"Il Rimino speciali / Riministoria"

Daniele Luttazzi, è vera satira?


Diamo a Daniele Luttazzi il merito di aprire la serie degli speciali de "il Rimino". Pubblichiamo sotto questa vignetta di Aramis (in esclusiva per il Rimino) due interventi di segno opposto (Massimo Gramellini e Giampaolo Pansa), ed altrettanti brevi commenti di Pierluigi Battista ed Oreste del Buono.

A pagina tre di questo speciale:

Daniele Luttazzi, "filosofo popolare" di Piergiorgio Terenzi.


Luttazza continua

di Massimo Gramellini (La Stampa,16 marzo 2001)

In questo Paese di emme, come lo ha chiamato per esteso l’esperto del ramo Daniele Luttazzi, succede anche questo. Che i giornalisti facciano spettacolo, i politici pena e i comici rubino il mestiere agli uni e agli altri, ma con un’aggiunta di fanatismo moralista che mette i brividi. Il Luttazzi che insinua la mafiosità di Berlusconi e si stende a stuoino davanti a quelli della propria parte politica incarna il modello dell’intellettualino ulivista che crede di essere in missione per conto di Dio.

Per costoro non c’è appello alla moderazione che tenga: sono convinti che mezza Italia sia abitata da barbari rincoglioniti dalla tv e l’altra mezza, quella di sinistra, infestata da collaborazionisti alla D’Alema che vogliono venire a patti coi trogloditi anziché metterli in cella di rieducazione a studiare l’opera omnia di Nanni Moretti.

I Luttazzi Continui pensano che Berlusconi non sia un avversario e neppure un nemico, ma un gangster. E con un gangster non si discute, si chiama la polizia. Prima che arrivino i suoi sicari, ovvio. L’unica cosa che faceva ridere, nel Satyricon dell’altra sera, era la libidine da martirio che il conduttore cercava di infliggere anche al pubblico, come quei bambini che ficcano il dito nella marmellata mormorando: adesso mi beccano... Nessun pericolo: i Luttazzi si adattano alle marmellate di tutti i regimi.

Copyright ©2001 La Stampa, Torino

 


ADESSO MI ARRABBIO (L'Espresso)

Sulla verginità della Madonna di Arcore

Per il libro di Travaglio e di Veltri, presentato alla trasmissione di Luttazzi, tutto il mondo berlusconiano scatena la terza guerra civile. Se oggi non si possono fare domande, domani si potranno tentare delle risposte? Riflessioni su come intende la libertà il presunto vincitore del 13 di maggio

di Giampaolo Pansa

Forse non ce ne siamo accorti, perché eravamo distratti dalle polemiche interne all’Ulivo. Ma Silvio Berlusconi, in questi giorni è diventato come la Madonna. Anche la sua verginità si è fatta indiscutibile. Non può essere messa in dubbio. E’ un dogma e basta, non dite una parola di più.

Parlo della verginità finanziaria di Berlusconi. E di quella delle sue origini. Come ha cominciato la carriera di costruttore d’imperi? Anche lui, Silvio nostro che sta nei cieli, ha iniziato da una capanna, con il bue e l’asinello? E chi saranno stati i Re Magi che gli hanno portato subito, a pochi giorni dalla nascita, l’incenso, la mirra e, soprattutto, l’oro?

Guai a proporsi dei quesiti tanto blasfemi. Ci hanno tentato di recente un giornalista di "Repubblica", Marco Travaglio, e un deputato dell’Ulivo, Elio Veltri, che oggi sta nella pattuglia di Antonio Di Pietro. Hanno scritto un libro, "L’odore dei soldi" e l’hanno dato da stampare agli Editori Riuniti.

Né Travaglio né Veltri sono dei novellini. Il primo pratica il giornalismo d’inchiesta, mestiere sempre più raro. E’ anche un giornalista giovane e coraggioso, dunque ancora più da rispettare, perché è più facile avere coraggio quando si hanno i capelli bianchi e niente da perdere. Il secondo è un deputato onesto e combattivo e ha già scritto libri sulla corruzione italiana, prima e dopo Tangentopoli.

Dunque, il loro libro comincia la sua corsa, qualche giorno fa. A parlarne sono ben pochi giornali, poiché Berlusconi e i suoi affari sono un tema rognoso. Che in questa vigilia di presunta vittoria della Caserma delle libertà è bene ignorare. Il saggio è zeppo di fatti e di documenti. Che insieme costruiscono una vicenda. La costruzione è quella giusta? Tutto è opinabile a questo mondo. Più che mai un libro d’indagine. Ma il mercato è fatto per valutare e giudicare: i lettori leggono, poi sentenziano. Così avviene in tutte le democrazie del pianeta.

A questo punto che cosa succede? Che una trasmissione tivù della Rai, "Satyricon" di Daniele Luttazzi, invita Travaglio a presentare il libro, ossia ad illustrarne i contenuti. Non succede quasi mai in Rai. La Rai è bigotta e procede con i piedi di piombo. I libri scomodi li ignora sempre. Preferisce suonare la grancassa per i libri degli amici degli amici.

In questo, fa davvero schifo la Rai. E soltanto per questo il pomposo Zaccaria dovrebbe dimettersi da presidente. Ma stavolta, grazie a Luttazzi, il libro di Travaglio e di Veltri passa la cortina di gomma. E fa boom!

Perché fa boom? Per la semplice ragione che, una volta su mille, da uno schermo televisivo si dicono su Berlusconi le cose che si sono sempre dette, sui (pochi) giornali che hanno voluto applicarsi al tema. Si fanno le domande che molti italiani si pongono. Persino quella, blasfema al massimo, che lo stesso Umberto Bossi fino a qualche mese fa si poneva nei suoi comizi e nei manifesti della Lega: il Berlusca non sarà amico dei mafiosi, per caso? O mafioso lui stesso?

Sarebbe una serata normale, quella di "Satyricon" di mercoledì 14 marzo. Magari seguita, nel mercoledì 21 marzo, da una seconda intervista a un saggista-inchiestista berlusconiano, in grado di replicare, e magari di smontare, le tesi di Travaglio e di Veltri.

Invece no. Scoppia la seconda o la terza guerra civile. Ma a senso unico. Perché tutto il mondo, tutti i media, tutti i giornali, tutti i sodali, tutti gli aspiranti sodali che girano attorno a Berlusconi aprono il fuoco contro la Rai, contro Luttazzi, contro Travaglio, un po’ meno contro Veltri in quanto membro del palazzo politico.

Non sto a compilare un’antologia che sarebbe troppo stomachevole. Dirò che m’è rimasto nella mente soprattutto Emilio Fede: un intero tg dedicato a piangere sulla sorte della sua Madonna di Arcore e a scatarrare su chi l’ha offesa, mettendone in dubbio la verginità.

Mi rendo conto di stare scivolando verso lo sfottò. E non voglio farlo, perché dentro di me sento una punta di allarme che mi dà un po’ di stringistomaco. E mi domando: è questa la caratura democratica della Caserma delle libertà? Che cosa ci annuncia questo strepito orrendo di maledizioni che da tutti i confini dell’impero berlusconiano si leva per un libro che brucia, presentato in tivù?

E mi chiedo ancora: se già oggi viene considerato un reato fare delle domande sul conto di un potente, che cosa succederà, domani, quando si tenteranno di dare delle risposte? E parlo di un domani che potrebbe vedere la Madonna di Arcore sull’altare di palazzo Chigi, circondata e protetta dalle legioni dei conquistatori...

Il vero conflitto d’interessi sta nell’idea di libertà che oppone Berlusconi a una gran parte degli italiani. Lui la libertà la vuole soltanto per sé e per i suoi. E che gli avversari, anzi i nemici a soldo dei comunisti, crepino pure con il sasso in bocca.

16.03.2001, L'Espresso


SATIRA / 1.

di Piergluigi Battista (La Stampa, 19 marzo 2001)

Non si sa chi gliel'ha detto, non si sa su quale libro l'ha letto (sempre che ne abbia letto uno), non si sa in quale atmosfera abbia respirato, non si sa chi siano i suoi cattivi maestri, non si sa chi abbia frequentato e chi frequenti, non si sa se sa quello che dice e se pensa quando scrive, fatto sta che per il comico (?) Daniele Luttazzi la parola "sionista" qualcosa di ripugnante. Rispondendo a Fabrizio Rondolino, in una lettera al Foglio il comico (?) scrive: "sono contento che Rondolino sia sionista: disprezzarlo per il Grande Fratello era troppo poco". Addirittura troppo poco. Per il comico (?) di cui sopra "sionista" è un insulto, una schifezza. Chi ha imbottito la testa dello sventurato con questo schifo?


SATIRA / 2.

di Oreste del Buono (La Stampa, 19 marzo 2001)

La satira è stata il mio lavoro per oltre trent'anni (…). Naturalmente bisogna intendersi su cosa voglia dire satira. Non sono satira una barzelletta né una bastonata. Non è satira impadronirsi d'una conversazione privata e farne uso pubblico, non è satira la presentazione di un libro inchiesta. La satira è un'arte complessa, elaborata e difficile.


SATIRA / 3.

di Marco Forcellini (Esclusiva per il Rimino)

"Se questa è satira, allora noi facciamo crepar dal ridere tutti i giorni!". Fra i giornalisti ricorre spesso questa battuta, quando si allude al programma di Daniele Luttazzi.

In effetti, Satyricon propone soprattutto interviste, come quella - ormai celeberrima - a Marco Travaglio sulle fortune di Silvio Berlusconi.

Ma è satira sparare a zero sui politici o i colossi dell'imprenditoria, ben poco dotati di humor? Seguendo l'insegnamento del mio professore di italiano alle superiori, persona colta e dotata di fine sarcasmo che, nei momenti di difficoltà, mi suggeriva sempre di consultare il vocabolario, apro lo Zingarelli: "Satira - Discorso, scritto, atteggiamento e sim. che ha più o meno esplicitamente lo scopo di mettere in ridicolo ambienti, concezioni, modi di vivere". Perfetto.

Sull'esplicitamente, poi, non ci sono dubbi: è il ritratto dello stile Luttazzi. Ha sicuramente sbagliato tempi e modi (in Italia, Patria del faceto, nulla è più serio della politica sotto elezioni), ma il comico santarcangiolese di satira ne ha fatta. Eccome.

Riassumendo: satira è raccontare le disgrazie facendo ridere. Aiuto, allora anche noi giornalisti facciamo satira… e involontaria. Altro che battute!


Corrierone gaffeur

Piccola, ma innocente, gaffe del Currierun de Milan, 16 marzo, pagina due: dove, a proposito di Daniele Luttazzi, si legge che egli ha iniziato la sua carriera giornalistica collaborando "al settimanale satirico della curia di Rimini". Come risulta a noi locali, collaboratori dello stesso giornale, Il Ponte non è un foglio della curia come solitamente si dice ma diocesano, e tanto meno è satirico, avendo una buona fama a livello nazionale. Ovvero la Grande Informazione.


Questa pagina, al 22 marzo, figurava recensita su "Arianna", ricercando "Riministoria", con il n. 4, e ricercando "Daniele Luttazzi", al n. 6:

Riministoria * il Rimino speciali * Daniele Luttazzi - "Il Rimino speciali / Riministoria" Luttazza continua di Massimo Gramellini ADESSO MI ARRABBIO (L`Espresso) Sulla verginità della Madonna di Arcore trasmissione di Luttazzi di Giampaolo Pansa SATIRA / 1. SATIRA / 2.

Sito: http://digilander.iol.it/monari/spec/spec.2001.01.html. Rilevante al 99% - size 15Kb - 22 Mar 2001


Alla seconda pagina di questo speciale


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