Riministoria - Il Rimino n.18

Un libro di Angelo Turchini sul Tempio Malatestiano

Anno II, n. 18, Rimini 12.04.2000

Webzine diretto da Antonio Montanari

Un libro di Angelo Turchini sul Tempio Malatestiano

 

Il prof. Angelo Turchini, docente di Storia moderna all'Università Cattolica di Milano, ha scritto un nuovo, importante volume su Rimini. S'intitola "Il Tempio Malatestiano. Sigismondo Pandolfo Malatesta e Leon Battista Alberti".

Lo ha pubblicato "Il Ponte Vecchio" di Cesena, e sarà presentato alla città venerdì 14 aprile, alle ore 17, presso la Sala del Giudizio del nostro Museo Civico in via Tonini, a cura dell'Associazione Adiuncta.

Alla presentazione interverranno come relatori i professori Giancarlo Ardenna, ordinario di Storia medievale alla Cattolica di Milano; Pier Luigi De Vecchi, preside della facoltà di Lettere all'Università di Macerata; e Paolo Prodi, ordinario di Storia moderna all'Università di Bologna.

Il volume del prof. Turchini esce in occasione dell'anno giubilare e nella duplice ricorrenza che riguarda il Tempio voluto da Sigismondo: i 550 anni dalla sua costruzione ed il mezzo secolo dalla riapertura dopo il disastro della guerra ed i lavori che ripararono i danni provocati dalle bombe. Nel 1950, per la riapertura del Malatestiano, giunse in visita ufficiale a Rimini l'allora presidente della Republica, Luigi Einaudi, e fu allestita la prima edizione della Sagra Musicale al Tempio, diretta da Carlo Alberto Cappelli, il noto editore di Bologna.

 

 

La mostra "Cari, vecchi frammenti" di Ardea Montebelli

 

Ardea Montebelli, ovvero l'elogio della parsimonia. Nella sua arte, si tratti di immagini o di parole, lei mira all'essenziale, senza indulgere allo sproloquio tanto caro a chi non ha nulla da dire, e soprattutto senza farsi intrappolare dalla retorica che attira le penne decadenti dei lodatori del tempo passato.

Questo suo viaggio nella memoria (compiuto con la mostra fotografica "Cari, vecchi frammenti", alla Sala degli Archi, in piazza Cavour a Rimini, sino all'8 aprile), ha un altro modo di procedere. Non è rimpianto frutto della nostalgia, ma esaltazione della grandezza della storia, come patrimonio di gesti e di inconsapevoli ricordi, osservando i segni che il tempo lascia sul volto, sui luoghi, nei modi d'essere di tutti.

Pochi suoi versi, veri e propri distillati di autentica poesia, guidano nel percorso, fornendo sollecitazioni al visitatore: "Ti precedono molte memorie / di te rimane / traccia viva / e una segreta domanda". A queste "molte memorie" Ardea si rivolge con richiami biblici, come questo preso dall'Esodo, 12, 26: "Allora i vostri figli vi chiederanno: 'Quale significato ha quest'usanza'".

Dal gioco di questi rimandi (il commento lirico personale, l'eternità del Libro e la contemporaneità 'antica' delle immagini), prende forma il percorso che l'artista ha ideato e realizzato in occasione del Giubileo, consapevole che "La memoria delle cose / fa da contrappeso", e che nel correre del tempo a salvarci è "il miracolo della memoria".

 

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Le recensioni di Arianna al 2.4.2000 sono 134. Erano 132 al 29 marzo.

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08.04.2000