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A l'intérieur de l'Afghanistan, la situation empire pour le million d'habitants qui ont abandonné leurs foyers, AFP, LE MONDE, 3.11.2001.
UNO STRACCIO DI PACE
Messaggio di Emergency
Siamo pericolosamente vicini alla guerra. Questo vuol dire che degli italiani potrebbero anche uccidere dei civili, la maggior parte dei quali donne e bambini e, a loro volta, essere uccisi.
Siamo sicuri che molti di noi non vogliono che ciò accada. Noi vogliamo poter dire che siamo contrari, e vogliamo che chiunque ci veda sappia che siamo contrari alla guerra. Per farlo useremo un pezzo di stoffa bianco: appeso alla borsetta o alla ventiquattrore, attaccato alla porta di casa o al balcone, legato al guinzaglio del cane, all'antenna della macchina, al passeggino del bambino, alla cartella di scuola...
Uno straccio di pace. E se saremo in tanti ad averlo, non potranno dire che l'Italia intera ha scelto la guerra come strumento di risoluzione dei conflitti. Sappiamo che molti sono favorevoli a questa entrata in guerra. Vogliamo che anche quelli che sono contrari abbiano voce. Emergency chiede l'adesione di singoli cittadini, ma anche comuni, parrocchie, associazioni, scuole di quanti condividono questa posizione.
E-Mail con Gianni Riotta
Il 26 ottobre 2001 ho scritto a Gianni Riotta
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Non basta la p@rola Aumentano i barboni italiani, soprattutto fra i giovani. Sono i clochard, gli homeless, i senzatetto. Li hanno battezzati così nel secondo dopoguerra per la loro abitudine di non curare l'onor del mento. Che invece era abbondantemente obbligatorio nell'Afghanistan talebano, per via di una sentenza (hadit) di Maometto: «Lascia la barba e regola i baffi», compromesso tra ascetismo e salvaguardia delle attività artigianali. Da noi i barbieri, secoli fa, avevano altre pretese, lavoravano da chirurghi, senza reciprocità di mestieri con i colleghi. |