Riministoria © Antonio Montanari - il Rimino n. 51. Il Tempio di Sigismondo

il Rimino n. 51, anno II, 15 settembre 2000.

Redazione: Antonio Montanari, via Emilia 23 (Celle) , 47900 Rimini RN, Italy. Tel. 0541.740173 * E-mail:monari@libero.it,ilrimino@libero.it  La redazione? Vota il sito


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La mostra il Tempio di Sigismondo
Dal 23 settembre al Museo di Rimini

Vai alle due pagine speciali del Rimino con immagi della mostra.

Ricordando il Tempio risorto, cerimonie sacre, civili e tanta cultura

Cominciano giovedì 21 settembre alle ore 21 in Sala Manzoni (Curia vescovile) le celebrazioni della Dedicazione della Cattedrale, per il cinquantesimo anniversario della ricostruzione post-bellica del Tempio Malatestiano ed a cinque secoli e mezzo della edificazione albertiana: Mina Gregori terrà una conferenza su "Il Tempio Malatestiano nella storia della cultura".

Venerdì 22, nella Sala dell’Arengo in piazza Cavour, avverrà la celebrazione civica, con il conferimento del Sigismondo d’oro da parte del Comune di Rimini alla Samuel H. Kress Foundation che nel dopoguerra finanziò i lavori finali, permettendo di smontare e rimontare le antiche pietre.

Sabato 23 alle 17,30 nella Cattedrale, avverrà la funzione religiosa nel cinquantesimo anniversario della Dedicazione. Il Tempio, infatti, fu riconsacrato da mons. Luigi Santa, vescovo di Rimini proprio il 23 settembre 1950. Nell’occasione sarà dedicato il nuovo Altare e sarà inaugurata la Cattedra donata dal Presbiterio al nostro Vescovo in occasione del decennale della sua Ordinazione Sacerdotale.

Infine, sempre sabato 23 settembre, ma alle ore 11,30, presso il Museo della Città, si inaugurerà la mostra "Il Tempio di Sigismondo", alla presenza di mrs. Lisa Ackermann, vicepresidente della Samuel H. Kress Foundation. L’esposizione, che si terrà nella cosiddetta sezione malatestiana del Museo, è a cura del prof. Pier Giorgio Pasini e di Ferruccio Farina.

Tutte queste manifestazioni sono organizzate da Comune, Diocesi, Provincia e Fondazione Carim all’insegna del motto "Rimini, la città intorno al suo Tempio".

Nel corso della presentazione della mostra "Il Tempio di Sigismondo", sabato 9 settembre, hanno parlato il prof. Stefano Pivato, assessore alla Cultura del Comune di Rimini, il presidente della Fondazione Carim dott. Luciano Chicchi, ed i curatori Farina e Pasini.

Pivato ha sottolineato come il Tempio rappresenti un "simbolo dell’identità cittadina e del sentire collettivo". Chicchi ha illustrato l’impegno della Fondazione Carim per il restauro del Tempio (attuato secondo la convenzione del 1994 e concluso nel 1999), ed i programmi dell’anno "Malatestiano" 2000-2001 che culminerà il 3 marzo prossimo nella riapertura della Rocca e della mostra sulla dinastia di Sigismondo.

Infine Farina e Pasini (della rivista "Romagna arte e storia") hanno spiegato le caratteristiche dell’esposizione che ha raccolto le testimonianze su come, nel corso di cinque secoli, il Tempio sia stato visto ed interpretato.

La mostra si articola in cinque sezioni. Le seguiamo attraverso un sunto distribuito dai curatori, che anticipa il Catalogo edito da Ramberti. Alla fine del 1500 e nel corso del 1600, si va "alla ‘riscoperta’ di Sigismondo": Rimini rimpiange il governo malatestiano, dopo aver sperimentato quello pessimo dello Stato della Chiesa, che d’altro canto "non poteva essere tenero con i nostalgici", per cui in una incisione del 1572 si riducono le proporzioni del Castello.

La seconda parte è dedicata alla "erudizione intelligente" del 1700, che cerca documenti e fruga persino nelle tombe dei personaggi malatestiani. Di questo periodo restano "molti scritti ed incisioni di grande bellezza e di notevole interesse che raffigurano Sigismondo, Isotta, il Tempio".

Segue l’"Ottocento positivista e sentimentale". Diventato Cattedrale, il Tempio viene indagato dagli studiosi, ma ridotto anche da una pubblicistica popolare ad "una sorta di simbolo di erotismo e di eresia".

Per il Novecento, la mostra si occupa delle "Glorie locali": è la prosecuzione con altre firme (tra cui D’Annunzio) dei temi sentimentali; è "chiacchiericcio e pettegolezzo", per cui si nascondono "le voci di molti seri e attivissimi studiosi"; è l’utilizzazione a scopi di propaganda politica o turistica.

L’ultima sezione ("Finire il non finito") illustra le "ricostruzioni ideali del Tempio", notoriamente rimasto incompiuto.

La mostra è presentata in Internet all’indirizzo: www.rimini.com/tempio.

Al Museo l’esposizione resterà aperta sino al 7 gennaio, dal martedì al sabato (8.30-12.30/17-19), la domenica e festivi (16-19), chiusa i lunedì non festivi. Ingresso a mostra e Museo, lire 7.000, ridotti 4.000, scolaresche 2.000. Prenotazioni (0541-21482) per visite guidate. Info: 0541-55414, e-mail museo@comune.rimini.it.

Antonio Montanari 


 

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