Riministoria

Un ricordo di Guido Nozzoli
Un testimone
illuminato
di Sergio Zavoli

da RIMINI OGGI, n. 1 - Anno I - Dicembre 2000

E' stato un uomo, un giornalista, uno scrittore - e insieme un protagonista della lotta civile e politica di rara integrità e intelligenza. Negli anni cruciali della seconda guerra mondiale - al colmo cioè di un trapasso d'epoca che ha tragicamente segnato l'umanità - Guido Nozzoli ha vissuto quell'esperienza ponendosi in testa, non solo a Rimini, a una coraggiosa avanguardia che anticipò il tempo del più grande, consapevole drammatico riesame ideale e politico, culturale e storico affrontato da almeno due generazioni nel secolo appena trascorso. Con l'empito e la moderazione che spesso si uniscono in chi ha un'alta coscienza del proprio pensare e agire. Guido insegnò più cose, ai giovani di allora, della scuola stessa e in generale della società. Comizi e dibattiti, articoli e saggi, inchieste e libri - venuti dopo la sua rischiosa opposizione testimoniata, clandestinamente, durante il conflitto l'hanno accompagnato con il ritorno alla democrazia, in anni ed anni di studio e di viaggi, incontri e scontri, passioni e allegrie: tutto riversato nei racconti con cui ha tenuto tenuto sveglia non solo la congrega degli amici nei borghi o sugli scogli della sua città, ma anche una generazione di "inviati speciali" - dall'Algeria al Vietnam, oppure da Castelvetrano al Polesine, da Longarone a Seveso - lasciando dovunque l'impronta di un giornalismo partecipe, libero e responsabile, fatto di un ininterrotto confronto dialettico con la realtà e con se stesso; una prova di eticità degna di un testimone del nostro tempo tra i più credibili e stimati.

Con spirito al tempo stesso illuminista e romantico, guidato dal raziocinio, ma aperto a tutte le libertà, anche quelle fondate sui più arditi "teoremi fantastici" - come in un giorno di franchi bilanci finimmo per chiamare le sue scorribande esoteriche - Guido seppe stare in mezzo a un destino comune vivendo un'avventura segreta, solitaria; di segno, com'era nel suo carattere, coerente e paradossale, ma vissuta con quei puntigli tra culturali e istintivi che difendeva senza risparmi, coinvolgendoci nelle sue memorabili notti insonni, faconde e un po' sciagurate. Pronto a ogni eresia, purché sorretta da una rispettabile costruzione umana e intellettuale, mai indulgendo all'abiura, semmai incline al più trasparente e polemico dei distacchi - Guido ha interpretato la militanza politica e l'appartenenza partitica con una idealità mai faziosa, dogmatica; fu anzi protagonista di risolute "eresie" in nome dell'intelligenza della storia e delle ragioni umane, sapendo vivere il suo "scandalo" senza compiacimenti o malizie, ma con la più disarmata e disarmante limpidezza.

Aveva imparato dalla filosofia e dalla politica, ma anche dall'esistenza. che tutto può essere o diventare diverso. Il grande scenario dell' interrogazione: Voltaire, e per qualche verso forse Jung, nella buca del suggeritore. Non gli sono state risparmiate sofferenze civili e morali, pubbliche e personali anche gravi, però fu la morte della figlia Serena a spezzargli in due la vita, al punto che la seconda parte non poté più, in nulla, essere ricondotta alla prima.

E tuttavia aveva fatto del dolore un ulteriore esperienza per liberare solidarietà e tolleranza, cioè il senso degli altri, seppur restringendo via via il cerchio delle amicizie, a veder bene, della sua, un tempo, avidissima curiosità. Lui, l'Anna e Daniele, e poi un mannello di affetti, con Sergio e Marino sopra tutti.

Quante a me, dopo un lungo volerci bene fitto d'incontri e parole. il sentirci si era fatto più rado: lo imputavamo, entrambi, alla pigrizia, pur sapendo che la vita - se le viene meno l'abitudine alla vicinanza - a un certo punto si prende tempo, rimanda. dirada. anche senza disperdere e, men che meno, separare.

E' presente di lui, una ricchezza i cui lasciti sono dentro e in mezzo a noi, rimasti impigliati, di colpo, in questa nostalgia dolorosa: privi di un amico e di una persona, di una mente e di una coscienza cui sarebbe stato arduo negare persino i consensi più difficili, perché Guido avrebbe riscattato anch'essi nel suo essere una creatura tra le più generose, disinteressate e ricche che la nostra comunità umana, civile, fraterna abbia mai conosciuto. In essa tarderà a nascere, se nascerà, una presenza così viva, non trovo aggettivo che più gli somigli.

Così viva.

Sergio Zavoli


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845/3.10.2003
Documento inviatoci da Moreno Neri, che Riministoria ringrazia.