Ancora una volta Rimini restituisce importanti elementi per ricostruire la sua vita in età romana. Nell'area dell'ex Consorzio Agrario, vicino a Borgo Mazzini, è venuto alla luce un sito archeologico rivelatosi importantissimo, sia per l'enorme quantità di materiali ritrovati, sia per la sua posizione. L'area si trova infatti appena fuori dal giro delle mura urbiche romane di Rimini, in prossimità di quella che in antico era la continuazione di una delle vie principali, il cardo maximus, oggi via Garibaldi.
Erano appena iniziati i lavori di sbancamento per la costruzione di un'area residenziale, quando i volontari dell'ARRSA, Associazione riminese ricerca storica ed archeologica, che tra le altre loro attività controllano tutti i cantieri edili in corso per verificare possibili ritrovamenti, hanno scoperto le prime tracce del sito.
Alla profondità di circa 3 metri è emersa un'area produttiva romana composta da almeno 8 ambienti con un piccolo portico a L a coprire un lato. Questo almeno a giudicare dalle fondazioni dei muri perimetrali e dei pilastri che stanno continuando a emergere. Il "pezzo forte" del sito archeologico è però la vasca, sicuramente connessa con l'attività produttiva, che si è rivelata intatta agli occhi dei ricercatori. E' infatti nel suo genere la più grande mai ritrovata a Rimini e probabilmente anche in regione. Il pavimento è realizzato in opus spicatum e le pareti sono impermeabilizzate in cocciopesto. Al posto dei gradini, solitamente presenti in questo genere di strutture, la vasca riminese ha invece uno scivolo terminato da una soglia in marmo rosso, che la rende davvero singolare.
Come dicevo, si tratta un'area produttiva databile al II-III secolo d.C. Non sappiamo ancora con precisione cosa vi venisse prodotto, anche perché mancano per ora raffronti indicativi per la vasca, elemento determinante nell'interpretazione del sito, tra l'altro completamente integra e molto ben conservata. Dopo aver consultato il restauratore Ugo Capriani, si è deciso che la vasca verrà asportata per essere poi collocata nell'area verde prevista attorno alle palazzine in modo da essere visibile a chiunque.
Abbondanti e significativi anche i materiali ritrovati, soprattutto nelle canalizzazioni rinvenute ad un livello più basso: alcune ceramiche a vernice nera, moltissime di colore rosso perlopiù con decorazioni. Tra i pezzi più particolari segnaliamo un tronco, alto circa cm. 10, di statuina in terracotta raffigurante un vecchio che porta sulle spalle un sacco, ed anche una tazza in terra sigillata con delle mascherine applicate e decorata con rilievi di argilla (barbotine).
E poi ancora molte lucerne integre, coppi e laterizi "firmati" con i bolli delle "figlinae", cioè le fabbriche, che li producevano, bronzi di vario genere e monete. Impressionante è soprattutto la quantità delle monete ritrovate, per ora un centinaio, alcune molto ben conservate. Le più documentate sono quelle relative all'imperatore Traiano (98-117 d.C.) ed Antonino Pio (138-161 d.C.). Si tratta di più di 200 casse di reperti per i quali si è già iniziato il restauro: le ceramiche a Ravenna e Rimini, i bronzi, comprese le monete, a Bologna.
Un altro elemento importante venuto alla luce durante gli sbancamenti è la sezione di una grande strada ghiaiata. Si vedono bene almeno 4 o 5 rifacimenti. Non è quindi una stradina d'uso per l'attività produttiva, ma sicuramente una strada di grande percorrenza. Il compito degli archeologi ora, poiché è impossibile approfondire gli scavi data la presenza di altre case, è quello d'indagare sulle possibili connessioni tra questa strada e la via Flaminia, d'indagare quindi su quella che poteva essere l'antica viabilità di Rimini. Si tratta di un elemento nuovo ed estremamente importante per i futuri studi sull'argomento.
Nel sito si è scoperta anche un'unica tomba alla cappuccina, priva di corredo.
Resta ora da esplorare l'ultima parte del lotto dell'Ex Consorzio, quella più vicina alla circonvallazione, che potrebbe forse completare l'area produttiva o nascondere la parte abitativa, dal momento che già ora s'intravedono altre fondazioni.