai nemici, per i quali siamo tenuti anche a pregare... Non a torto proviamo grande attrattiva per quelli da cui siamo vicendevolmente amati in modo santo e casto. Bisogna pregare che questi beni ci siano conservati quando si hanno e ci siano elargiti quando non si hanno.

Guardare insieme verso l'alto

Anche dopo che avevo smesso di desiderare le cose terrene, tu, nella tua continua benevolenza, cercavi il mio bene nelle necessità materiali e la mia felicità nel raggiungimento delle cose che suole augurarsi il mondo. Anche così si stabiliva fra tè e me, in una certa misura, una dolce e affettuosa intesa sulle cose umane. Ora, invece, con quali parole potrei esprimere la gioia che provo per tè, dal momento che colui il quale in modo imperfetto ho avuto per amico, adesso l'ho come vero amico? Si è aggiunto infatti l'accordo sulle cose divine; tu che un tempo, con squisita benevolenza, hai trascorso con me la vita temporale, ora hai cominciato a unirti a me nella speranza della vita immortale. Adesso sì che tra noi non c'è alcun disaccordo nemmeno sulle cose umane, dal momento che le giudichiamo alla luce di quelle divine, per non attribuire loro più peso di quello giustamente richiesto dalla loro limitatezza: senza però fare oltraggio al loro creatore, il Signore delle cose del cielo e della terra, respingendole con ingiusto disprezzo.

Accade perciò che tra gli amici in cui manchi un perfetto accordo sulle cose divine non ci sia pieno e sincero accordo neppure sulle cose umane. È inevitabile, infatti, che giudichi le cose umane diversamente da come dovrebbe colui il quale disprezza le cose divine, e che non sappia amare l'uomo nel modo giusto chiunque non ami Colui che ha creato l'uomo.
Per questo, io non dico che ora tu mi sei amico più pienamente, mentre prima lo eri solo in parte, ma - ragionando secondo logica - dico che non lo eri nemmeno in parte, dal momento che neppure nelle cose umane eri unito a me da una vera amicizia. Infatti non condividevi con me le cose divine, in base alle quali si valutano anche quelle umane. E questo sia quando io stesso ne ero lontano, sia quando più tardi cominciai in qualche modo a comprenderle, mentre tu ne avevi grande disprezzo.